La sensibilità che il patriota e memorialista salentino Sigismondo Castromediano (1811-1895) avvertì nei riguardi dei temi dell’educazione e dell’istruzione pubbliche rimanda a un aspetto assai significativo di quella strenua operosità culturale che contrassegnò gli anni del ritiro dalla vita parlamentare del duca cavallinese (in particolare gli anni Sessanta-Settanta dell’Ottocento). L’assillo del Castromediano, in linea con gli avviati propositi governativi di secolarizzazione degli istituti scolastici, ma pure in continuità con la sua impostazione liberale, laica, patriottica, fu quello di sganciare l’universo dell’istruzione femminile dalla conduzione religiosa, che a suo giudizio non garantiva alle fanciulle leccesi un traguardo educativo moderno, ispirato ai valori laici e nazionali. E ciò nel solco di una proposta educativa più pratica, più utile e più spendibile, realizzabile in virtù di un allargamento delle conoscenze delle alunne e di un’opportuna ricalibratura dei metodi d’insegnamento. Fu così che il Castromediano, presidente della Commissione provinciale per il riordinamento secolare dell’Istituto “Vittorio Emanuele II” di Lecce, nel febbraio del 1872 chiamò a dirigere l’educandato l’educatrice milanese Luisa Amalia Paladini (1810-1872), impegnata autrice di romanzi educativi e di genere, nonché direttrice delle scuole normali femminili di Firenze. Direzione breve (per via della prematura morte della milanese), ma molto incisiva per i metodi e le scelte operate (come bene documentano le lettere inedite della Paladini pubblicate nel saggio), tale da lasciare il segno nella storia a venire dell’Istituto, che dopo una serie di sfortunate reggenze laiche, nel 1882 si sarebbe nuovamente affidato alla gestione confessionale (quella delle milanesi suore Marcelline). Nonostante ciò, come si dimostra nel contributo, non fu quella una sconfitta per il pugnace duca salentino, dal momento che ciò che gli stette unicamente a cuore fu il progresso delle giovani menti salentine, obiettivo per il quale si spese sempre energicamente con l’apporto di un personale e fattivo contributo.

«Scuoter le masse dall’ignoranza e nutrirle col pane del sapere». La battaglia pedagogica di Sigismondo Castromediano (con lettere inedite di Luisa Amalia Paladini).

SCARDICCHIO, Andrea
2014-01-01

Abstract

La sensibilità che il patriota e memorialista salentino Sigismondo Castromediano (1811-1895) avvertì nei riguardi dei temi dell’educazione e dell’istruzione pubbliche rimanda a un aspetto assai significativo di quella strenua operosità culturale che contrassegnò gli anni del ritiro dalla vita parlamentare del duca cavallinese (in particolare gli anni Sessanta-Settanta dell’Ottocento). L’assillo del Castromediano, in linea con gli avviati propositi governativi di secolarizzazione degli istituti scolastici, ma pure in continuità con la sua impostazione liberale, laica, patriottica, fu quello di sganciare l’universo dell’istruzione femminile dalla conduzione religiosa, che a suo giudizio non garantiva alle fanciulle leccesi un traguardo educativo moderno, ispirato ai valori laici e nazionali. E ciò nel solco di una proposta educativa più pratica, più utile e più spendibile, realizzabile in virtù di un allargamento delle conoscenze delle alunne e di un’opportuna ricalibratura dei metodi d’insegnamento. Fu così che il Castromediano, presidente della Commissione provinciale per il riordinamento secolare dell’Istituto “Vittorio Emanuele II” di Lecce, nel febbraio del 1872 chiamò a dirigere l’educandato l’educatrice milanese Luisa Amalia Paladini (1810-1872), impegnata autrice di romanzi educativi e di genere, nonché direttrice delle scuole normali femminili di Firenze. Direzione breve (per via della prematura morte della milanese), ma molto incisiva per i metodi e le scelte operate (come bene documentano le lettere inedite della Paladini pubblicate nel saggio), tale da lasciare il segno nella storia a venire dell’Istituto, che dopo una serie di sfortunate reggenze laiche, nel 1882 si sarebbe nuovamente affidato alla gestione confessionale (quella delle milanesi suore Marcelline). Nonostante ciò, come si dimostra nel contributo, non fu quella una sconfitta per il pugnace duca salentino, dal momento che ciò che gli stette unicamente a cuore fu il progresso delle giovani menti salentine, obiettivo per il quale si spese sempre energicamente con l’apporto di un personale e fattivo contributo.
2014
9788867660780
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