Vi sono monografie che incidono profondamente nella storia del pensiero Occidentale – sempre che vi sia un “pensiero Occidentale” – e Der Bourgeois. Zur Geistesgeschichte des modernen Wirtschaftsmenschen, 1913, è una di queste. A un secolo di distanza, le crisi economiche nel capitalismo, in particolare nel capitalismo monopolistico e maggiormente nella sua versione anglosassone, così come le sue trasformazioni studiate da Werner Sombart – l’unico “professore”, secondo Friedrich Engels, ad aver compreso Das Kapital –, perdurano e risultano di tale portata da squassare le basi dei già precari ordini mondiali e dei tradizionalmente presunti equilibri internazionali. In questa nostra epoca, epoca post-globale nella quale le grandi narrazioni, grands récits, si conclamano come più che mai presenti benché velate se non nascoste, comunque inscritte nel linguaggio della contemporaneità, molti studiosi sono chiamati a rivolgere le loro attenzioni, i loro sforzi di ricerca, sui temi del capitalismo e sugli imprescindibili connessi concetti di transizione e di crisi. Parallelamente ai loro consueti interessi di ricerca, studiosi e ricercatori, sempre in crescente numero, perfino scostandosi dai propri usuali percorsi di ricerca, sono di fatto afferrati dagli herrschenden Verhältnissen e spinti a rivolgere il loro pensiero e la loro riflessione sulle verità ultime del capitalismo. Così profondamente permeante è in effetti il processo di colonizzazione del mondo-della-vita da esso operato.
Sombart’s thought revisited
PALMISANO, Antonio Luigi
2015-01-01
Abstract
Vi sono monografie che incidono profondamente nella storia del pensiero Occidentale – sempre che vi sia un “pensiero Occidentale” – e Der Bourgeois. Zur Geistesgeschichte des modernen Wirtschaftsmenschen, 1913, è una di queste. A un secolo di distanza, le crisi economiche nel capitalismo, in particolare nel capitalismo monopolistico e maggiormente nella sua versione anglosassone, così come le sue trasformazioni studiate da Werner Sombart – l’unico “professore”, secondo Friedrich Engels, ad aver compreso Das Kapital –, perdurano e risultano di tale portata da squassare le basi dei già precari ordini mondiali e dei tradizionalmente presunti equilibri internazionali. In questa nostra epoca, epoca post-globale nella quale le grandi narrazioni, grands récits, si conclamano come più che mai presenti benché velate se non nascoste, comunque inscritte nel linguaggio della contemporaneità, molti studiosi sono chiamati a rivolgere le loro attenzioni, i loro sforzi di ricerca, sui temi del capitalismo e sugli imprescindibili connessi concetti di transizione e di crisi. Parallelamente ai loro consueti interessi di ricerca, studiosi e ricercatori, sempre in crescente numero, perfino scostandosi dai propri usuali percorsi di ricerca, sono di fatto afferrati dagli herrschenden Verhältnissen e spinti a rivolgere il loro pensiero e la loro riflessione sulle verità ultime del capitalismo. Così profondamente permeante è in effetti il processo di colonizzazione del mondo-della-vita da esso operato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.