Riflessione narratologica sul realismo magico alvariano, caratterizzato non dal meraviglioso o dallo strano, bensì dalla quotidianità del tempo interrotto, del presente discontinuo, 'estraniato' nei confronti della memoria e dell'identità temporale di lunga durata. La rappresentazione narrativa di Alvaro coglie il magico come 'modus' espressivo di contraddizione e di ambigua equivocità, per il quale il reale alienato diventa assurda apparenza, segno di inquietudine psicologica e di non riconoscimento identitario del personaggio-uomo. A salvare la frustrazione comunicativa intervengono personaggi sordomuti, che con l'espressione di gesti non verbali recuperano l'intensità del voler dire coinvolgente, condiviso, che ormai la lingua verbale ha perduto tra quanti comunicano per indicare o mostrare, ma non più per significare, comprendendosi.
Il realismo magico della parola muta, o del segno trasparente: Alvaro e la realtà segreta del quasi inenarrabile
AUGIERI, Carlo Alberto
2016-01-01
Abstract
Riflessione narratologica sul realismo magico alvariano, caratterizzato non dal meraviglioso o dallo strano, bensì dalla quotidianità del tempo interrotto, del presente discontinuo, 'estraniato' nei confronti della memoria e dell'identità temporale di lunga durata. La rappresentazione narrativa di Alvaro coglie il magico come 'modus' espressivo di contraddizione e di ambigua equivocità, per il quale il reale alienato diventa assurda apparenza, segno di inquietudine psicologica e di non riconoscimento identitario del personaggio-uomo. A salvare la frustrazione comunicativa intervengono personaggi sordomuti, che con l'espressione di gesti non verbali recuperano l'intensità del voler dire coinvolgente, condiviso, che ormai la lingua verbale ha perduto tra quanti comunicano per indicare o mostrare, ma non più per significare, comprendendosi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.