Introduzione all'edizione digitale del "Viaggio a Costantinopoli di Tommaso Alberti" (di cui si riproduce il testo), secentesco diario di viaggio di un mercante bolognese o veneziano edito per la prima volta da Alberto Bacchi della Lega nel 1889 (Bologna, presso Gaetano Romagnoli), sull’unico esemplare manoscritto esistente, conservato presso la Biblioteca universitaria di Bologna. Come dimostra l’Introduzione al testo, lo studio dell’opera del viaggiatore, esponente “minore” del Seicento italiano e di scarsa fama letteraria, ha consentito innanzitutto di riportare alla luce la presenza di costanti e di caratteri strutturali ascrivibili al genere dell’odeporica del XVII secolo, quali ad esempio la perseguita funzione del monere-delectare, l’insistita raffigurazione di scenari inusitati e rari che destano meraviglia, il ricorso alla tecnica accumulativa-enumerativa nella presentazione di dati e avvenimenti, il confronto Oriente-Occidente intravisto in chiave contrastiva-oppositiva, e così via. In tale direzione, analogo interesse è scaturito dall’analisi della cornice linguistico-espressiva dell’opera, ricca di formule asseverative (nel segno dell' «argumentum veritatis») e fondata sulla mescidanza di voci italiane ed arabo-turche: chiaro indizio di raggiunta adesione-immedesimazione con la realtà raccontata e descritta. Tutti elementi che son valsi nel complesso ad attestare il valore storico-documentario del Viaggio, non a caso giudicato dal suo editore (complice la cronologia) quasi fondativo dei coevi interessi letterari di gusto ottomano-esotico. A ciò si aggiunga che l’opera dell’Alberti, oltre alla mera curiosità letteraria, si rivela degna di attenzioni anche per peculiari risvolti di carattere ecdotico-testuale; dal momento che lo studio del testo, come già recepito da un autorevole commentatore (Bruno Basile), ha confermato l’esistenza al suo interno di ampi e consistenti blocchi di scrittura altrui (da La Relazione sul Serraglio del Gransignore di Ottaviano Bon, 1608), inframmezzati ed interpolati nel vivo della descrizione albertiana.

Viaggio a Costantinopoli di Tommaso Alberti (1609-1621). Introduzione

SCARDICCHIO, Andrea
2006-01-01

Abstract

Introduzione all'edizione digitale del "Viaggio a Costantinopoli di Tommaso Alberti" (di cui si riproduce il testo), secentesco diario di viaggio di un mercante bolognese o veneziano edito per la prima volta da Alberto Bacchi della Lega nel 1889 (Bologna, presso Gaetano Romagnoli), sull’unico esemplare manoscritto esistente, conservato presso la Biblioteca universitaria di Bologna. Come dimostra l’Introduzione al testo, lo studio dell’opera del viaggiatore, esponente “minore” del Seicento italiano e di scarsa fama letteraria, ha consentito innanzitutto di riportare alla luce la presenza di costanti e di caratteri strutturali ascrivibili al genere dell’odeporica del XVII secolo, quali ad esempio la perseguita funzione del monere-delectare, l’insistita raffigurazione di scenari inusitati e rari che destano meraviglia, il ricorso alla tecnica accumulativa-enumerativa nella presentazione di dati e avvenimenti, il confronto Oriente-Occidente intravisto in chiave contrastiva-oppositiva, e così via. In tale direzione, analogo interesse è scaturito dall’analisi della cornice linguistico-espressiva dell’opera, ricca di formule asseverative (nel segno dell' «argumentum veritatis») e fondata sulla mescidanza di voci italiane ed arabo-turche: chiaro indizio di raggiunta adesione-immedesimazione con la realtà raccontata e descritta. Tutti elementi che son valsi nel complesso ad attestare il valore storico-documentario del Viaggio, non a caso giudicato dal suo editore (complice la cronologia) quasi fondativo dei coevi interessi letterari di gusto ottomano-esotico. A ciò si aggiunga che l’opera dell’Alberti, oltre alla mera curiosità letteraria, si rivela degna di attenzioni anche per peculiari risvolti di carattere ecdotico-testuale; dal momento che lo studio del testo, come già recepito da un autorevole commentatore (Bruno Basile), ha confermato l’esistenza al suo interno di ampi e consistenti blocchi di scrittura altrui (da La Relazione sul Serraglio del Gransignore di Ottaviano Bon, 1608), inframmezzati ed interpolati nel vivo della descrizione albertiana.
2006
9788866220046
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