Le idee di Juan Ginés de Sepúlveda e i suoi scritti sulla conquista del Nuovo mondo e sulla guerra giusta contro gli indios furono al centro di aspri dibattiti nella Spagna del XVI secolo e diedero vita a quella che è passata alla storia come la Controversia di Valladolid che vide l’umanista di Cordoba confrontarsi con Bartolomé de Las Casas in uno dei più importanti dibattiti sui diritti umani dell’età moderna. Sepúlveda però, a differenza di las Casas, non fu mai in America anche se i suoi scritti risultano essere essenziali per la conoscenza e la comprensione del dibattito sulle scoperte americane. In questo lavoro si analizzano quali furono le fonti che Sepúlveda utilizza per poter scrivere e dibattere questioni che non aveva mai visto di persona ma che aveva solo sentito e letto. La sua vocazione di storico imperiale lo muove verso la conoscenza di tutta la storia del tempo e lo spinge ad raccontare e dibattere su tematiche che hanno come fine ultimo il bene dell’impero carolingio e la diffusione della fede e la percezione dello stesso la ricava dalle lettere di Cortés, che egli conosce personalmente e col quale ha la possibilità di colloquiare direttamente.
Juan Ginés de Sepúlveda e la percezione del Nuovo Mondo tra Hernán Cortés e Fernández de Oviedo.
PATISSO, GIUSEPPE
2014-01-01
Abstract
Le idee di Juan Ginés de Sepúlveda e i suoi scritti sulla conquista del Nuovo mondo e sulla guerra giusta contro gli indios furono al centro di aspri dibattiti nella Spagna del XVI secolo e diedero vita a quella che è passata alla storia come la Controversia di Valladolid che vide l’umanista di Cordoba confrontarsi con Bartolomé de Las Casas in uno dei più importanti dibattiti sui diritti umani dell’età moderna. Sepúlveda però, a differenza di las Casas, non fu mai in America anche se i suoi scritti risultano essere essenziali per la conoscenza e la comprensione del dibattito sulle scoperte americane. In questo lavoro si analizzano quali furono le fonti che Sepúlveda utilizza per poter scrivere e dibattere questioni che non aveva mai visto di persona ma che aveva solo sentito e letto. La sua vocazione di storico imperiale lo muove verso la conoscenza di tutta la storia del tempo e lo spinge ad raccontare e dibattere su tematiche che hanno come fine ultimo il bene dell’impero carolingio e la diffusione della fede e la percezione dello stesso la ricava dalle lettere di Cortés, che egli conosce personalmente e col quale ha la possibilità di colloquiare direttamente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.