Nel mese di luglio 2008 si è svolta la prima campagna di indagini archeologiche sugli Scogli di Apani nel territorio della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Gli Scogli di Apani, posti 2,5 km ca. a SE del promontorio di Torre Guaceto e a 400 m ca. dalla costa, hanno un’estensione complessiva inferiore ai 2 ha. Gli studi paleoambientali indicano per Bronzo medio un livello del mare almeno di 3-4 m inferiore rispetto a quello attuale. Tali condizioni suggerirebbero la ricostruzione di un contesto nel quale l’odierna ampia rada a S del promontorio di Torre Guaceto sarebbe stata un’estesa e florida piana costiera, ricca di specchi d’acqua alimentati dai canali Reale e Apani e con gli isolotti (i tre cd. di Torre Guaceto e i due Scogli di Apani ) uniti alla terraferma. Lo scavo ha interessato due differenti aree (60 mq ca.) e ha permesso di accertare la presenza di strutture e materiali riferibili ad un villaggio databile al Bronzo medio. Strutture di abitato sono indicate da buche di palo e abbondanti resti di intonaco delle pareti oltre che da numerosi contenitori ceramici ad impasto frammentati sui piani pavimentali. Tali capanne, al cui interno si sono rinvenuti anche numerosi manufatti in argilla, osso, selce e pietre dure, sono state distrutte da un incendio i cui effetti sono evidenziati dalla stessa cottura dell’intonaco delle pareti, dalla presenza di resti vegetali carbonizzati e dalla ricottura e deformazione di alcuni contenitori ceramici. La capanna 1, indagata solo per una piccola porzione di 3×3 m ca. nel settore 1 del Saggio A (quadrati D8/9), ha restituito numerosi contenitori ceramici ad impasto, la gran parte dei quali di forma chiusa, frammentati in posto nei pressi di un'ampia piastra da focolare rinnovata più volte nel corso del tempo con l’utilizzo di livelli di cocciame e/o ciottoli coperti poi da uno strato d’argilla. Tali indicazioni, associate al rinvenimento di un piccolo accumulo di resti carpologici carbonizzati (ghiande), permettono di ipotizzare che questo spazio potesse essere destinato alla conservazione e/o preparazione di alimenti. I resti della capanna 2 occupano per intero il Saggio B (quadrato G10), sebbene l’estensione della struttura sia certamente maggiore. Ad indicarne la presenza sono: gli accumuli di intonaco d’argilla formatisi dopo l’incendio delle strutture lignee portanti, la presenza di un battuto pavimentale nel quale si aprono 5 buche di palo e il rinvenimento, sullo stesso battuto, di una gran quantità e varietà di manufatti. I numerosi contenitori ceramici ad impasto sono riconducibili per lo più a forme aperte di piccole e medie dimensioni funzionali al consumo dei cibi. Alcune spatole e punteruoli in osso, delle fuseruole, sia in osso che ad impasto, diversi strumenti in selce ed alcuni manufatti in pietre dure (percussori, macine, macinelli, accettine e pochi oggetti d’ornamento), completano il quadro dei rinvenimenti. Due piastre da focolare con sottofondo in cocciame sono disposte l’una accanto all’altra in un’area forse marginale della struttura. Pochi metri a S/SW della capanna 1 è stato individuato un tratto di un possibile percorso ad acciottolato posto lungo il fronte interno di una struttura muraria in pietrame a secco costruita presumibilmente a difesa dell’abitato dal lato di terra. Tale muratura si conserva oggi per una lunghezza (NW/SE) di 15 m ca., ha uno spessore massimo residuo (N-NE/S-SW) poco inferiore ai 10 m ed un’altezza massima dal piano di fondazione di 3 m ca. Resti della stessa struttura muraria sono visibili anche sull’altro Scoglio di Apani.

Scavi sugli Scogli di Apani (BR). Scavo in concessione al Dipartiemnto di Beni Culturali dell'Università del Salento

GUGLIELMINO, Riccardo
2008-01-01

Abstract

Nel mese di luglio 2008 si è svolta la prima campagna di indagini archeologiche sugli Scogli di Apani nel territorio della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Gli Scogli di Apani, posti 2,5 km ca. a SE del promontorio di Torre Guaceto e a 400 m ca. dalla costa, hanno un’estensione complessiva inferiore ai 2 ha. Gli studi paleoambientali indicano per Bronzo medio un livello del mare almeno di 3-4 m inferiore rispetto a quello attuale. Tali condizioni suggerirebbero la ricostruzione di un contesto nel quale l’odierna ampia rada a S del promontorio di Torre Guaceto sarebbe stata un’estesa e florida piana costiera, ricca di specchi d’acqua alimentati dai canali Reale e Apani e con gli isolotti (i tre cd. di Torre Guaceto e i due Scogli di Apani ) uniti alla terraferma. Lo scavo ha interessato due differenti aree (60 mq ca.) e ha permesso di accertare la presenza di strutture e materiali riferibili ad un villaggio databile al Bronzo medio. Strutture di abitato sono indicate da buche di palo e abbondanti resti di intonaco delle pareti oltre che da numerosi contenitori ceramici ad impasto frammentati sui piani pavimentali. Tali capanne, al cui interno si sono rinvenuti anche numerosi manufatti in argilla, osso, selce e pietre dure, sono state distrutte da un incendio i cui effetti sono evidenziati dalla stessa cottura dell’intonaco delle pareti, dalla presenza di resti vegetali carbonizzati e dalla ricottura e deformazione di alcuni contenitori ceramici. La capanna 1, indagata solo per una piccola porzione di 3×3 m ca. nel settore 1 del Saggio A (quadrati D8/9), ha restituito numerosi contenitori ceramici ad impasto, la gran parte dei quali di forma chiusa, frammentati in posto nei pressi di un'ampia piastra da focolare rinnovata più volte nel corso del tempo con l’utilizzo di livelli di cocciame e/o ciottoli coperti poi da uno strato d’argilla. Tali indicazioni, associate al rinvenimento di un piccolo accumulo di resti carpologici carbonizzati (ghiande), permettono di ipotizzare che questo spazio potesse essere destinato alla conservazione e/o preparazione di alimenti. I resti della capanna 2 occupano per intero il Saggio B (quadrato G10), sebbene l’estensione della struttura sia certamente maggiore. Ad indicarne la presenza sono: gli accumuli di intonaco d’argilla formatisi dopo l’incendio delle strutture lignee portanti, la presenza di un battuto pavimentale nel quale si aprono 5 buche di palo e il rinvenimento, sullo stesso battuto, di una gran quantità e varietà di manufatti. I numerosi contenitori ceramici ad impasto sono riconducibili per lo più a forme aperte di piccole e medie dimensioni funzionali al consumo dei cibi. Alcune spatole e punteruoli in osso, delle fuseruole, sia in osso che ad impasto, diversi strumenti in selce ed alcuni manufatti in pietre dure (percussori, macine, macinelli, accettine e pochi oggetti d’ornamento), completano il quadro dei rinvenimenti. Due piastre da focolare con sottofondo in cocciame sono disposte l’una accanto all’altra in un’area forse marginale della struttura. Pochi metri a S/SW della capanna 1 è stato individuato un tratto di un possibile percorso ad acciottolato posto lungo il fronte interno di una struttura muraria in pietrame a secco costruita presumibilmente a difesa dell’abitato dal lato di terra. Tale muratura si conserva oggi per una lunghezza (NW/SE) di 15 m ca., ha uno spessore massimo residuo (N-NE/S-SW) poco inferiore ai 10 m ed un’altezza massima dal piano di fondazione di 3 m ca. Resti della stessa struttura muraria sono visibili anche sull’altro Scoglio di Apani.
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