Bonifacio Bembo, cremonese, è il principale pittore tardogotico del ducato di Milano. Titolare, con i fratelli, di una bottega attrezzatissima, è al servizio di tre duchi: Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza e Galeazzo Maria Sforza. Tra chiese e castelli, residenze ducali e scriptoria conventuali, feudatari e priori, la bottega è impegnata in un’attività variegata e quasi frenetica. I tarocchi, un’eccellenza tutta bembesca, sono “un sogno di profanità fulgida e assurda”, l’emblema effimero della “civiltà degli ori lombardi” evocata da Roberto Longhi. Partendo dalle carte viscontee del mazzo di Brera, affiancate da pochi, sceltissimi pezzi, tra pittura e “arti congeneri”, la mostra si propone di dipanare, per quanto possibile, alcuni dei molti problemi critici da sempre legati a Bonifacio e ai suoi fratelli.
I tarocchi dei Bembo. Dal cuore del Ducato di Milano alle corti della valle del Po
TANZI, Marco Pierattilio
2013-01-01
Abstract
Bonifacio Bembo, cremonese, è il principale pittore tardogotico del ducato di Milano. Titolare, con i fratelli, di una bottega attrezzatissima, è al servizio di tre duchi: Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza e Galeazzo Maria Sforza. Tra chiese e castelli, residenze ducali e scriptoria conventuali, feudatari e priori, la bottega è impegnata in un’attività variegata e quasi frenetica. I tarocchi, un’eccellenza tutta bembesca, sono “un sogno di profanità fulgida e assurda”, l’emblema effimero della “civiltà degli ori lombardi” evocata da Roberto Longhi. Partendo dalle carte viscontee del mazzo di Brera, affiancate da pochi, sceltissimi pezzi, tra pittura e “arti congeneri”, la mostra si propone di dipanare, per quanto possibile, alcuni dei molti problemi critici da sempre legati a Bonifacio e ai suoi fratelli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.