La fase di ammissione della prova in dibattimento, morfologicamente descrivibile come sequenza iniziale e autonoma del procedimento probatorio, deputata alla selezione dei mezzi da esperire per la verifica dell’ipotesi formulata dal pubblico ministero, è disciplinata da un reticolo di regole che operano su due piani diversi, ma complementari: le norme che modulano la ripartizione dei poteri di iniziativa probatoria tra le parti e il giudice, declinabili attraverso lo schema dispositivo vs anti-dispositivo; le disposizioni che tracciano il volto polimorfico del “diritto” alla prova, delineando parametri, preambolo dialettico e caratteri della decisione giudiziale, anche di quella che, alla luce di un mutato quadro gnoseologico, revochi una precedente statuizione in ordine all’ammissibilità della prova. Chi osservi in filigrana la costante interazione tra i due piani normativi nell’evolvere della sequenza ammissiva ne trae una rappresentazione, di tipo quasi geometrico, dei vari punti di contatto, identificativi, in un certo momento, della dislocazione dei poteri di impulso probatorio e della cifra del “diritto” alla prova. Da questa idea nasce l’intento, perseguito col presente lavoro, da un lato, di svelare la complessa fisionomia del thema probandum e le variabili, talora sfuggenti, che ne accompagnano la proiezione dinamica nel dibattimento, dall’altro, di ripercorrere le scansioni del subprocedimento di ammissione della prova per cogliervi le situazioni giuridiche che regolano sia i rapporti interni tra i contendenti, sia quelli esterni tra le parti e il giudice.

L'ammissione della prova in dibattimento

Adorno, Rossano
2012-01-01

Abstract

La fase di ammissione della prova in dibattimento, morfologicamente descrivibile come sequenza iniziale e autonoma del procedimento probatorio, deputata alla selezione dei mezzi da esperire per la verifica dell’ipotesi formulata dal pubblico ministero, è disciplinata da un reticolo di regole che operano su due piani diversi, ma complementari: le norme che modulano la ripartizione dei poteri di iniziativa probatoria tra le parti e il giudice, declinabili attraverso lo schema dispositivo vs anti-dispositivo; le disposizioni che tracciano il volto polimorfico del “diritto” alla prova, delineando parametri, preambolo dialettico e caratteri della decisione giudiziale, anche di quella che, alla luce di un mutato quadro gnoseologico, revochi una precedente statuizione in ordine all’ammissibilità della prova. Chi osservi in filigrana la costante interazione tra i due piani normativi nell’evolvere della sequenza ammissiva ne trae una rappresentazione, di tipo quasi geometrico, dei vari punti di contatto, identificativi, in un certo momento, della dislocazione dei poteri di impulso probatorio e della cifra del “diritto” alla prova. Da questa idea nasce l’intento, perseguito col presente lavoro, da un lato, di svelare la complessa fisionomia del thema probandum e le variabili, talora sfuggenti, che ne accompagnano la proiezione dinamica nel dibattimento, dall’altro, di ripercorrere le scansioni del subprocedimento di ammissione della prova per cogliervi le situazioni giuridiche che regolano sia i rapporti interni tra i contendenti, sia quelli esterni tra le parti e il giudice.
2012
9788834838259
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