Il programma dell'Unità di ricerca dell’Università di Lecce prevede l’edizione di testi e la pubblicazione di una serie di saggi e monografie. Tema unificante la diffusione dei testi cartesiani, la loro integrazione e discussione – anche critica - nella cultura europea tra Seicento e Settecento, con una particolare attenzione a Francia, Italia e Olanda. In primo luogo, l’Unità di Lecce intende pubblicare la ristampa anastatica della corrispondenza di Descartes nell'edizione curata da Clerselier: "Lettres de Mr. Descartes où sont traittées les plus belles questions de la Morale, de la Physique, de la Medecine et des Mathematiques" (1657); "Lettres de Mr. Descartes où sont expliquées plusieurs belles difficultéz touchant ses autres Ouvrages" (1659); "Lettres de Mr. Descartes, où il répond à plusieurs difficultez qui lui ont esté proposées sur la Dioptrique, la Geometrie, et sur plusieurs autres sujets" (1667), 3 voll. Paris, Ch. Angot. La ristampa è di grande interesse scientifico: si tratta dell'esemplare – unico – dell’Institut de France della prima edizione delle lettere di Descartes. Contiene trecentosettantuno lettere il cui evidente valore originario è fortemente arricchito dalle ampie annotazioni e dalle aggiunte manoscritte di Baillet e Legrand. Questo esemplare è stato ignorato nel secolo XVIII (così come le lettere autografe depositate da La Hire all’Académie des sciences). Il primo ad utilizzarlo, per la sua edizione delle "Œuvres de Descartes", è stato Cousin, registrando le principali varianti e note di Baillet e Legrand, ma non tenendo conto delle loro indicazioni – anche cronologiche – che avrebbero mutato e il testo e l’ordine dato da Clerselier. È stato poi utilizzato, per la monumentale edizione delle "Œuvres de Descartes", da Adam et Tannery (AT), mentre J. Beaude e P. Costabel, nella loro riedizione AT, per primi hanno studiato le note marginali e le ‘aggiunte’ presenti in questo esemplare dell’Institut. La riproduzione anastatica metterà a disposizione degli studiosi un documento importante per la storia della fortuna e delle edizioni. Tra i curatori di questa ristampa, che sarà pubblicata anche in CdRom, G. Belgioioso (2004). L’Unità di Lecce programma anche la traduzione integrale in italiano dei 5 voll. della "Correspondance" di Descartes e dei suoi corrispondenti: edizione di riferimento AT. Il corpus delle lettere costituisce un vero e proprio laboratorio di idee dove è possibile trovare una migliore definizione di temi e articolazioni della filosofia cartesiana. Tale pubblicazione, in assoluto la prima traduzione integrale della "Correspondance", offre agli studiosi italiani uno strumento fondamentale per la conoscenza non solo di Descartes, ma anche del pensiero moderno (2004). Curatrice e revisore generale è G. Belgioioso, revisore aggiunto: E. Lojacono. Revisore per il latino, M. Occhinegro. È prevista la collaborazione di: M. Savini, F. Meschini, A. Del Prete, I. Agostini, C. Buccolini, F. Sulpizio. Completa il quadro la pubblicazione della bibliografia degli studi, dal 1960 al 1996, su Descartes ed il cartesianesimo: è la continuazione della "Bibliographia cartesiana" di G. Sebba del 1963. Tale lavoro, già iniziato, dovrebbe vedere la sua conclusione e pubblicazione nel primo anno: "Bibliographie cartésienne (1960-1996)". Alla realizzazione di questo volume collaborano G. Belgioioso e M. Savini. E’ prevista un’edizione in CdRom e on-line (2003). Il sito del Centro Interdipart. di Studi su Descartes e il Seicento, a cui afferiscono la maggioranza dei componenti l’Unità di Lecce, sempre più vuole fornire agli studiosi, italiani e stranieri, strumenti facilmente accessibili in tempo reale: a partire dal 2002 e con il numero XXX, pubblica on-line, in esclusiva, la rivista di studi “Bulletin Cartésien” redatta dallo stesso Centro in collaborazione con il Centre d'Études Cartésiennes. Per il 2003 ed il 2004 sono previste la pubblicazione dei Bulletins XXXI e XXXII. Tale rivista era precedentemente pubblicata in "Archives de philosophie". Tali strumenti, utili alla comunità scientifica internazionale, costituiscono la base indispensabile per la seconda direzione delle ricerche dell’Unità di Lecce che studia il rapporto tra la filosofia cartesiana e la sua ricezione sia sotto il suo aspetto materiale, attraverso la ricostruzione delle vicende editoriali di testi, sia sotto il profilo speculativo. A Descartes e ad alcune centrali problematiche della sua filosofia, in particolare l'indistinzione degli attributi divini, sono indirizzate le ricerche di I. Agostini. I risultati in due saggi che sono programmati per il 2003. Per quanto riguarda la ricezione, l’Unità studia la ripresa e la rielaborazione delle dottrine di Descartes da parte del pubblico colto europeo (Francia, Italia) e le ‘riduzioni’ manualistiche attraverso le quali tali dottrine si sono diffuse all’interno delle Università determinando il costituirsi di una vera e propria scolastica (Olanda). Viene poi indagato, in Francia, l’apporto del cartesianesimo all’affermarsi del movimento illuminista e in Germania, parallelamente, il movimento di pensiero che, contrapponendosi all’intellettualismo cartesiano, troverà la sua espressione più matura nel romanticismo tedesco: gli scritti di Paracelso, di Weigel, di Boehme appaiono determinanti nel delinearsi di un paradigma filosofico che rimane aperto al trascendente, sotto il segno del necessario compenetrarsi di finito e infinito, spirito e lettera, umano e divino. Più in dettaglio, nel caso dell’Italia, l’Unità si propone di ricostruire i dibattiti e le polemiche nel Regno di Napoli nel momento in cui i ‘cartesiani’ – secondo una periodizzazione fissata nei testi dei maggiori ‘letterati’ napoletani, Valletta e Grimaldi, De Benedictis e D’Andrea, Vico e Doria, Giannone e Spinelli – sono impegnati nella discussione dei modelli di metafisica e nel confronto serrato tra Descartes, Malebranche, Spinoza da un lato e Suarez e la tradizione della tarda Scolastica dall’altro. I letterati napoletani — sia quando si sono richiamati a Descartes sia quando lo abbiano osteggiato — hanno comunque enfatizzato l'incontro della cultura napoletana con quella cartesiana come l'evento dal quale proveniva, nel bene o nel male, ogni innovazione della filosofia. La ricostruzione di queste tematiche sono oggetto di due ricerche ad ampio raggio che prevedono la pubblicazione di due monografie, una di E. Lojacono dedicata alle "Immagini di Descartes a Napoli da Tommaso Cornelio a Bartolomeo De Felice (1644-1755)" alla quale collabora F. A. Sulpizio che ne cura la Bibliografia (2003); una di F. Sulpizio che ha per oggetto le discussioni medico-filosofiche variamente intrecciate a quelle sulla storia e l’erudizione, sull’esegesi biblica e la cronologia. Tutto questo complesso e articolato intreccio dell’antico e del moderno fa emergere ‘curiose’ epistemologie e, talvolta, nuove visioni del mondo: "Parlar medice - Parlar philosophice. Erudizione, filosofia, medicina in Giacinto Gimma" (2003) pubblicazione on-line, nel sito www.cartesius.net. Le vicende di singoli personaggi, ad esempio quella del gesuita Gori, dimostrano come in taluni concreti casi l’insegnamento sia stato capace di veicolare i contenuti della nuova filosofia. A questo tema, Lojacono intende dedicare un saggio: Giulio Gori, un gesuita singolare, teorico della dissimulazione: il problema del suo insegnamento della filosofia cartesiana al Collegio Romano nei primi decenni del XVIII secolo (2003). Un saggio di G. Belgioioso sullo sviluppo del cartesianesimo in Italia ("Images of Descartes in Italy") è previsto per il 2003; un altro su le "Racines suaréziennes de la métaphysique cartésienne. La lecture des Principia de Francesco Maria Spinelli (1733)" è previsto per il 2004. L’Unità prosegue l’edizione delle "Sylvae rerum notabilium" dell’abate Gimma. I voll. I e III a cura di G. Belgioioso, M. Occhinegro, F. Sulpizio, sono stati pubblicati nel 1999 e 2000; mentre i voll. II e IV sono in corso di stampa. Le "Sylvae" sono un testo manoscritto significativo per la loro capacità di riflettere un momento decisivo della cultura meridionale, presentando, spesso nella forma di materiale grezzo, una significativa, gigantesca e articolata mappa degli autori e delle opere che si leggevano in Europa in età postcartesiana, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Accanto a questo materiale figurano le maggiori riviste filosofiche e scientifiche: le "Philosophical Transactions", che Gimma legge nella traduzione latina del 1675 di Olbenburg, gli "Acta philosophica", le "Ephemerides Medico-phisicarum Curiosarum" di Lipsia, il "Journal de sçavans", il "Giornale de' Letterati". Di questi testi Gimma discute con suoi corrispondenti in varie parti d’Italia, ad esempio con Vallisneri; questi libri recensisce per la "Galleria di Minerva", il giornale che, da Venezia, dava voce delle esperienze culturali d’Oltralpe, nell’Accademia di Parigi, nella Royal Society etc. Le "Sylvae" danno un materiale bibliografico di prima mano su argomenti, stili e modalità di discussione in Italia e in Europa: astrologia, medicina, chimica, teologia, poetica, eloquenza e, naturalmente, filosofia. Tutta una costellazione di problematiche convergenti nella prospettiva di fondo che appassiona molti intellettuali (compreso Vico) in quello scorcio di secolo: il confronto tra vecchi e nuovi modelli di sapere per determinare il modello della ricerca. Le "Sylvae" contengono anche testi manoscritti che continuavano ad avere una circolazione clandestina: il "Somniale Danielis" (rielaborazione il "Libro dei sogni" di Artemidoro) si aggiunge ormai ai settantatré esemplari di cui i due massimi studiosi, Laurence T. Martin e J. Grub, hanno dato notizia; l'"Istoria filosofica" di Valletta costituisce un altro sconosciuto esemplare che si aggiunge ai cinque recensiti da M. Rak. Ed è da sottolineare che l’esemplare vallettiano ha fornito gli elementi che hanno portato all’identificazione del prefatore, Hassel, di un’importante testo filosofico antispinoziano seicentesco, l’"Anti-Spinoza" di Wittich, finora ignorato negli importanti repertori bibliografici (Savini, NRL, II-2000, pp. 79-96). Curatori dell’edizione del manoscritto del V vol. delle "Sylvae" sono M. Occhinegro, F. Sulpizio e G. Belgioioso (2004). L’Unità di Lecce si propone anche di ricostruire i percorsi della ricezione della filosofia cartesiana in Francia sin dagli anni immediatamente successivi alla morte del filosofo francese, per spingersi sino alle ultime propaggini nell’Illuminismo. I primi tentativi di favorire una diffusione ‘accademica’ della fisica cartesiana vengono compiuti, sin dal 1677, da Edmund Pourchot, professore di filosofia nel collegio dei Grassins. Pourchot tiene in effetti dei corsi di filosofia cartesiana ottenendo un grandissimo successo di pubblico. Le sue "Institutiones philosophicae" in 5 voll. (1695) sono più volte stampate e costituiscono il testo di trasmissione della filosofia ‘cartesiana’: sono lette anche dall’abate Gimma. Ma Pourchot subisce una condanna da parte dell’Inquisizione (Cfr. Noël Mayaud, "La condanmnation des coperniciens et la révocation à la lumière des documents inédits des Congrégations de l’index et de l’Inquisition", Roma, Editrice Pontificia Univ. Gregoriana, 1997), mentre nell'"Arret burlesque", Nicolas Boileau lo indica come capofila di una delle fazioni (i ‘pourchotistes’) da condannare insieme a quelle dei 'gassendistes', ‘cartésiens’, ‘malebranchistes’ (N. Boileau Despreaux, "Arret burlesque", in "Œuvres", Amsterdam, F. Changuion, 1729, vol. IV, pp. 60-61 n.1). Pourchot è legato ad Arnauld (che gli aveva chiesto di istruire il nipote, M. de Pompone secondo i precetti dell'"Art de penser") e ai Messieurs di Port Royal, ai benedettini della congregazione di Saint Maur: intorno a lui, eruditi, ebraisti, benedettini e portorealisti, alcuni in odore di eresia. Un mondo in movimento che G. Belgioioso si propone di analizzare, a partire dalla querelle tra Arnauld e Le Moine a proposito della difesa postuma di Arnauld della “philosophie humaine” contro eretici e scettici: in programma la pubblicazione di un saggio (2003). L’edizione di alcuni entretiens inediti di Gouhier – uno dei più grandi interpreti di Descartes nel XX secolo – fa parte del programma di G. Belgioioso per il 2004. Ma la ricerca è volta anche a ridefinire categorie storiografiche consolidate quali 'ragione classica' e libertinismo o a riproporre snodi interpretativi centrali, bisognosi comunque di un supplemento di indagine. Su questi temi lavora C. Borghero che ha in programma un saggio su Voltaire e i cartesiani (2003). Altre indagini di Borghero riguardano il tema della scienza, dell’immaginazione e del potere: "La 'Lettre sur le progrès des sciences' di Maupertuis e la sua penetrazione a Napoli" e "Villemandy critico di Descartes", (2003). C. Buccolini studia le critiche di Pierre Petit alla filosofia cartesiana dopo il 1641: in programma la pubblicazione di un saggio (2003). Attraverso l'edizione progettata da Quintili degli "Eléments de physiologie" di Diderot (2003) e dei "Principes physiques de la raison et des passions des hommes" di Maubec – BNF Ms. 14709 – (2004), l’Unità di Lecce spinge la propria indagine fino alle ultime propaggini del cartesianismo ormai ‘rifiutato’ in nome degli alternativi modelli ispirati da Bacon, Locke, Haller. L’Unità di Lecce esplora, sul versante delle Province Unite, la discussione sul metodo, nei numerosi rivoli che dalla logica si ramificano verso la teologia, la gnoseologia, la morale. Allo sviluppo del metodo cartesiano nelle Provincie Unite negli anni che vanno dal 1643 al 1665, M. Savini dedica la sua analisi: in programma la pubblicazione di un’ampia monografia (2004) e di due saggi: "La critica degli argomenti cartesiani nell’Admiranda Methodus di Martin Schoock" e "Methodus cartesiana o methodus vaniniana? Fonti e significato teorico del parallelo tra René Descartes e Giulio Cesare Vanini nell’Admiranda Methodus di Martin Schoock" (2003). Nella medesima direzione, portando avanti una linea di ricerca che ha già dato frutti maturi in numerosi saggi e in una ampia monografia, Antonella Del Prete ha in programma la pubblicazione di un saggio: "Sillogismo, ipotesi e dimostrazioni nella polemica Schoock-Descartes" (2003). La stessa Del Prete cura il volume in via di completamento dedicato a Descartes e i suoi avversari (2003). L’Unità di Lecce prende, infine, in considerazione il costituirsi, in ambito it tedesco, di una tradizione di pensiero alternativa ai principi della filosofia cartesiana, che si richiama alle dottrine di Theophrast von Hohenheim (Paracelso), Valentin Weigel, Jacob Boehme: su queste problematiche, tre saggi di M. L. Bianchi, "Signes, signatures and ‘Natursprache’ in Paracelsus and Boehme" e "Il tema dell’esperienza in Paracelso (2003)"; "Ewige e zeitliche Natur in Jacob Boehme" (2003). Le problematiche studiate saranno oggetto di periodiche verifiche e di confronti in seminari che l'unità ha in programma di realizzare in collaborazione con Centre d’Etudes Cartésiennes de Paris-Sorbonne, con l’UCLA e con l’Università di Chicago: “Primi lavori cartesiani. Incontri e discussioni – IV” (Lecce, gennaio 2003) “Lulle, La Ramée, Bacon : La logique oubliée de Descartes” (Paris giugno 2003); "'Correspondance’ e forme di comunicazione nella République des Lettres" (Los Angeles, ottobre 2003); "Descartes dans Kant" (Paris-Lecce, 2004)

Descartes e l'Europe savante: trasformazioni e interpretazioni del cartesianismo. Testi e studi

BELGIOIOSO, Giulia
2002-01-01

Abstract

Il programma dell'Unità di ricerca dell’Università di Lecce prevede l’edizione di testi e la pubblicazione di una serie di saggi e monografie. Tema unificante la diffusione dei testi cartesiani, la loro integrazione e discussione – anche critica - nella cultura europea tra Seicento e Settecento, con una particolare attenzione a Francia, Italia e Olanda. In primo luogo, l’Unità di Lecce intende pubblicare la ristampa anastatica della corrispondenza di Descartes nell'edizione curata da Clerselier: "Lettres de Mr. Descartes où sont traittées les plus belles questions de la Morale, de la Physique, de la Medecine et des Mathematiques" (1657); "Lettres de Mr. Descartes où sont expliquées plusieurs belles difficultéz touchant ses autres Ouvrages" (1659); "Lettres de Mr. Descartes, où il répond à plusieurs difficultez qui lui ont esté proposées sur la Dioptrique, la Geometrie, et sur plusieurs autres sujets" (1667), 3 voll. Paris, Ch. Angot. La ristampa è di grande interesse scientifico: si tratta dell'esemplare – unico – dell’Institut de France della prima edizione delle lettere di Descartes. Contiene trecentosettantuno lettere il cui evidente valore originario è fortemente arricchito dalle ampie annotazioni e dalle aggiunte manoscritte di Baillet e Legrand. Questo esemplare è stato ignorato nel secolo XVIII (così come le lettere autografe depositate da La Hire all’Académie des sciences). Il primo ad utilizzarlo, per la sua edizione delle "Œuvres de Descartes", è stato Cousin, registrando le principali varianti e note di Baillet e Legrand, ma non tenendo conto delle loro indicazioni – anche cronologiche – che avrebbero mutato e il testo e l’ordine dato da Clerselier. È stato poi utilizzato, per la monumentale edizione delle "Œuvres de Descartes", da Adam et Tannery (AT), mentre J. Beaude e P. Costabel, nella loro riedizione AT, per primi hanno studiato le note marginali e le ‘aggiunte’ presenti in questo esemplare dell’Institut. La riproduzione anastatica metterà a disposizione degli studiosi un documento importante per la storia della fortuna e delle edizioni. Tra i curatori di questa ristampa, che sarà pubblicata anche in CdRom, G. Belgioioso (2004). L’Unità di Lecce programma anche la traduzione integrale in italiano dei 5 voll. della "Correspondance" di Descartes e dei suoi corrispondenti: edizione di riferimento AT. Il corpus delle lettere costituisce un vero e proprio laboratorio di idee dove è possibile trovare una migliore definizione di temi e articolazioni della filosofia cartesiana. Tale pubblicazione, in assoluto la prima traduzione integrale della "Correspondance", offre agli studiosi italiani uno strumento fondamentale per la conoscenza non solo di Descartes, ma anche del pensiero moderno (2004). Curatrice e revisore generale è G. Belgioioso, revisore aggiunto: E. Lojacono. Revisore per il latino, M. Occhinegro. È prevista la collaborazione di: M. Savini, F. Meschini, A. Del Prete, I. Agostini, C. Buccolini, F. Sulpizio. Completa il quadro la pubblicazione della bibliografia degli studi, dal 1960 al 1996, su Descartes ed il cartesianesimo: è la continuazione della "Bibliographia cartesiana" di G. Sebba del 1963. Tale lavoro, già iniziato, dovrebbe vedere la sua conclusione e pubblicazione nel primo anno: "Bibliographie cartésienne (1960-1996)". Alla realizzazione di questo volume collaborano G. Belgioioso e M. Savini. E’ prevista un’edizione in CdRom e on-line (2003). Il sito del Centro Interdipart. di Studi su Descartes e il Seicento, a cui afferiscono la maggioranza dei componenti l’Unità di Lecce, sempre più vuole fornire agli studiosi, italiani e stranieri, strumenti facilmente accessibili in tempo reale: a partire dal 2002 e con il numero XXX, pubblica on-line, in esclusiva, la rivista di studi “Bulletin Cartésien” redatta dallo stesso Centro in collaborazione con il Centre d'Études Cartésiennes. Per il 2003 ed il 2004 sono previste la pubblicazione dei Bulletins XXXI e XXXII. Tale rivista era precedentemente pubblicata in "Archives de philosophie". Tali strumenti, utili alla comunità scientifica internazionale, costituiscono la base indispensabile per la seconda direzione delle ricerche dell’Unità di Lecce che studia il rapporto tra la filosofia cartesiana e la sua ricezione sia sotto il suo aspetto materiale, attraverso la ricostruzione delle vicende editoriali di testi, sia sotto il profilo speculativo. A Descartes e ad alcune centrali problematiche della sua filosofia, in particolare l'indistinzione degli attributi divini, sono indirizzate le ricerche di I. Agostini. I risultati in due saggi che sono programmati per il 2003. Per quanto riguarda la ricezione, l’Unità studia la ripresa e la rielaborazione delle dottrine di Descartes da parte del pubblico colto europeo (Francia, Italia) e le ‘riduzioni’ manualistiche attraverso le quali tali dottrine si sono diffuse all’interno delle Università determinando il costituirsi di una vera e propria scolastica (Olanda). Viene poi indagato, in Francia, l’apporto del cartesianesimo all’affermarsi del movimento illuminista e in Germania, parallelamente, il movimento di pensiero che, contrapponendosi all’intellettualismo cartesiano, troverà la sua espressione più matura nel romanticismo tedesco: gli scritti di Paracelso, di Weigel, di Boehme appaiono determinanti nel delinearsi di un paradigma filosofico che rimane aperto al trascendente, sotto il segno del necessario compenetrarsi di finito e infinito, spirito e lettera, umano e divino. Più in dettaglio, nel caso dell’Italia, l’Unità si propone di ricostruire i dibattiti e le polemiche nel Regno di Napoli nel momento in cui i ‘cartesiani’ – secondo una periodizzazione fissata nei testi dei maggiori ‘letterati’ napoletani, Valletta e Grimaldi, De Benedictis e D’Andrea, Vico e Doria, Giannone e Spinelli – sono impegnati nella discussione dei modelli di metafisica e nel confronto serrato tra Descartes, Malebranche, Spinoza da un lato e Suarez e la tradizione della tarda Scolastica dall’altro. I letterati napoletani — sia quando si sono richiamati a Descartes sia quando lo abbiano osteggiato — hanno comunque enfatizzato l'incontro della cultura napoletana con quella cartesiana come l'evento dal quale proveniva, nel bene o nel male, ogni innovazione della filosofia. La ricostruzione di queste tematiche sono oggetto di due ricerche ad ampio raggio che prevedono la pubblicazione di due monografie, una di E. Lojacono dedicata alle "Immagini di Descartes a Napoli da Tommaso Cornelio a Bartolomeo De Felice (1644-1755)" alla quale collabora F. A. Sulpizio che ne cura la Bibliografia (2003); una di F. Sulpizio che ha per oggetto le discussioni medico-filosofiche variamente intrecciate a quelle sulla storia e l’erudizione, sull’esegesi biblica e la cronologia. Tutto questo complesso e articolato intreccio dell’antico e del moderno fa emergere ‘curiose’ epistemologie e, talvolta, nuove visioni del mondo: "Parlar medice - Parlar philosophice. Erudizione, filosofia, medicina in Giacinto Gimma" (2003) pubblicazione on-line, nel sito www.cartesius.net. Le vicende di singoli personaggi, ad esempio quella del gesuita Gori, dimostrano come in taluni concreti casi l’insegnamento sia stato capace di veicolare i contenuti della nuova filosofia. A questo tema, Lojacono intende dedicare un saggio: Giulio Gori, un gesuita singolare, teorico della dissimulazione: il problema del suo insegnamento della filosofia cartesiana al Collegio Romano nei primi decenni del XVIII secolo (2003). Un saggio di G. Belgioioso sullo sviluppo del cartesianesimo in Italia ("Images of Descartes in Italy") è previsto per il 2003; un altro su le "Racines suaréziennes de la métaphysique cartésienne. La lecture des Principia de Francesco Maria Spinelli (1733)" è previsto per il 2004. L’Unità prosegue l’edizione delle "Sylvae rerum notabilium" dell’abate Gimma. I voll. I e III a cura di G. Belgioioso, M. Occhinegro, F. Sulpizio, sono stati pubblicati nel 1999 e 2000; mentre i voll. II e IV sono in corso di stampa. Le "Sylvae" sono un testo manoscritto significativo per la loro capacità di riflettere un momento decisivo della cultura meridionale, presentando, spesso nella forma di materiale grezzo, una significativa, gigantesca e articolata mappa degli autori e delle opere che si leggevano in Europa in età postcartesiana, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Accanto a questo materiale figurano le maggiori riviste filosofiche e scientifiche: le "Philosophical Transactions", che Gimma legge nella traduzione latina del 1675 di Olbenburg, gli "Acta philosophica", le "Ephemerides Medico-phisicarum Curiosarum" di Lipsia, il "Journal de sçavans", il "Giornale de' Letterati". Di questi testi Gimma discute con suoi corrispondenti in varie parti d’Italia, ad esempio con Vallisneri; questi libri recensisce per la "Galleria di Minerva", il giornale che, da Venezia, dava voce delle esperienze culturali d’Oltralpe, nell’Accademia di Parigi, nella Royal Society etc. Le "Sylvae" danno un materiale bibliografico di prima mano su argomenti, stili e modalità di discussione in Italia e in Europa: astrologia, medicina, chimica, teologia, poetica, eloquenza e, naturalmente, filosofia. Tutta una costellazione di problematiche convergenti nella prospettiva di fondo che appassiona molti intellettuali (compreso Vico) in quello scorcio di secolo: il confronto tra vecchi e nuovi modelli di sapere per determinare il modello della ricerca. Le "Sylvae" contengono anche testi manoscritti che continuavano ad avere una circolazione clandestina: il "Somniale Danielis" (rielaborazione il "Libro dei sogni" di Artemidoro) si aggiunge ormai ai settantatré esemplari di cui i due massimi studiosi, Laurence T. Martin e J. Grub, hanno dato notizia; l'"Istoria filosofica" di Valletta costituisce un altro sconosciuto esemplare che si aggiunge ai cinque recensiti da M. Rak. Ed è da sottolineare che l’esemplare vallettiano ha fornito gli elementi che hanno portato all’identificazione del prefatore, Hassel, di un’importante testo filosofico antispinoziano seicentesco, l’"Anti-Spinoza" di Wittich, finora ignorato negli importanti repertori bibliografici (Savini, NRL, II-2000, pp. 79-96). Curatori dell’edizione del manoscritto del V vol. delle "Sylvae" sono M. Occhinegro, F. Sulpizio e G. Belgioioso (2004). L’Unità di Lecce si propone anche di ricostruire i percorsi della ricezione della filosofia cartesiana in Francia sin dagli anni immediatamente successivi alla morte del filosofo francese, per spingersi sino alle ultime propaggini nell’Illuminismo. I primi tentativi di favorire una diffusione ‘accademica’ della fisica cartesiana vengono compiuti, sin dal 1677, da Edmund Pourchot, professore di filosofia nel collegio dei Grassins. Pourchot tiene in effetti dei corsi di filosofia cartesiana ottenendo un grandissimo successo di pubblico. Le sue "Institutiones philosophicae" in 5 voll. (1695) sono più volte stampate e costituiscono il testo di trasmissione della filosofia ‘cartesiana’: sono lette anche dall’abate Gimma. Ma Pourchot subisce una condanna da parte dell’Inquisizione (Cfr. Noël Mayaud, "La condanmnation des coperniciens et la révocation à la lumière des documents inédits des Congrégations de l’index et de l’Inquisition", Roma, Editrice Pontificia Univ. Gregoriana, 1997), mentre nell'"Arret burlesque", Nicolas Boileau lo indica come capofila di una delle fazioni (i ‘pourchotistes’) da condannare insieme a quelle dei 'gassendistes', ‘cartésiens’, ‘malebranchistes’ (N. Boileau Despreaux, "Arret burlesque", in "Œuvres", Amsterdam, F. Changuion, 1729, vol. IV, pp. 60-61 n.1). Pourchot è legato ad Arnauld (che gli aveva chiesto di istruire il nipote, M. de Pompone secondo i precetti dell'"Art de penser") e ai Messieurs di Port Royal, ai benedettini della congregazione di Saint Maur: intorno a lui, eruditi, ebraisti, benedettini e portorealisti, alcuni in odore di eresia. Un mondo in movimento che G. Belgioioso si propone di analizzare, a partire dalla querelle tra Arnauld e Le Moine a proposito della difesa postuma di Arnauld della “philosophie humaine” contro eretici e scettici: in programma la pubblicazione di un saggio (2003). L’edizione di alcuni entretiens inediti di Gouhier – uno dei più grandi interpreti di Descartes nel XX secolo – fa parte del programma di G. Belgioioso per il 2004. Ma la ricerca è volta anche a ridefinire categorie storiografiche consolidate quali 'ragione classica' e libertinismo o a riproporre snodi interpretativi centrali, bisognosi comunque di un supplemento di indagine. Su questi temi lavora C. Borghero che ha in programma un saggio su Voltaire e i cartesiani (2003). Altre indagini di Borghero riguardano il tema della scienza, dell’immaginazione e del potere: "La 'Lettre sur le progrès des sciences' di Maupertuis e la sua penetrazione a Napoli" e "Villemandy critico di Descartes", (2003). C. Buccolini studia le critiche di Pierre Petit alla filosofia cartesiana dopo il 1641: in programma la pubblicazione di un saggio (2003). Attraverso l'edizione progettata da Quintili degli "Eléments de physiologie" di Diderot (2003) e dei "Principes physiques de la raison et des passions des hommes" di Maubec – BNF Ms. 14709 – (2004), l’Unità di Lecce spinge la propria indagine fino alle ultime propaggini del cartesianismo ormai ‘rifiutato’ in nome degli alternativi modelli ispirati da Bacon, Locke, Haller. L’Unità di Lecce esplora, sul versante delle Province Unite, la discussione sul metodo, nei numerosi rivoli che dalla logica si ramificano verso la teologia, la gnoseologia, la morale. Allo sviluppo del metodo cartesiano nelle Provincie Unite negli anni che vanno dal 1643 al 1665, M. Savini dedica la sua analisi: in programma la pubblicazione di un’ampia monografia (2004) e di due saggi: "La critica degli argomenti cartesiani nell’Admiranda Methodus di Martin Schoock" e "Methodus cartesiana o methodus vaniniana? Fonti e significato teorico del parallelo tra René Descartes e Giulio Cesare Vanini nell’Admiranda Methodus di Martin Schoock" (2003). Nella medesima direzione, portando avanti una linea di ricerca che ha già dato frutti maturi in numerosi saggi e in una ampia monografia, Antonella Del Prete ha in programma la pubblicazione di un saggio: "Sillogismo, ipotesi e dimostrazioni nella polemica Schoock-Descartes" (2003). La stessa Del Prete cura il volume in via di completamento dedicato a Descartes e i suoi avversari (2003). L’Unità di Lecce prende, infine, in considerazione il costituirsi, in ambito it tedesco, di una tradizione di pensiero alternativa ai principi della filosofia cartesiana, che si richiama alle dottrine di Theophrast von Hohenheim (Paracelso), Valentin Weigel, Jacob Boehme: su queste problematiche, tre saggi di M. L. Bianchi, "Signes, signatures and ‘Natursprache’ in Paracelsus and Boehme" e "Il tema dell’esperienza in Paracelso (2003)"; "Ewige e zeitliche Natur in Jacob Boehme" (2003). Le problematiche studiate saranno oggetto di periodiche verifiche e di confronti in seminari che l'unità ha in programma di realizzare in collaborazione con Centre d’Etudes Cartésiennes de Paris-Sorbonne, con l’UCLA e con l’Università di Chicago: “Primi lavori cartesiani. Incontri e discussioni – IV” (Lecce, gennaio 2003) “Lulle, La Ramée, Bacon : La logique oubliée de Descartes” (Paris giugno 2003); "'Correspondance’ e forme di comunicazione nella République des Lettres" (Los Angeles, ottobre 2003); "Descartes dans Kant" (Paris-Lecce, 2004)
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