Il progetto SISPU ha concentrato l'attenzione su un’area tematica d’intervento sociale che, ormai, caratterizza sempre più gli Stati occidentali in piena crisi economica e istituzionale: le “vecchie” e “nuove” povertà, intendendo con questa espressione un fenomeno che si presenta estremamente eterogeneo nelle forme che assume nei vari contesti locali, e nelle cause – sociali e individuali – che lo determinano. Tale eterogeneità rende difficile agli studiosi e agli operatori sociali individuare un insieme adeguato e valido di indicatori, soprattutto rispetto alle “nuove” povertà, caratterizzate da aspetti e situazioni sociali nuove o che, solo alla luce dei recenti periodi di crisi, si configurano come “povertà”. È, ad esempio, il caso dei migranti stranieri che, a causa di carenze e inadeguatezze legislative del paese d’arrivo si collocano in situazioni di margine e periferia; oppure quello dei bambini, sempre più a rischio povertà per una serie molteplice di fattori legati al reddito genitoriale e all’assenza di politiche sociali. Anche la rapida diffusione del gioco d’azzardo legalizzato sembra contribuire alla rapida perdita della dignità stessa dei soggetti, tanto che gli operatori del settore ritengono di trovarsi di fronte a una nuova e potente dipendenza, che interessa, soprattutto, le famiglie con redditi più bassi e di livello culturale inferiore (Istat 1999, 2003, 2008). Un ultimo esempio proviene dai divorziati, costretti a dividere il patrimonio coniugale a danno di entrambi i coniugi. In questo caso la caduta in termini reddituali e di status è rapida e ha importanti ricadute sull’identità dei soggetti. Tali forme di povertà, accanto alle vecchie, rappresentano per l’intero Stato Civile, un problema non solo etico e morale, ma anche sociale, traducendosi spesso in esclusione e auto-esclusione, ossia in reazioni che “spingono le persone ai margini della società, limitando il loro accesso alle risorse e alle opportunità, riducendo la loro partecipazione alla vita sociale e culturale, lasciandoli emarginati, deboli e discriminati”. Ciò fa comprendere l’importanza di una costante tensione conoscitiva verso il fenomeno delle povertà, e verso tutti gli strumenti, istituzionali e non, messi in campo per far fronte a tali fenomeni in continua evoluzione. All’interno di questo quadro di riferimento e nell’ambito di tale progetto, è stata effettuata la mappatura, all’interno delle aree metropolitane (Bari, Foggia, Lecce, Brindisi, Taranto, Andria, Barletta, Trani), delle associazioni che si occupano di interventi nel sociale inerenti i fenomeni di povertà e nuove povertà. Tale mappatura è stata effettuata partendo da interviste in profondità ai Responsabili di Ambito di ciascuna area metropolitana. Tali interviste sono state utili, in primo luogo, perché hanno permesso di declinare meglio il concetto di povertà con i diversi aspetti in cui il fenomeno si manifesta in ciascun territorio preso in esame; in secondo luogo perché attraverso le interviste si sono potuti avere i primi elementi per comprendere il grado di collaborazione tra enti e associazioni presenti sul territorio; un ulteriore elemento positivo è stata la collaborazione di ciascun Responsabile nel fornire al gruppo di ricerca l’elenco delle associazioni che collaborano con loro per il contrasto al fenomeno della povertà. Partendo dai nominativi forniti dai Responsabili è stato possibile effettuare un primo confronto con gli elenchi delle associazioni iscritte all’albo regionale: il risultato ha portato ad avere un elenco delle associazioni che sono effettivamente operative sul territorio. A questo elenco si sono aggiunte poi le sedi Caritas e Croce Rossa Italiana, per ciascuna area territoriale, che, seppur non facendo parte dell’associazionismo, rappresentano comunque una realtà particolarmente attiva nel contrastare il fenomeno della povertà. Il primo contatto con le associazioni è avvenuto telefonicamente, somministrando un questionario molto breve per verificarne l’operato sul campo, e chiedendone poi la disponibilità a partecipare al focus group dell’area territoriale in cui l’associazione operava. Sono stati realizzati 7 focus group, per motivi logistici si è infatti dovuto accorpare il territorio di Andria e Barletta convocando le associazioni in un unico incontro. I focus group sono stati finalizzati a capire il modo in cui le associazioni operano sul territorio ed il confronto che ne è scaturito è stato molto utile per comprendere la loro capacità di fare rete sul territorio. Alla fine di ciascun focus è stato fornito un questionario a ciascun partecipante attraverso il quale si è voluto effettuare, attraverso un software specifico, una network analisys di ciascuna area territoriale e verificare la grandezza e l’intensità delle reti attivate sul territorio da ciascuna associazione. Queste attività (intervista ai Responsabili di Ambito – focus group associazioni) hanno costituito la parte “operativa” sul campo del progetto volta a costruire un quadro della situazione reale e a rilevare le tipologie di relazioni, le problematiche e i conflitti fra le associazioni stesse e fra le associazioni e la Pubblica Amministrazione. La seconda parte del progetto ha riguardato invece l’analisi qualitativa delle interviste e dei focus group, attraverso l’analisi dei contenuti e delle problematiche emerse potendo così verificare il modo in cui le attività degli attori coinvolti nella ricerca integrano, supportano o si sostituiscono alle politiche sia regionali sia locali. Tale verifica è stata effettuata attraverso strumenti quantitativi e qualitativi con l’obiettivo di cercare di costruire un modello analitico che possa non solo fornire un quadro strutturato della situazione relativamente alle aree urbane indagate, ma anche gettare le basi per un modello da adottare anche per l’eventuale analisi delle aree non prese in considerazione dal progetto.

Working paper - SI.S.PU. Sistema Sociale integrato Puglia

VIOLA, Carmine
2013-01-01

Abstract

Il progetto SISPU ha concentrato l'attenzione su un’area tematica d’intervento sociale che, ormai, caratterizza sempre più gli Stati occidentali in piena crisi economica e istituzionale: le “vecchie” e “nuove” povertà, intendendo con questa espressione un fenomeno che si presenta estremamente eterogeneo nelle forme che assume nei vari contesti locali, e nelle cause – sociali e individuali – che lo determinano. Tale eterogeneità rende difficile agli studiosi e agli operatori sociali individuare un insieme adeguato e valido di indicatori, soprattutto rispetto alle “nuove” povertà, caratterizzate da aspetti e situazioni sociali nuove o che, solo alla luce dei recenti periodi di crisi, si configurano come “povertà”. È, ad esempio, il caso dei migranti stranieri che, a causa di carenze e inadeguatezze legislative del paese d’arrivo si collocano in situazioni di margine e periferia; oppure quello dei bambini, sempre più a rischio povertà per una serie molteplice di fattori legati al reddito genitoriale e all’assenza di politiche sociali. Anche la rapida diffusione del gioco d’azzardo legalizzato sembra contribuire alla rapida perdita della dignità stessa dei soggetti, tanto che gli operatori del settore ritengono di trovarsi di fronte a una nuova e potente dipendenza, che interessa, soprattutto, le famiglie con redditi più bassi e di livello culturale inferiore (Istat 1999, 2003, 2008). Un ultimo esempio proviene dai divorziati, costretti a dividere il patrimonio coniugale a danno di entrambi i coniugi. In questo caso la caduta in termini reddituali e di status è rapida e ha importanti ricadute sull’identità dei soggetti. Tali forme di povertà, accanto alle vecchie, rappresentano per l’intero Stato Civile, un problema non solo etico e morale, ma anche sociale, traducendosi spesso in esclusione e auto-esclusione, ossia in reazioni che “spingono le persone ai margini della società, limitando il loro accesso alle risorse e alle opportunità, riducendo la loro partecipazione alla vita sociale e culturale, lasciandoli emarginati, deboli e discriminati”. Ciò fa comprendere l’importanza di una costante tensione conoscitiva verso il fenomeno delle povertà, e verso tutti gli strumenti, istituzionali e non, messi in campo per far fronte a tali fenomeni in continua evoluzione. All’interno di questo quadro di riferimento e nell’ambito di tale progetto, è stata effettuata la mappatura, all’interno delle aree metropolitane (Bari, Foggia, Lecce, Brindisi, Taranto, Andria, Barletta, Trani), delle associazioni che si occupano di interventi nel sociale inerenti i fenomeni di povertà e nuove povertà. Tale mappatura è stata effettuata partendo da interviste in profondità ai Responsabili di Ambito di ciascuna area metropolitana. Tali interviste sono state utili, in primo luogo, perché hanno permesso di declinare meglio il concetto di povertà con i diversi aspetti in cui il fenomeno si manifesta in ciascun territorio preso in esame; in secondo luogo perché attraverso le interviste si sono potuti avere i primi elementi per comprendere il grado di collaborazione tra enti e associazioni presenti sul territorio; un ulteriore elemento positivo è stata la collaborazione di ciascun Responsabile nel fornire al gruppo di ricerca l’elenco delle associazioni che collaborano con loro per il contrasto al fenomeno della povertà. Partendo dai nominativi forniti dai Responsabili è stato possibile effettuare un primo confronto con gli elenchi delle associazioni iscritte all’albo regionale: il risultato ha portato ad avere un elenco delle associazioni che sono effettivamente operative sul territorio. A questo elenco si sono aggiunte poi le sedi Caritas e Croce Rossa Italiana, per ciascuna area territoriale, che, seppur non facendo parte dell’associazionismo, rappresentano comunque una realtà particolarmente attiva nel contrastare il fenomeno della povertà. Il primo contatto con le associazioni è avvenuto telefonicamente, somministrando un questionario molto breve per verificarne l’operato sul campo, e chiedendone poi la disponibilità a partecipare al focus group dell’area territoriale in cui l’associazione operava. Sono stati realizzati 7 focus group, per motivi logistici si è infatti dovuto accorpare il territorio di Andria e Barletta convocando le associazioni in un unico incontro. I focus group sono stati finalizzati a capire il modo in cui le associazioni operano sul territorio ed il confronto che ne è scaturito è stato molto utile per comprendere la loro capacità di fare rete sul territorio. Alla fine di ciascun focus è stato fornito un questionario a ciascun partecipante attraverso il quale si è voluto effettuare, attraverso un software specifico, una network analisys di ciascuna area territoriale e verificare la grandezza e l’intensità delle reti attivate sul territorio da ciascuna associazione. Queste attività (intervista ai Responsabili di Ambito – focus group associazioni) hanno costituito la parte “operativa” sul campo del progetto volta a costruire un quadro della situazione reale e a rilevare le tipologie di relazioni, le problematiche e i conflitti fra le associazioni stesse e fra le associazioni e la Pubblica Amministrazione. La seconda parte del progetto ha riguardato invece l’analisi qualitativa delle interviste e dei focus group, attraverso l’analisi dei contenuti e delle problematiche emerse potendo così verificare il modo in cui le attività degli attori coinvolti nella ricerca integrano, supportano o si sostituiscono alle politiche sia regionali sia locali. Tale verifica è stata effettuata attraverso strumenti quantitativi e qualitativi con l’obiettivo di cercare di costruire un modello analitico che possa non solo fornire un quadro strutturato della situazione relativamente alle aree urbane indagate, ma anche gettare le basi per un modello da adottare anche per l’eventuale analisi delle aree non prese in considerazione dal progetto.
2013
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/391306
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