Negli anni Cinquanta del Novecento il contesto del dopoguerra giocava a sfavore di qualsiasi impegno artistico nel genere della canzone, destinato al semplice intrattenimento, a dispetto di ogni stimolo al rinnovamento delle arti impresso dalla fine del conflitto mondiale. Specie durante la prima metà del decennio, il logorio della tradizione belcantistica e melodrammatica ottocentesca, la scarsa osmosi con le tradizioni del canto popolare, e la resistenza alla penetrazione di ogni influenza straniera provocavano un vero e proprio immobilismo creativo. Questo ostinato provincialismo comincia a sciogliersi verso metà decennio tramite nuovi media quali il disco a 45 giri, il juke-box, la nascente televisione, e soprattutto la promozione discografica che, in radio, rendeva obsoleti i cantanti tradizionalisti legati alle orchestre della Rai, anche se nel frattempo il neonato Festival di Sanremo tendeva inizialmente a riproporre gli stereotipi più frusti. In base a queste premesse viene analizzato lo stile dei principali autori di canzone attivi durante il decennio, prestando attenzione ai pochi ma già vivaci spunti innovativi - provenienti dalla commedia musicale, dall’importazione di ritmi esotici, da un uso fantasioso di alcuni dialetti - che anticipano il rinnovamento di autori, interpreti, linguaggi ed espressioni canore degli anni Sessanta.
Cantare all'italiana. Problemi e prospettive della canzone italiana attorno al 1950
SALVATORE, Gianfranco
1998-01-01
Abstract
Negli anni Cinquanta del Novecento il contesto del dopoguerra giocava a sfavore di qualsiasi impegno artistico nel genere della canzone, destinato al semplice intrattenimento, a dispetto di ogni stimolo al rinnovamento delle arti impresso dalla fine del conflitto mondiale. Specie durante la prima metà del decennio, il logorio della tradizione belcantistica e melodrammatica ottocentesca, la scarsa osmosi con le tradizioni del canto popolare, e la resistenza alla penetrazione di ogni influenza straniera provocavano un vero e proprio immobilismo creativo. Questo ostinato provincialismo comincia a sciogliersi verso metà decennio tramite nuovi media quali il disco a 45 giri, il juke-box, la nascente televisione, e soprattutto la promozione discografica che, in radio, rendeva obsoleti i cantanti tradizionalisti legati alle orchestre della Rai, anche se nel frattempo il neonato Festival di Sanremo tendeva inizialmente a riproporre gli stereotipi più frusti. In base a queste premesse viene analizzato lo stile dei principali autori di canzone attivi durante il decennio, prestando attenzione ai pochi ma già vivaci spunti innovativi - provenienti dalla commedia musicale, dall’importazione di ritmi esotici, da un uso fantasioso di alcuni dialetti - che anticipano il rinnovamento di autori, interpreti, linguaggi ed espressioni canore degli anni Sessanta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.