Nei mesi di luglio ed agosto 2011 si è svolta la terza campagna di indagini archeologiche degli Scogli di Apani nel territorio della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Le indagini hanno riguardato il solo SAS B ed in particolare la fascia settentrionale dello stesso con i settori B10, B11, B12, B13 e B14 (2×10 m) e l’angolo SE con i settori B6, B9, B23 e B24 (3×4 m). Nel primo caso sono state completate le indagini avviate nel 2009 (ad ampliamento dell’area indagata nel 2008) raggiungendo i livelli di occupazione della Capanna 2 e il piano pavimentale; nel secondo caso si è avviato un sondaggio stratigrafico al di sotto dei livelli pavimentali della medesima capanna. Nei settori B10-B14, al di sotto del piano di campagna e degli strati di accumulo US 100 e US 101 immediatamente sottostanti (già asportati in quest’area nelle indagini del 2009), vi era il livello dei crolli della struttura US 124. In questo strato cominciavano a comparire alcune buche di palo di piccole e medie dimensioni e accumuli talvolta piuttosto consistenti di materiali ceramici ad impasto, in alcuni casi ancora in posizione funzionale, contenuti per lo più nello strato di occupazione della Capanna 2 (US 173) e talvolta poggiati direttamente sul piano pavimentale della stessa (US 179). Sono state individuate due nuove piastre da focolare (US 197, settori B13-B14: forma irregolarmente circolare, diametro 70-80 cm circa; US 208, settori B11-B12: dimensioni 2,30×1,80 m circa) che, sommate alle tre già messe in luce nella medesima area nel corso delle indagini 2008 e 2009, portano a cinque il numero di questi apprestamenti nel contesto di poche decine di mq all’interno della Capanna 2. Nello stesso settore B12 (quadrante SW) sono inoltre stati scoperti i resti scheletrici in connessione anatomica di un giovane individuo di cane; la posizione di giacitura estremamente raccolta ed il contesto spaziale e funzionale di rinvenimento parrebbero suggerire che possa non trattarsi della morte accidentale di un animale che era all’interno della struttura al momento del suo incendio, ma che si possa piuttosto pensare ad un individuo destinato ad un utilizzo alimentare o, al limite, cultuale. Nel complesso l’indagine della fascia settentrionale del SAS B ha consentito di arricchire il quadro delle conoscenze disponibili sia da un punto di vista meramente planimetrico sia in rapporto alla distribuzione e alla caratterizzazione delle aree funzionali. L’avvio di un sondaggio stratigrafico nei settori B6, B9, B23 e B24 al di sotto del battuto pavimentale della Capanna 2 ha fornito ricche testimonianze relative alla presenza di una struttura per la quale al momento si dispone di dati limitati, ma comunque di grande interesse sia dal punto di vista architettonico che archeologico. Tra i materiali ceramici rinvenuti in questo approfondimento gli elementi diagnostici riconosciuti in corso di scavo sembrerebbero rinviare ad un orizzonte poco più antico di quello della Capanna 2 e quindi riconducibile ad elementi culturali più marcatamente protoappenninici.

Scavi sugli Scogli di Apani (BR). Scavo in concessione al Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento

GUGLIELMINO, Riccardo
2011-01-01

Abstract

Nei mesi di luglio ed agosto 2011 si è svolta la terza campagna di indagini archeologiche degli Scogli di Apani nel territorio della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Le indagini hanno riguardato il solo SAS B ed in particolare la fascia settentrionale dello stesso con i settori B10, B11, B12, B13 e B14 (2×10 m) e l’angolo SE con i settori B6, B9, B23 e B24 (3×4 m). Nel primo caso sono state completate le indagini avviate nel 2009 (ad ampliamento dell’area indagata nel 2008) raggiungendo i livelli di occupazione della Capanna 2 e il piano pavimentale; nel secondo caso si è avviato un sondaggio stratigrafico al di sotto dei livelli pavimentali della medesima capanna. Nei settori B10-B14, al di sotto del piano di campagna e degli strati di accumulo US 100 e US 101 immediatamente sottostanti (già asportati in quest’area nelle indagini del 2009), vi era il livello dei crolli della struttura US 124. In questo strato cominciavano a comparire alcune buche di palo di piccole e medie dimensioni e accumuli talvolta piuttosto consistenti di materiali ceramici ad impasto, in alcuni casi ancora in posizione funzionale, contenuti per lo più nello strato di occupazione della Capanna 2 (US 173) e talvolta poggiati direttamente sul piano pavimentale della stessa (US 179). Sono state individuate due nuove piastre da focolare (US 197, settori B13-B14: forma irregolarmente circolare, diametro 70-80 cm circa; US 208, settori B11-B12: dimensioni 2,30×1,80 m circa) che, sommate alle tre già messe in luce nella medesima area nel corso delle indagini 2008 e 2009, portano a cinque il numero di questi apprestamenti nel contesto di poche decine di mq all’interno della Capanna 2. Nello stesso settore B12 (quadrante SW) sono inoltre stati scoperti i resti scheletrici in connessione anatomica di un giovane individuo di cane; la posizione di giacitura estremamente raccolta ed il contesto spaziale e funzionale di rinvenimento parrebbero suggerire che possa non trattarsi della morte accidentale di un animale che era all’interno della struttura al momento del suo incendio, ma che si possa piuttosto pensare ad un individuo destinato ad un utilizzo alimentare o, al limite, cultuale. Nel complesso l’indagine della fascia settentrionale del SAS B ha consentito di arricchire il quadro delle conoscenze disponibili sia da un punto di vista meramente planimetrico sia in rapporto alla distribuzione e alla caratterizzazione delle aree funzionali. L’avvio di un sondaggio stratigrafico nei settori B6, B9, B23 e B24 al di sotto del battuto pavimentale della Capanna 2 ha fornito ricche testimonianze relative alla presenza di una struttura per la quale al momento si dispone di dati limitati, ma comunque di grande interesse sia dal punto di vista architettonico che archeologico. Tra i materiali ceramici rinvenuti in questo approfondimento gli elementi diagnostici riconosciuti in corso di scavo sembrerebbero rinviare ad un orizzonte poco più antico di quello della Capanna 2 e quindi riconducibile ad elementi culturali più marcatamente protoappenninici.
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