La Collana intende dar consistenza alle diverse forme di scrittura testimoniale che, in qualche modo, gravitano nell’ambito della ricerca etnografica. Non sempre, infatti, l’investigazione accademica ad impianto qualitativo riesce a ricondurre tali forme scrittorie nell’alveo della tradizione sociologica. Accade tuttavia che taluni suoi protocolli, con sforzo rabdomantico, inducano a ispezionare fonti remote su cui fondare i propri saperi ben oltre i segni empirici che ne governano gli impianti epistemologici. Col risultato di lasciare spazio per scrutare dentro a bacini inesplorati e soprattutto utilizzando filtri scrittorî sicuramente meno sofisticati, meno compromessi dai protocolli linguistici dei contesti disciplinari in cui spesso si occulta una qualche ridondanza accademica. Molte ricerche ufficiali, infatti, risultano insensatamente decuplicate, con effetti perciò né innovativi sul piano metodologico né originali per i risultati conseguiti. E se s’avverte allora il bisogno di rintracciare una qualche fonte che dia linfa nuova alla ricerca — non è detto che se ne possano trovare tracce nei bacini obsoleti in cui si continua a scandagliare. Quel che occorre, pertanto, non è un nuovo oggetto—un nuovo bacino di oggetti —, quanto piuttosto un nuovo modo di osservare e scrutare nel nostro concreto mondo della vita, tentando di descriverlo con le diverse lingue e le molteplici sensibilità che abitano questo nostro mondo. Ebbene, è questo il terreno ancora indeterminato su cui è chiamata ad agire l’energia propulsiva di ricercatori che intendano riconoscere e testimoniare le forze sociali in campo; è questo il modo con cui se ne potrà leggere la complessità anche confrontandosi con le diverse espressioni che assumono le “scritture altre” con cui si raccontano le diverse espressioni della ricerca. E benché non sia del tutto chiaro—perché non agiamo la divinazione— la Société Internationale d’Ethnographie ha assunto come mission proprio l’intenzione di rendere disponibili queste plurali forme di scrittura perché possano spalmarsene le potenzialità nel tipico fieldwork di inediti ricercatori etnografici, riflessivi e critici.

Etno-scritture

D'ARMENTO, Vito Antonio
2012-01-01

Abstract

La Collana intende dar consistenza alle diverse forme di scrittura testimoniale che, in qualche modo, gravitano nell’ambito della ricerca etnografica. Non sempre, infatti, l’investigazione accademica ad impianto qualitativo riesce a ricondurre tali forme scrittorie nell’alveo della tradizione sociologica. Accade tuttavia che taluni suoi protocolli, con sforzo rabdomantico, inducano a ispezionare fonti remote su cui fondare i propri saperi ben oltre i segni empirici che ne governano gli impianti epistemologici. Col risultato di lasciare spazio per scrutare dentro a bacini inesplorati e soprattutto utilizzando filtri scrittorî sicuramente meno sofisticati, meno compromessi dai protocolli linguistici dei contesti disciplinari in cui spesso si occulta una qualche ridondanza accademica. Molte ricerche ufficiali, infatti, risultano insensatamente decuplicate, con effetti perciò né innovativi sul piano metodologico né originali per i risultati conseguiti. E se s’avverte allora il bisogno di rintracciare una qualche fonte che dia linfa nuova alla ricerca — non è detto che se ne possano trovare tracce nei bacini obsoleti in cui si continua a scandagliare. Quel che occorre, pertanto, non è un nuovo oggetto—un nuovo bacino di oggetti —, quanto piuttosto un nuovo modo di osservare e scrutare nel nostro concreto mondo della vita, tentando di descriverlo con le diverse lingue e le molteplici sensibilità che abitano questo nostro mondo. Ebbene, è questo il terreno ancora indeterminato su cui è chiamata ad agire l’energia propulsiva di ricercatori che intendano riconoscere e testimoniare le forze sociali in campo; è questo il modo con cui se ne potrà leggere la complessità anche confrontandosi con le diverse espressioni che assumono le “scritture altre” con cui si raccontano le diverse espressioni della ricerca. E benché non sia del tutto chiaro—perché non agiamo la divinazione— la Société Internationale d’Ethnographie ha assunto come mission proprio l’intenzione di rendere disponibili queste plurali forme di scrittura perché possano spalmarsene le potenzialità nel tipico fieldwork di inediti ricercatori etnografici, riflessivi e critici.
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