I dipinti murali, oggetto di questa pubblicazione, appartengono ad un palazzo situato nella città di Jaipur in Rajasthan che noi, per l’abbondanza di immagini femminili, abbiamo voluto chiamare ‘Casa Delle Belle Donne. Nell’ ‘800 ne era proprietaria una prestigiosa famiglia di sacerdoti, purohit, a stretto contatto con il Maharaja Ram Singh II, immortalato tra i dipinti con cinque ritratti. La sala dei ricevimenti con i suoi fastosi dipinti, oltre a donarci il gusto – rasa – della ‘cosa bella’ nello sfavillio dei colori e nel fascino romantico delle immagini, ci introduce nell’ormai lontano mondo dei maharaja, i prodi guerrieri dal ‘forte sentire’ delle antiche leggende e, nello stesso tempo, nelle altrettanto favolose atmosfere dei loro palazzi dove essi venivano trattati come divinità viventi, alle quali tutto era concesso, lussi e sregolatezze, agi e delizie di ogni tipo. Nello stesso tempo le pitture forniscono un validissimo e si può dire unico mezzo per entrare nella loro quotidianità attraverso la riproduzione meticolosa degli ambienti, arredamenti, oggetti, ma anche di rituali e festività che ormai stanno scomparendo o sono ormai definitivamente perduti.

Sguardo sull' '800 indiano. Jaipur, dipinti murali della 'Casa delle belle Donne'

CIMINO, ROSA MARIA
2012-01-01

Abstract

I dipinti murali, oggetto di questa pubblicazione, appartengono ad un palazzo situato nella città di Jaipur in Rajasthan che noi, per l’abbondanza di immagini femminili, abbiamo voluto chiamare ‘Casa Delle Belle Donne. Nell’ ‘800 ne era proprietaria una prestigiosa famiglia di sacerdoti, purohit, a stretto contatto con il Maharaja Ram Singh II, immortalato tra i dipinti con cinque ritratti. La sala dei ricevimenti con i suoi fastosi dipinti, oltre a donarci il gusto – rasa – della ‘cosa bella’ nello sfavillio dei colori e nel fascino romantico delle immagini, ci introduce nell’ormai lontano mondo dei maharaja, i prodi guerrieri dal ‘forte sentire’ delle antiche leggende e, nello stesso tempo, nelle altrettanto favolose atmosfere dei loro palazzi dove essi venivano trattati come divinità viventi, alle quali tutto era concesso, lussi e sregolatezze, agi e delizie di ogni tipo. Nello stesso tempo le pitture forniscono un validissimo e si può dire unico mezzo per entrare nella loro quotidianità attraverso la riproduzione meticolosa degli ambienti, arredamenti, oggetti, ma anche di rituali e festività che ormai stanno scomparendo o sono ormai definitivamente perduti.
2012
9788867660063
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