Nel mese di luglio 2009 si è svolta la seconda campagna di indagini archeologiche degli Scogli di Apani nel territorio della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Le indagini si sono svolte contestualmente al Saggio B/2008: questo settore (quadrato G10) è stato ampliato sino a raggiungere un’estensione complessiva di 90 m2 ca., funzionalmente ad una lettura più organica delle caratteristiche planimetriche, strutturali e funzionali relative alla cd. Capanna 2. Delimitata la nuova area di scavo e rimessa in luce quella esplorata nel 2008, sono stati asportati il piano di campagna ed il successivo livello di humus. Lo scavo dei sottostanti livelli archeologici non disturbati ha consentito una verifica della sequenza stratigrafica già individuata nel corso delle indagini del 2008 ed ha portato alla luce diverse buche di palo ed una discreta quantità di materiali ceramici in posto riferibili, con ogni probabilità, ai livelli di occupazione e crollo della stessa Capanna 2. Queste giaciture risultavano particolarmente evidenti lungo l’estremità N (settori B11, B12 e B16) ed E (settori B21, B23 e B24) dell’area di scavo e consentivano in alcuni casi il riconoscimento di specifiche forme ceramiche sia chiuse sia aperte, anche parzialmente ricomponibili. Numerosi frammenti di intonaco di capanna sono localizzati spesso in coincidenza di limitati accumuli di materiale lapideo, che potrebbero rappresentare quanto resta dei possibili zoccoli perimetrali in muratura della capanna. Per quel che concerne le giaciture, le indicazioni raccolte lungo i lati E ed W dei nuovi fronti di scavo risultano in continuità con quanto evidenziato nel corso della campagna del 2008; nella fascia W si è completato il rinvenimento (settori B15, B16 e B20) di numerosi frammenti pertinenti a contenitori ceramici di forma chiusa e dimensioni medio-grandi riconducibili, probabilmente, ad una piccola dispensa interna alla capanna, oltre a sporadici altri materiali relativi a forme aperte di piccole e medie dimensioni (tazze, scodelle e attingitoi). Nei settori B17 e B18 è stata individuata, e quasi integralmente indagata, una piastra da focolare in argilla con sottofondo in cocciame, di forma irregolarmente circolare (dimensioni 60×80 cm circa) e provvista di un cordone plastico perimetrale a rilievo decorato con profonde impressioni trasversali. Sebbene tali installazioni siano piuttosto comuni nei contesti protostorici regionali, la decorazione particolare consentirebbe di ritenere questa testimonianza un unicum. Si segnala, inoltre, che la stessa piastra (che si va ad aggiungere ad un’altra individuata e parzialmente scavata sempre nel corso del 2009 nei settori B13-B14 ed alle due individuate invece nel corso del 2008 nei settori B1-B4) era parzialmente coperta da alcuni grossi frammenti di intonaco e che tutto attorno sono state recuperate grandi quantità di ghiande carbonizzate (poste forse, in origine, in uno o più contenitori vegetali, quali cesti o sacchi); si potrebbe supporre un uso intensivo di questo “frutto” spontaneo nella dieta dell’epoca e, nello specifico, la possibilità che questa piastra (e forse quanto era attorno ad essa) fosse anche destinata allo svolgimento delle attività di processamento e trasformazione di questo alimento. Tra i manufatti litici individuati sono da ricordare alcuni ciottoli di piccole dimensioni provvisti di evidenti e localizzate tracce d’usura (che potrebbero essere interpretati come piccoli percussori e/o brunitoi) e diverse schegge e strumenti in selce; alcuni punteruoli in osso di piccole dimensioni, inoltre, sono stati rinvenuti spesso in associazione con localizzati accumuli di gusci di molluschi marini (soprattutto murici, mitili e patelle) il che lascia pensare ad un loro utilizzo contestualmente alle fasi di apertura e/o consumazione degli stessi frutti di mare. L’analisi morfologica e tipologica preliminare di un nucleo di materiali ceramici relativi alla campagna di scavo 2008 (Capanna 2) ed una prima osservazione dei reperti rinvenuti nel corso dell’intervento consentono di riconoscere una persistenza in questo repertorio vascolare di alcuni caratteri tipologici chiaramente riferibili al patrimonio culturale della facies protoappenninica pugliese.

Scavi Archeologici sugli scogli di Apani. Scavo in concessione al Dipartimento di Beni Culturali dell'Università del Salento

GUGLIELMINO, Riccardo
2009-01-01

Abstract

Nel mese di luglio 2009 si è svolta la seconda campagna di indagini archeologiche degli Scogli di Apani nel territorio della Riserva Naturale dello Stato e Area Marina Protetta di Torre Guaceto. Le indagini si sono svolte contestualmente al Saggio B/2008: questo settore (quadrato G10) è stato ampliato sino a raggiungere un’estensione complessiva di 90 m2 ca., funzionalmente ad una lettura più organica delle caratteristiche planimetriche, strutturali e funzionali relative alla cd. Capanna 2. Delimitata la nuova area di scavo e rimessa in luce quella esplorata nel 2008, sono stati asportati il piano di campagna ed il successivo livello di humus. Lo scavo dei sottostanti livelli archeologici non disturbati ha consentito una verifica della sequenza stratigrafica già individuata nel corso delle indagini del 2008 ed ha portato alla luce diverse buche di palo ed una discreta quantità di materiali ceramici in posto riferibili, con ogni probabilità, ai livelli di occupazione e crollo della stessa Capanna 2. Queste giaciture risultavano particolarmente evidenti lungo l’estremità N (settori B11, B12 e B16) ed E (settori B21, B23 e B24) dell’area di scavo e consentivano in alcuni casi il riconoscimento di specifiche forme ceramiche sia chiuse sia aperte, anche parzialmente ricomponibili. Numerosi frammenti di intonaco di capanna sono localizzati spesso in coincidenza di limitati accumuli di materiale lapideo, che potrebbero rappresentare quanto resta dei possibili zoccoli perimetrali in muratura della capanna. Per quel che concerne le giaciture, le indicazioni raccolte lungo i lati E ed W dei nuovi fronti di scavo risultano in continuità con quanto evidenziato nel corso della campagna del 2008; nella fascia W si è completato il rinvenimento (settori B15, B16 e B20) di numerosi frammenti pertinenti a contenitori ceramici di forma chiusa e dimensioni medio-grandi riconducibili, probabilmente, ad una piccola dispensa interna alla capanna, oltre a sporadici altri materiali relativi a forme aperte di piccole e medie dimensioni (tazze, scodelle e attingitoi). Nei settori B17 e B18 è stata individuata, e quasi integralmente indagata, una piastra da focolare in argilla con sottofondo in cocciame, di forma irregolarmente circolare (dimensioni 60×80 cm circa) e provvista di un cordone plastico perimetrale a rilievo decorato con profonde impressioni trasversali. Sebbene tali installazioni siano piuttosto comuni nei contesti protostorici regionali, la decorazione particolare consentirebbe di ritenere questa testimonianza un unicum. Si segnala, inoltre, che la stessa piastra (che si va ad aggiungere ad un’altra individuata e parzialmente scavata sempre nel corso del 2009 nei settori B13-B14 ed alle due individuate invece nel corso del 2008 nei settori B1-B4) era parzialmente coperta da alcuni grossi frammenti di intonaco e che tutto attorno sono state recuperate grandi quantità di ghiande carbonizzate (poste forse, in origine, in uno o più contenitori vegetali, quali cesti o sacchi); si potrebbe supporre un uso intensivo di questo “frutto” spontaneo nella dieta dell’epoca e, nello specifico, la possibilità che questa piastra (e forse quanto era attorno ad essa) fosse anche destinata allo svolgimento delle attività di processamento e trasformazione di questo alimento. Tra i manufatti litici individuati sono da ricordare alcuni ciottoli di piccole dimensioni provvisti di evidenti e localizzate tracce d’usura (che potrebbero essere interpretati come piccoli percussori e/o brunitoi) e diverse schegge e strumenti in selce; alcuni punteruoli in osso di piccole dimensioni, inoltre, sono stati rinvenuti spesso in associazione con localizzati accumuli di gusci di molluschi marini (soprattutto murici, mitili e patelle) il che lascia pensare ad un loro utilizzo contestualmente alle fasi di apertura e/o consumazione degli stessi frutti di mare. L’analisi morfologica e tipologica preliminare di un nucleo di materiali ceramici relativi alla campagna di scavo 2008 (Capanna 2) ed una prima osservazione dei reperti rinvenuti nel corso dell’intervento consentono di riconoscere una persistenza in questo repertorio vascolare di alcuni caratteri tipologici chiaramente riferibili al patrimonio culturale della facies protoappenninica pugliese.
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