Almeno quattro sono i corpi normativi rilevanti, dalla cui intersezione occorre partire per defi nire il tema dell’informazione locale: in primo luogo, vengono in rilievo le disposizioni sui controlli delle partecipate, che già dal 2008 sono stati ridefi niti in un’ottica di riduzione della spesa pubblica e di maggiore trasparenza. In secondo luogo, assumono rilevanza le norme dettate in materia di trasparenza e anticorruzione, che da ultimo (2014) estendono gli obblighi di pubblicazione alle società partecipate dei servizi pubblici. Infi ne, occorre considerare le disposizioni sulle infrastrutture informative e quelle sul riutilizzo delle informazioni pubbliche. La tesi che si vuole qui sostenere, è che dal connubio di questi corpi normativi stia emergendo una funzione informativa dell’EL, il quale si trova ad essere al tempo stesso produttore e ricettore di fl ussi informativi, i quali abbinano ad una rilevanza tipicamente interna ai rapporti con le partecipate, una rilevanza anche “esterna”, che produce effetti anche sul mercato e ne coinvolge gli elementi costitutivi (imprese e utenti). Esso è altresì tenuto ad approntare infrastrutture, attività ed organizzazione in uno sforzo informativo crescente. L’EL è infi ne, anche, regolatore (decentrato) dei fl ussi informativi generati, tenuto ad assicurarne la correttezza e la qualità. L’approccio funzionalista, che guarda ai possibili effetti sul mercato della produzione-alluvione informativa, tipica del metodo del diritto dell’economia, suggerisce di indicare nell’obiettivo della “trasparenza in sé” il “collante” delle varie discipline, specie da quando (con l’art. 1, legge delega 124 del 7 agosto 2015) essa non è più vincolata all’obbligo di pubblicazione. Per giungere a queste conclusioni si prenderanno le mosse (par. 1) dalla genesi dei fl ussi informativi locali, individuata nelle maglie della complessa disciplina sui controlli cui sono sottoposte le partecipate locali, mettendone in luce la rilevanza non solo “interna”, ma anche “esterna”, per il mercato; quindi (par. 2) si darà conto degli obblighi di trasparenza cui soggiacciono le partecipate locali (obblighi di recente estesi alle società che gestiscono servizi pubblici) e gli stessi EL in ragione della loro partecipazione azionaria, ovvero della loro semplice vigilanza o del riconoscimento di un qualche benefi cio economico, per individuarne una seconda fonte di informazioni destinate, questa volta, all’esterno. Successivamente (par. 3), si procederà ad una disamina della disciplina delle infrastrutture informative locali (viepiù identifi cate con i siti web degli EL e delle partecipate) e del riutilizzo delle informazioni pubbliche, in massima parte contenuta nel Codice dell’Amministrazione Digitale (d.lgs. n. 82/2005) e nel d.lgs. n. 36/2006 in materia di riutilizzo dei dati pubblici, entrambi modifi cati tra il 2012 e il 2015. Ricostruito il quadro delle informazioni da mettere a disposizione, tanto da parte dell’EL quanto dalle sue partecipate, si individueranno (par.4) i poteri attribuiti al primo al fi ne di tracciare i contorni della sua funzione di informazione, che lo vede regolatore e, al tempo stesso, produttore di informazioni nonché di gestore delle infrastrutture (le banche dati e i siti web) che le veicolano. Nelle conclusioni (par. 5) si individuerà nel perseguimento della trasparenza il “collante” delle varie discipline esaminate e se ne tratteranno criticamente i risvolti “esterni” e l’impatto sul mercato, anche alla luce dei principi della legge delega n. 124/2015.

IL “COLLANTE” DELLA TRASPARENZA: LA DISCIPLINA DELL’INFORMAZIONE NEI RAPPORTI TRA ENTE LOCALE E SUE PARTECIPATE

DI PORTO, Fabiana
2015-01-01

Abstract

Almeno quattro sono i corpi normativi rilevanti, dalla cui intersezione occorre partire per defi nire il tema dell’informazione locale: in primo luogo, vengono in rilievo le disposizioni sui controlli delle partecipate, che già dal 2008 sono stati ridefi niti in un’ottica di riduzione della spesa pubblica e di maggiore trasparenza. In secondo luogo, assumono rilevanza le norme dettate in materia di trasparenza e anticorruzione, che da ultimo (2014) estendono gli obblighi di pubblicazione alle società partecipate dei servizi pubblici. Infi ne, occorre considerare le disposizioni sulle infrastrutture informative e quelle sul riutilizzo delle informazioni pubbliche. La tesi che si vuole qui sostenere, è che dal connubio di questi corpi normativi stia emergendo una funzione informativa dell’EL, il quale si trova ad essere al tempo stesso produttore e ricettore di fl ussi informativi, i quali abbinano ad una rilevanza tipicamente interna ai rapporti con le partecipate, una rilevanza anche “esterna”, che produce effetti anche sul mercato e ne coinvolge gli elementi costitutivi (imprese e utenti). Esso è altresì tenuto ad approntare infrastrutture, attività ed organizzazione in uno sforzo informativo crescente. L’EL è infi ne, anche, regolatore (decentrato) dei fl ussi informativi generati, tenuto ad assicurarne la correttezza e la qualità. L’approccio funzionalista, che guarda ai possibili effetti sul mercato della produzione-alluvione informativa, tipica del metodo del diritto dell’economia, suggerisce di indicare nell’obiettivo della “trasparenza in sé” il “collante” delle varie discipline, specie da quando (con l’art. 1, legge delega 124 del 7 agosto 2015) essa non è più vincolata all’obbligo di pubblicazione. Per giungere a queste conclusioni si prenderanno le mosse (par. 1) dalla genesi dei fl ussi informativi locali, individuata nelle maglie della complessa disciplina sui controlli cui sono sottoposte le partecipate locali, mettendone in luce la rilevanza non solo “interna”, ma anche “esterna”, per il mercato; quindi (par. 2) si darà conto degli obblighi di trasparenza cui soggiacciono le partecipate locali (obblighi di recente estesi alle società che gestiscono servizi pubblici) e gli stessi EL in ragione della loro partecipazione azionaria, ovvero della loro semplice vigilanza o del riconoscimento di un qualche benefi cio economico, per individuarne una seconda fonte di informazioni destinate, questa volta, all’esterno. Successivamente (par. 3), si procederà ad una disamina della disciplina delle infrastrutture informative locali (viepiù identifi cate con i siti web degli EL e delle partecipate) e del riutilizzo delle informazioni pubbliche, in massima parte contenuta nel Codice dell’Amministrazione Digitale (d.lgs. n. 82/2005) e nel d.lgs. n. 36/2006 in materia di riutilizzo dei dati pubblici, entrambi modifi cati tra il 2012 e il 2015. Ricostruito il quadro delle informazioni da mettere a disposizione, tanto da parte dell’EL quanto dalle sue partecipate, si individueranno (par.4) i poteri attribuiti al primo al fi ne di tracciare i contorni della sua funzione di informazione, che lo vede regolatore e, al tempo stesso, produttore di informazioni nonché di gestore delle infrastrutture (le banche dati e i siti web) che le veicolano. Nelle conclusioni (par. 5) si individuerà nel perseguimento della trasparenza il “collante” delle varie discipline esaminate e se ne tratteranno criticamente i risvolti “esterni” e l’impatto sul mercato, anche alla luce dei principi della legge delega n. 124/2015.
2015
978-88-921-0019-0
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