In due complessi ecclesiastici di Roma, la Certosa di S. Maria degli Angeli e il Convento dei Minimi di San Francesco di Paola a Trinità dei Monti, sono stati recuperati resti faunistici riferibili a livelli di vita dei monasteri. La Regola del relativo Ordine ha influenzato in modo sostanziale la natura del campione. I due contesti, databili tra il XVI e il XVIII secolo, hanno reso una grande quantità di resti di pesce, distinguendosi tuttavia per alcune caratteristiche peculiari. Nella Certosa di S. Maria degli Angeli sono state recuperate numerose ossa di lontra con evidenti tracce di macellazione, che testimoniano il loro consumo. La documentazione contabile della Certosa conservata presso l’Archivio di Stato di Roma ha permesso inoltre un’analisi dettagliata degli alimenti consumati e delle modalità di approvvigionamento. Nella fauna proveniente dal Convento di Trinità dei Monti prevalgono invece resti di tartarughe, anch’esse consumate al posto del pesce.

Alimentazione e pratiche religiose: il caso di due contesti monastici a Roma tra il XVI e il XVIII secolo

DE GROSSI MAZZORIN, Jacopo;MINNITI, CLAUDIA
2000-01-01

Abstract

In due complessi ecclesiastici di Roma, la Certosa di S. Maria degli Angeli e il Convento dei Minimi di San Francesco di Paola a Trinità dei Monti, sono stati recuperati resti faunistici riferibili a livelli di vita dei monasteri. La Regola del relativo Ordine ha influenzato in modo sostanziale la natura del campione. I due contesti, databili tra il XVI e il XVIII secolo, hanno reso una grande quantità di resti di pesce, distinguendosi tuttavia per alcune caratteristiche peculiari. Nella Certosa di S. Maria degli Angeli sono state recuperate numerose ossa di lontra con evidenti tracce di macellazione, che testimoniano il loro consumo. La documentazione contabile della Certosa conservata presso l’Archivio di Stato di Roma ha permesso inoltre un’analisi dettagliata degli alimenti consumati e delle modalità di approvvigionamento. Nella fauna proveniente dal Convento di Trinità dei Monti prevalgono invece resti di tartarughe, anch’esse consumate al posto del pesce.
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