Il saggio, per la prima volta pubblicato in un mio volume dal titolo Sul tempo scrivano. Narrazione e indugio del senso (Lecce, Milella, 2011, pp. 221), in cui sono raccolti altri contributi omogenei, per quanto pertiene il cronotopo letterario, giù usciti su libri miscellanei in anni precedenti a quelli ‘coperti’ dalla VQR, approfondisce il tema del tempo narrativo, lungo la linea narratologico-ermeneutica di E. Auerbach, M. Bachtin, E. Benveniste, C. Bremond, J. Bruner, C. Ginzburg, A. J. Greimas, E. Lévinas, P.Ricoeur. In relazione alla temporalità raccontata il segno diventa traccia ed il vissuto entra nella logica conseguente della successione: l’ermeneutica della narratività si caratterizza, pertanto, come ‘modello di discorso’ con cui si approfondire la semantica dell’azione e la motivazione del soggetto agente. Nel contributo viene focalizzato il valore epistemologico del tempo narrativo, forma di intelligibilità memoriale e prospettica, con cui rendere intenzionale e teleologica la comprensione del rapporti tra i personaggi e tra soggettività e mondo esperienziale. Dalla riflessione sul tempo raccontato deriva un particolare concetto di intrigo, in stretta relazione al personaggio-agente: esso viene considerato come una concatenazione consonante dell’eterogeneo (ricoeuriana “sintesi dell’eterogeneo”), a carattere temporale, secondo un quadro d’insieme in cui anche gli eventi particolari, compresi quelli contingenti, sono coinvolti in una prospettiva di volizione intenzionale, a partire dal fine cosciente relativo al progetto desiderante del soggetto-personaggio e dal presente espositivo e commentativo della voce narrante.
Tempo retrospettivo, prospettico, indugiante, propensivo: sulla narrazione come ermeneutica congiuntiva del poter essere 'altrimenti'
AUGIERI, Carlo Alberto
2011-01-01
Abstract
Il saggio, per la prima volta pubblicato in un mio volume dal titolo Sul tempo scrivano. Narrazione e indugio del senso (Lecce, Milella, 2011, pp. 221), in cui sono raccolti altri contributi omogenei, per quanto pertiene il cronotopo letterario, giù usciti su libri miscellanei in anni precedenti a quelli ‘coperti’ dalla VQR, approfondisce il tema del tempo narrativo, lungo la linea narratologico-ermeneutica di E. Auerbach, M. Bachtin, E. Benveniste, C. Bremond, J. Bruner, C. Ginzburg, A. J. Greimas, E. Lévinas, P.Ricoeur. In relazione alla temporalità raccontata il segno diventa traccia ed il vissuto entra nella logica conseguente della successione: l’ermeneutica della narratività si caratterizza, pertanto, come ‘modello di discorso’ con cui si approfondire la semantica dell’azione e la motivazione del soggetto agente. Nel contributo viene focalizzato il valore epistemologico del tempo narrativo, forma di intelligibilità memoriale e prospettica, con cui rendere intenzionale e teleologica la comprensione del rapporti tra i personaggi e tra soggettività e mondo esperienziale. Dalla riflessione sul tempo raccontato deriva un particolare concetto di intrigo, in stretta relazione al personaggio-agente: esso viene considerato come una concatenazione consonante dell’eterogeneo (ricoeuriana “sintesi dell’eterogeneo”), a carattere temporale, secondo un quadro d’insieme in cui anche gli eventi particolari, compresi quelli contingenti, sono coinvolti in una prospettiva di volizione intenzionale, a partire dal fine cosciente relativo al progetto desiderante del soggetto-personaggio e dal presente espositivo e commentativo della voce narrante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.