Le indagini archeologiche, realizzate tra il 29 giugno e il 24 luglio 2015, costituiscono la naturale prosecuzione delle attività di ricerca avviate già a partire dall'autunno 2006 dal Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria-LabTAF dell’Università del Salento, nell’ambito della convenzione stipulata tra la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, il Deutsches Archäologisches Institut - Abteilung Rom (Istituto Archeologico Germanico - Sezione di Roma), l'Università degli Studi di Cassino, l’Università degli Studi del Salento e il Comune di San Giovanni Incarico (FR). Il saggio di scavo (dimensioni 10x10 m) ha consentito di mettere in luce la fronte meridionale di un edificio in blocchi e un tratto di strada basolata, che corre ad una quota più bassa di circa m 0,50 rispetto al piano pavimentale della struttura. All'interno dell'edificio, e all'esterno sia ad Ovest che ad Est, si è proceduto con una accurata pulizia degli strati individuati a seguito dell'asportazione dello strato di humus, che ha consentito di individuare un lacerto di pavimentazione in cocciopesto (US 163) all'interno dell'edificio, lungo il muro orientale (USM 148). Inoltre, lungo il limite nord del Saggio, è stato individuato un allineamento di blocchetti di calcare che farebbe ipotizzare l'articolazione in almeno due vani dell'edificio. L'edificio in blocchi, che presenta orientamento coerente con l'impianto urbano della città antica e cioè circa 13°ovest, è stato costruito su un'area con leggera ma costante pendenza verso Sud; pertanto l'alzato in blocchi è maggiormente conservato nel lato meridionale (USM 147), dove è visibile il primo filare per tutta la lunghezza del muro. La fronte meridionale ha una lunghezza di m 6,20 (se comprendiamo anche il "contrafforte" situato all'angolo SO, la lunghezza è di m 6,70), mentre i lati Ovest ed Est al momento sono visibili per circa m 5,80 e proseguono oltre il limite settentrionale del saggio. Il lato meridionale presenta un'apertura di m 1,55, non perfettamente al centro del muro, caratterizzata da una soglia in calcare, probabilmente di riutilizzo. Lo scavo è stato approfondito tra il lato meridionale dell'edificio e la strada basolata, asportando alcuni strati relativi al crollo della struttura (US 153, 155 e 157), che giungono ad appoggiarsi alla crepidine della strada basolata. L'analisi preliminare del materiale ceramico, ancora in fase di studio, consente di affermare che la ceramica presente negli strati di crollo è inquadrabile genericamente tra il I sec. a.C. e l'età imperiale. Il rinvenimento di monete databili al V-VI secolo negli strati di abbandono della strada attesta una frequentazione dell'area anche in questo periodo.

Fabrateria Nova, San Giovanni Incarico (Frosinone)

VALCHERA, Adriana
2015-01-01

Abstract

Le indagini archeologiche, realizzate tra il 29 giugno e il 24 luglio 2015, costituiscono la naturale prosecuzione delle attività di ricerca avviate già a partire dall'autunno 2006 dal Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria-LabTAF dell’Università del Salento, nell’ambito della convenzione stipulata tra la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, il Deutsches Archäologisches Institut - Abteilung Rom (Istituto Archeologico Germanico - Sezione di Roma), l'Università degli Studi di Cassino, l’Università degli Studi del Salento e il Comune di San Giovanni Incarico (FR). Il saggio di scavo (dimensioni 10x10 m) ha consentito di mettere in luce la fronte meridionale di un edificio in blocchi e un tratto di strada basolata, che corre ad una quota più bassa di circa m 0,50 rispetto al piano pavimentale della struttura. All'interno dell'edificio, e all'esterno sia ad Ovest che ad Est, si è proceduto con una accurata pulizia degli strati individuati a seguito dell'asportazione dello strato di humus, che ha consentito di individuare un lacerto di pavimentazione in cocciopesto (US 163) all'interno dell'edificio, lungo il muro orientale (USM 148). Inoltre, lungo il limite nord del Saggio, è stato individuato un allineamento di blocchetti di calcare che farebbe ipotizzare l'articolazione in almeno due vani dell'edificio. L'edificio in blocchi, che presenta orientamento coerente con l'impianto urbano della città antica e cioè circa 13°ovest, è stato costruito su un'area con leggera ma costante pendenza verso Sud; pertanto l'alzato in blocchi è maggiormente conservato nel lato meridionale (USM 147), dove è visibile il primo filare per tutta la lunghezza del muro. La fronte meridionale ha una lunghezza di m 6,20 (se comprendiamo anche il "contrafforte" situato all'angolo SO, la lunghezza è di m 6,70), mentre i lati Ovest ed Est al momento sono visibili per circa m 5,80 e proseguono oltre il limite settentrionale del saggio. Il lato meridionale presenta un'apertura di m 1,55, non perfettamente al centro del muro, caratterizzata da una soglia in calcare, probabilmente di riutilizzo. Lo scavo è stato approfondito tra il lato meridionale dell'edificio e la strada basolata, asportando alcuni strati relativi al crollo della struttura (US 153, 155 e 157), che giungono ad appoggiarsi alla crepidine della strada basolata. L'analisi preliminare del materiale ceramico, ancora in fase di studio, consente di affermare che la ceramica presente negli strati di crollo è inquadrabile genericamente tra il I sec. a.C. e l'età imperiale. Il rinvenimento di monete databili al V-VI secolo negli strati di abbandono della strada attesta una frequentazione dell'area anche in questo periodo.
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