Le cave costiere di macine granarie e olearie sommerse o sollevate rispetto al livello attuale del mare possono essere significativi indicatori di movimenti verticali relativi mare-terra. Il contributo esamina una serie di cave costiere per l’estrazione di macine cilindriche ubicate in Italia meridionale ed in gran parte inedite: Capo d’Orlando e Letojanni in Sicilia; Soverato, Tropea e Capo dell’Armi in Calabria; Palinuro, Scario e Castellabate in Campania, San Vito presso Polignano in Puglia. Una rassegna delle destinazioni d’uso di questi manufatti evidenzia la longevità della macina cilindrica di diametro superiore al metro come strumento utile alla lavorazione sia dell’olio che dei cereali; questo rende difficoltoso precisare il range cronologico di gran parte dei siti in esame; l’unica cava che restituisce dati puntuali relativi al periodo di sfruttamento e abbandono è quella del Molare di Scario (Sa), grazie alla presenza di depositi stratigrafici e datazioni al radiocarbonio. I valori di profondità (rispetto al livello del mare) e l’età di questo sito coincidono perfettamente con l’andamento della curva glacio-idro-isostatica predetta. Ponendo sulla stessa curva i dati di quota attuale (rispetto al livello del mare) degli altri siti stabili (S. Vito di Polignano, Palinuro, Castellabate), si è potuto ipotizzare la possibile datazione degli stessi, con un processo inverso a quello solitamente applicato.

Cave costiere di macine in italia: nuove evidenze e ipotesi cronologica

AURIEMMA, Rita;
2014-01-01

Abstract

Le cave costiere di macine granarie e olearie sommerse o sollevate rispetto al livello attuale del mare possono essere significativi indicatori di movimenti verticali relativi mare-terra. Il contributo esamina una serie di cave costiere per l’estrazione di macine cilindriche ubicate in Italia meridionale ed in gran parte inedite: Capo d’Orlando e Letojanni in Sicilia; Soverato, Tropea e Capo dell’Armi in Calabria; Palinuro, Scario e Castellabate in Campania, San Vito presso Polignano in Puglia. Una rassegna delle destinazioni d’uso di questi manufatti evidenzia la longevità della macina cilindrica di diametro superiore al metro come strumento utile alla lavorazione sia dell’olio che dei cereali; questo rende difficoltoso precisare il range cronologico di gran parte dei siti in esame; l’unica cava che restituisce dati puntuali relativi al periodo di sfruttamento e abbandono è quella del Molare di Scario (Sa), grazie alla presenza di depositi stratigrafici e datazioni al radiocarbonio. I valori di profondità (rispetto al livello del mare) e l’età di questo sito coincidono perfettamente con l’andamento della curva glacio-idro-isostatica predetta. Ponendo sulla stessa curva i dati di quota attuale (rispetto al livello del mare) degli altri siti stabili (S. Vito di Polignano, Palinuro, Castellabate), si è potuto ipotizzare la possibile datazione degli stessi, con un processo inverso a quello solitamente applicato.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/389674
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