La mostra, promossa dal Dipartimento di Studi Umanistici (DiSU)dell’Università di Trieste e dal Comune di Marano Lagunare, si lega idealmente al progetto Storie dal mare, condotto dall’Ateneo triestino in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, nel corso del quale sono stati realizzati interventi di ricerca archeologica subacquea su giacimenti sommersi dell’alto Adriatico, in particolare della Laguna di Marano. L’esposizione Alle porte del mare, la prima dedicata alla storia e all’archeologia del comprensorio lagunare, presenta al pubblico le nuove scoperte e tutte le più importanti testimonianze archeologiche del territorio attraverso una ricca collezione di reperti, in gran parte inediti, provenienti da diversi musei della regione: il Museo Archeologico della Laguna di Marano, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, il Museo Archeologico dei Civici Musei di Udine e il Museo Friulano di Storia Naturale. Il tema centrale è l’archeologia del paesaggio lagunare: questo, dall’antichità ad oggi, ha determinato forme e modi dell’insediamento umano e qui più che altrove i due aspetti, culturale e ambientale, sono fortemente connessi. Occorre cogliere le profonde trasformazioni di questo paesaggio d’acqua per tentare di comprendere la storia dei gruppi umani che lo hanno popolato nel corso dei secoli. Altra linea-guida della mostra è la laguna come “cerniera” tra le vie di terra e le vie del mare, come punto di passaggio obbligato per scambi, transazioni, merci, genti e storie di mare. La particolare conformazione del comprensorio e la sua collocazione “sospesa” tra mare e terra rendono immediatamente percettibili le ragioni della sua rilevanza storico-archeologica: nell’antichità dovettero rappresentare degli elementi di forte attrazione per una capillare occupazione e per un intenso sfruttamento a fini commerciali. L’area era naturalmente dotata di un ruolo centrale nello scambio di merci e prodotti: si trovava in corrispondenza dello sbocco di alcuni tra i principali corsi d’acqua navigabili della regione (Stella, Zellina, Corno, Aussa) e, in età romana, in diretto collegamento con il grande porto di Aquileia tramite il Canale Anfora e nel punto di connessione tra il sistema di navigazione per acque interne e quello per mare aperto.

Alle porte del mare. Paesaggi d’acqua e di storia nella laguna di Marano, Catalogo della mostra

AURIEMMA, Rita;
2013-01-01

Abstract

La mostra, promossa dal Dipartimento di Studi Umanistici (DiSU)dell’Università di Trieste e dal Comune di Marano Lagunare, si lega idealmente al progetto Storie dal mare, condotto dall’Ateneo triestino in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, nel corso del quale sono stati realizzati interventi di ricerca archeologica subacquea su giacimenti sommersi dell’alto Adriatico, in particolare della Laguna di Marano. L’esposizione Alle porte del mare, la prima dedicata alla storia e all’archeologia del comprensorio lagunare, presenta al pubblico le nuove scoperte e tutte le più importanti testimonianze archeologiche del territorio attraverso una ricca collezione di reperti, in gran parte inediti, provenienti da diversi musei della regione: il Museo Archeologico della Laguna di Marano, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, il Museo Archeologico dei Civici Musei di Udine e il Museo Friulano di Storia Naturale. Il tema centrale è l’archeologia del paesaggio lagunare: questo, dall’antichità ad oggi, ha determinato forme e modi dell’insediamento umano e qui più che altrove i due aspetti, culturale e ambientale, sono fortemente connessi. Occorre cogliere le profonde trasformazioni di questo paesaggio d’acqua per tentare di comprendere la storia dei gruppi umani che lo hanno popolato nel corso dei secoli. Altra linea-guida della mostra è la laguna come “cerniera” tra le vie di terra e le vie del mare, come punto di passaggio obbligato per scambi, transazioni, merci, genti e storie di mare. La particolare conformazione del comprensorio e la sua collocazione “sospesa” tra mare e terra rendono immediatamente percettibili le ragioni della sua rilevanza storico-archeologica: nell’antichità dovettero rappresentare degli elementi di forte attrazione per una capillare occupazione e per un intenso sfruttamento a fini commerciali. L’area era naturalmente dotata di un ruolo centrale nello scambio di merci e prodotti: si trovava in corrispondenza dello sbocco di alcuni tra i principali corsi d’acqua navigabili della regione (Stella, Zellina, Corno, Aussa) e, in età romana, in diretto collegamento con il grande porto di Aquileia tramite il Canale Anfora e nel punto di connessione tra il sistema di navigazione per acque interne e quello per mare aperto.
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