Quando la differenza fa la politica non indica la politica fatta dalle “donne in quanto donne”, ma vuole cercare tracce e testimonianze di un altro modo di intendere e di praticare la politica, un modo più efficace, sovversivo e inedito; un modo che mostri le donne come presenza viva e parlante e non come oggetto del discorso politico, non come una questione sociale o come una categoria colpita da determinate ingiustizie e violenze o, peggio come un criterio numerico da adottare per i consigli di amministrazione. Quando la differenza fa la politica vuole mettere in scena la parola autorevole delle donne, la competenza simbolica del reale che esse hanno o hanno avuto, e più che una questione di presenze o di quote vuole lamentare l’assenza del sapere politico delle donne dalle analisi e dalle pratiche che la storia del pensiero filosofico-politico-economico ha raccontato; vuole cercare il perché a pochissime donne sia stata data e riconosciuta parola autorevole, vuole sottolineare il dato che l’assenza della loro parola e della loro prospettiva autorevole ha indebolito le osservazioni e le pratiche rilevanti del sapere, ha impoverito scelte istituzionali e distorto valutazioni economiche di interi paesi. Quando la differenza fa la politica vuole sottolineare che l’esperienza e il punto di vista delle donne, quello che esse vivono e pensano è condizione ormai irreversibile per leggere i rapporti sociali e politici.
Quando la differenza fa la politica, Milella, Lecce 2014, di Marisa Forcina Quando la differenza fa la politica, pp. 9-18, ISBN978-88-7048-562-2.
FORCINA, Marisa
2014-01-01
Abstract
Quando la differenza fa la politica non indica la politica fatta dalle “donne in quanto donne”, ma vuole cercare tracce e testimonianze di un altro modo di intendere e di praticare la politica, un modo più efficace, sovversivo e inedito; un modo che mostri le donne come presenza viva e parlante e non come oggetto del discorso politico, non come una questione sociale o come una categoria colpita da determinate ingiustizie e violenze o, peggio come un criterio numerico da adottare per i consigli di amministrazione. Quando la differenza fa la politica vuole mettere in scena la parola autorevole delle donne, la competenza simbolica del reale che esse hanno o hanno avuto, e più che una questione di presenze o di quote vuole lamentare l’assenza del sapere politico delle donne dalle analisi e dalle pratiche che la storia del pensiero filosofico-politico-economico ha raccontato; vuole cercare il perché a pochissime donne sia stata data e riconosciuta parola autorevole, vuole sottolineare il dato che l’assenza della loro parola e della loro prospettiva autorevole ha indebolito le osservazioni e le pratiche rilevanti del sapere, ha impoverito scelte istituzionali e distorto valutazioni economiche di interi paesi. Quando la differenza fa la politica vuole sottolineare che l’esperienza e il punto di vista delle donne, quello che esse vivono e pensano è condizione ormai irreversibile per leggere i rapporti sociali e politici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.