Alla domanda, formulata nel solco dell’eredità hegeliana, se l’arte è ancora un’esemplare occasione di comprensione critica delle prestazioni della nostra sensibilità, le avanguardie artistiche del Novecento hanno risposto destituendo legittimità al bello nell’arte. Al tramonto della bellezza nell’arte ha fatto però riscontro un suo dilagare nell’intero mondo della vita, dando vita ad una estetizzazione diffusa. Un orientamento oggi largamente prevalente ha quindi contrapposto al modello hegeliano l’interpretazione kantiana dell’estetica, che recupera in tutto il suo spessore la pregnanza dell’etimo greco (aisthesis) e riflette sulla costituzione del nostro sentire: quel “senso che abbiamo in comune”, basato sul sensus communis, che è il fondamento della universale comunicabilità delle nostre sensazioni, percezioni ed emozioni, le quali a loro volta reclamano consenso e s’accendono di fronte ad opere originali e creative. Ma che cos’è, in buona sostanza, il marketing se non attenzione, anche sensibile, ai bisogni del consumatore, al quale comunicare in modo accattivante una marca e riceverne, con l’acquisto, un concreto consenso? Si tratta di spunti e di stimoli che l’estetica è in grado di suggerire ad un marketing riqualificato rispetto alla sua impostazione tradizionale, a cui aggiunge capacità di comprensione dello “spirito” della modernità, offrendo soluzioni creative per operare con successo e reggere la sfida del nuovo mercato, spietatamente competitivo e in rapida evoluzione.

Estetica & Marketing

PELLEGRINO, Paolo Tommaso
2010-01-01

Abstract

Alla domanda, formulata nel solco dell’eredità hegeliana, se l’arte è ancora un’esemplare occasione di comprensione critica delle prestazioni della nostra sensibilità, le avanguardie artistiche del Novecento hanno risposto destituendo legittimità al bello nell’arte. Al tramonto della bellezza nell’arte ha fatto però riscontro un suo dilagare nell’intero mondo della vita, dando vita ad una estetizzazione diffusa. Un orientamento oggi largamente prevalente ha quindi contrapposto al modello hegeliano l’interpretazione kantiana dell’estetica, che recupera in tutto il suo spessore la pregnanza dell’etimo greco (aisthesis) e riflette sulla costituzione del nostro sentire: quel “senso che abbiamo in comune”, basato sul sensus communis, che è il fondamento della universale comunicabilità delle nostre sensazioni, percezioni ed emozioni, le quali a loro volta reclamano consenso e s’accendono di fronte ad opere originali e creative. Ma che cos’è, in buona sostanza, il marketing se non attenzione, anche sensibile, ai bisogni del consumatore, al quale comunicare in modo accattivante una marca e riceverne, con l’acquisto, un concreto consenso? Si tratta di spunti e di stimoli che l’estetica è in grado di suggerire ad un marketing riqualificato rispetto alla sua impostazione tradizionale, a cui aggiunge capacità di comprensione dello “spirito” della modernità, offrendo soluzioni creative per operare con successo e reggere la sfida del nuovo mercato, spietatamente competitivo e in rapida evoluzione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/374327
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