Nel corso degli ultimi anni le attività di ricerca del gruppo di lavoro afferente al Dipartimento Beni Culturali dell’Università del Salento hanno considerevolmente incrementato la banca dati del sistema informativo della Carta Archeologica Subacquea. In particolare, risultano di notevole rilevanza alcuni relitti di età medievale e moderna, peraltro rinvenuti in ambiente di spiaggia, alati o arenatisi, ed attualmente giacenti tra -1.5 e -2.5 m; elemento comune è la valenza di indicatori di variazioni relative del livello del mare e del profilo costiero, da comparare con i modelli eustatici più recenti, come la curva di Lambeck. Il relitto del Bacino Grande di Porto Cesareo (Le), scoperto nel 2010, è stato datato tramite C14 (CEDAD – Università del Salento) tra fine del IX e X secolo; alcune peculiarità costruttive rimanderebbero al Mediterraneo orientale, ponendo quindi stimolanti quesiti sulla possibile provenienza del natante e sulle influenze culturali che denota. Un tassello significativo per la conoscenza dell’importante sito archeologico rappresentato dalla baia di Torre Santa Sabina (Br) è costituito dal presunto relitto postmedievale Torre S. Sabina 5, individuato già nel 1999 a seguito di una operazione congiunta dell’ICR e del Museo Provinciale di Brindisi, ma oggetto di un nuovo intervento di scavo dell’Università del Salento nel 2010. Lo studio di vari reperti, talora attribuiti allo stesso scafo, mira a precisarne entità e cronologia. Il relitto delle Cesine (Le) è una grossa imbarcazione di età moderna (XVIII – XIX secolo) molto ben conservata (oltre 25 m in lunghezza) con spesso fasciame, ordinate grosse e serrate e lamina di rame di rivestimento, a cui sono presumibilmente riferibili due cannoni poco distanti. Analogo ad esso è il relitto di Torre Rinalda (Le), alcuni chilometri più a nord, nella cui area poppiera si è individuata una serie di barilotti contenenti polvere da sparo, palle di moschetto e sostanze antidetonanti. I processi formativi di questi relitti trovano un prezioso riferimento in un atto notarile degli inizi dell’Ottocento, che attesta lo scampato naufragio di una nave salpata da Trieste ed incagliatasi proprio nelle acque antistanti le Cesine.

Relitti di età medievale e moderna lungo le coste del Salento: lo stato delle ricerche

ALFONSO, CRISTIANO;AURIEMMA, Rita;
2014-01-01

Abstract

Nel corso degli ultimi anni le attività di ricerca del gruppo di lavoro afferente al Dipartimento Beni Culturali dell’Università del Salento hanno considerevolmente incrementato la banca dati del sistema informativo della Carta Archeologica Subacquea. In particolare, risultano di notevole rilevanza alcuni relitti di età medievale e moderna, peraltro rinvenuti in ambiente di spiaggia, alati o arenatisi, ed attualmente giacenti tra -1.5 e -2.5 m; elemento comune è la valenza di indicatori di variazioni relative del livello del mare e del profilo costiero, da comparare con i modelli eustatici più recenti, come la curva di Lambeck. Il relitto del Bacino Grande di Porto Cesareo (Le), scoperto nel 2010, è stato datato tramite C14 (CEDAD – Università del Salento) tra fine del IX e X secolo; alcune peculiarità costruttive rimanderebbero al Mediterraneo orientale, ponendo quindi stimolanti quesiti sulla possibile provenienza del natante e sulle influenze culturali che denota. Un tassello significativo per la conoscenza dell’importante sito archeologico rappresentato dalla baia di Torre Santa Sabina (Br) è costituito dal presunto relitto postmedievale Torre S. Sabina 5, individuato già nel 1999 a seguito di una operazione congiunta dell’ICR e del Museo Provinciale di Brindisi, ma oggetto di un nuovo intervento di scavo dell’Università del Salento nel 2010. Lo studio di vari reperti, talora attribuiti allo stesso scafo, mira a precisarne entità e cronologia. Il relitto delle Cesine (Le) è una grossa imbarcazione di età moderna (XVIII – XIX secolo) molto ben conservata (oltre 25 m in lunghezza) con spesso fasciame, ordinate grosse e serrate e lamina di rame di rivestimento, a cui sono presumibilmente riferibili due cannoni poco distanti. Analogo ad esso è il relitto di Torre Rinalda (Le), alcuni chilometri più a nord, nella cui area poppiera si è individuata una serie di barilotti contenenti polvere da sparo, palle di moschetto e sostanze antidetonanti. I processi formativi di questi relitti trovano un prezioso riferimento in un atto notarile degli inizi dell’Ottocento, che attesta lo scampato naufragio di una nave salpata da Trieste ed incagliatasi proprio nelle acque antistanti le Cesine.
2014
9788862924221
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