La base di partenza dell’Unità di Lecce è da individuarsi in quella linea di approccio scientifico e di metodologia dell’indagine storiografica che priviliegia la lettura diretta dei testi, l’analisi concettuale legata all’analisi lessicale, la considerazione di una prospettiva evolutiva interna del pensiero cartesiano: la bibliografia degli ultimi decenni circa gli studi cartesiani attesta con chiarezza la portata decisiva dell’impiego di strumenti quali indici e concordanze che hanno permesso di comprendere allo stesso tempo la vicinanza e la distanza di Descartes non solo dalla scolastica, ma dalla stessa filosofia cartesiana quale venne a svilupparsi nella seconda metà del Seicento. Presupposto storiografico e metodologico del programma dell’Unità di Lecce è perciò la considerazione del cartesianesimo nella sua complessità: esso si presenta come un fenomeno dai contorni sfumati e non è possibile concepire una fedeltà a Descartes come mera ripetizione o assunzione acritica delle tesi veicolate nelle sue opere. Dalla scolastica cartesiana nederlandese sino alle discussioni delle accademie napoletane, le opere cartesiane incontrano culture diverse, con esiti speculativi non comprensibili a prescindere da un preciso contesto culturale e civile. Contro una concezione a-storica e ipostatica della ragione cartesiana – concezione che ha portato a cogliere rigidamente ed in aperta opposizione al rinascimento il pensiero di Descartes – l’Unità di Lecce si propone un’indagine che restituisca la complessità del rapporto tra Descartes e la tradizione tardo-rinascimentale e scolastica in merito al tema ‘uomo e natura’. Se, in effetti, il pensiero di Descartes si presenta come un superamento del vitalismo e del naturalismo rinascimentali, ciò non deve nascondere che di tale tradizione l’autore del Discours de la méthode ebbe conoscenza diretta, soprattutto nel periodo di soggiorno in Germania che, proprio recentemente, è stato oggetto di rinnovata attenzione da parte della storiografia (cfr. in particolare E. Mehl, Descartes en Allemagne). Elementi di continuità che, anche per quanto riguarda la tradizione scolastica, vennero recepiti dai ‘cartesiani’ che accolsero la fisica cartesiana, soprattutto nelle Provincie Unite, adattandola all’insegnamento universitario. Per quanto attiene il tema complesso del rapporto tra ‘uomo e natura’ va rilevato come, in primo luogo, la letteratura critica abbia spesso considerato il pensiero cartesiano nella prospettiva dell’affermarsi del meccanicismo. Sin dagli studi pioneristici di R. Lenoble, ma anche dalle opere più recenti di B. Tocanne, la concezione cartesiana della natura sarebbe completamente assorbita dalla spiegazione dei fenomeni naturali mediante una composizione di estensione e movimento. La natura non sarebbe quindi altro che un insieme di oggetti e fenomeni perfettamente traducibili nei termini delle idee chiare e distinte dell’intelletto. Dalla perfetta trasparenza della natura seguirebbe la possibilità del dominio dell’uomo su di essa. Questa linea di lettura ha portato ad accentuare, pur sottolineando la convenienza di Descartes col pensiero baconiano, la distanza del pensiero cartesiano dalle correnti del naturalismo e del sensismo tardo-rinascimentali. Anche in questo caso, e soprattutto forse in questo, Descartes si presenterebbe come l’inizio radicale della filosofia moderna, attuando un distacco deciso e netto dalla tradizione precedente. Tuttavia, la più recente letteratura critica ha mostrato quanto la fisica cartesiana sia lontana da una perfetta trasparenza e quanto in essa si conservi delle tradizioni che Descartes conobbe ma da cui prese consapevolmente le distanze: gli studi di F. de Buzon su ‘simpatia e antipatia’, quelli di Oeing-Hanoff sull’abbandono del lessico rinascimentale dell’anima a profitto di quello della mens o di M. Schneider sul meccanicismo cartesiano mostrano quanto sia complesso il rapporto con la tradizione rinascimentale, soprattutto in relazione alla nozione di natura ed al rapporto uomo-natura. Lo studio del lessico di Descartes e segnatamente la considerazione della corrispondenza saranno oggetto di studio da parte dell’Unità di Lecce mettendo il luce l’evoluzione interna e la presenza di molteplici ed articolati percorsi di lettura all’interno dell’opera cartesiana. Questo non certo per misconoscere le teorie maggiori o i punti d’approdo della filosofia di Descartes, ma tentando di riannodare le fila complesse che legano l’autore del Discours alla tradizione. D’altra parte, sul piano della letteratura critica degli ultimi anni, ricognizioni puntuali sul lessico cartesiano (cfr. ad esempio le puntuali ricognizioni proposte ai convegni del Lessico Intellettuale Europeo, o gli indici delle Regulae, del Discours e dei Principia) e nuove edizioni dei testi cartesiani (come ad esempio l’edizione critica delle Regulae ad opera di G. Crapulli – L’Aia 1966 - o quella de «La recherche de la vérité», a cura di E. Lojacono, con la collaborazione di E.-J. Bos, F. A. Meschini e F. Saita, Milano 2002) hanno permesso di cogliere in maniera più dinamica ed articolata l’evoluzione interna del pensiero di Descartes, la cui opera si presenta, nel suo complesso, come un campo aperto di discussione, flessibile e duttile nella sua capacità di incontrare e penetrare in differenti contesti culturali. I lavori di Paul Dibon (cfr. l’imponente raccolta Regards sur la Hollande du Siècle d’Or, Napoli 1990) e di Theo Verbeek (cfr. Descartes and the Dutch, Carbonsdale-Edwardsville 1992) hanno ad esempio indagato il formarsi di una scolastica cartesiana a partire dalle discussioni prodottesi nelle Università nederlandesi: in tale contesto le opere cartesiane vengono organizzate e proposte in compendi ed edizioni che forniscono già specifiche chiavi di lettura (cfr. a questo proposito il saggio sulle edizioni delle Opera philosophica cartesiane che introduce l’edizione italiana delle Opere filosofiche di Descartes a cura di E. Lojacono). Analogamente, gli studi che si sono occupati della Francia e dell’Italia hanno mostrato come il testo cartesiano divenga il luogo a partire da cui si pensano problemi e questioni che Descartes stesso ha contribuito a sollevare ma che non ha mai affrontato direttamente. Non possiamo qui dettagliare ulteriormente l’ampiezza di questo panorama degli studi: resta però ancora da chiarire quali siano i presupposti sui cui l’Unità di Lecce ritiene di poter affrontare un tema così vasto ed articolato. La prospettiva storiografica e metodologica che abbiamo evocato è condivisa da tutti i membri dell’Unità, che partecipano alle attività del ‘Centro interdipartimentale di Studi su Descartes e il Seicento’ dell'Università di Lecce, diretto da Giulia Belgioioso. Principalmente impegnato nella pubblicazione di testi e nella ricerca storiografica, il Centro ha favorito una consuetudine di ricerca e di metodo, che permette oggi la progettazione di un ampio programma. Stretta è inoltre la collaborazione con importanti centri di ricerca, quali il ‘Centre d’Études cartésiennes’ della Sorbonne (Paris IV) ed il ‘Center for 17th & 18th Century Studies’ (UCLA) con i quali è in atto una collaborazione istituzionale ed il ‘Midwest Seminar in the History of Modern Philosophy’ (University of Chicago). Nella direzione di una collaborazione attiva e partecipativa agli studi cartesiani nel campo internazionale si colloca, inoltre, la collaborazione alla redazione del Bulletin cartésien che ormai da diversi anni è pubblicato congiuntamente dal Centro leccese e dal Centre parigino. Altro punto qualificante la direzione delle ricerche del Centro leccese è quello delle ristampe anastatiche delle opere di Descartes presso l’editore Conte di Lecce: corredate da introduzioni che ne sottolineano la storia editoriale, le pubblicazioni presentano anche testi che non figurano nell’edizione AT (per esempio l’edizione latina delle Passiones animae). Il Centro di Lecce ha inoltre promosso (2003) la pubblicazione della Bibliografia relativa agli studi su Descartes ed il cartesianesimo per gli anni 1960-1996, che ha visto la diretta partecipazione di M. Savini e G. Belgioioso, e che si propone di continuare idealmente la bibliografia di G. Sebba. L’Unità di ricerca ha inoltre da diversi anni promosso lo studio del cartesianesimo con particolare attenzione alle singole realtà regionali, nella convinzione che non sia possibile comprendere tale fenomeno solo a partire da una rigida ripetizione delle opere cartesiane: menzioniamo a titolo d’esempio il volume di Ettore Lojacono che ricostruisce l’impatto e la prima diffusione del pensiero cartesiano in Italia («Immagini di Renè Descartes nella cultura napoletana», Conte, Lecce). Per un altro versante, invece, le numerose ricerche di Carlo Borghero permettono di cogliere in maniera dinamica i problemi relativi ai processi di integrazione del pensiero cartesiano tanto in Francia quanto in Olanda. Il progetto dell’Unità di Lecce prosegue quindi ricerche svolte con continuità e competenza su Descartes e la ricezione della sua filosofia in Europa, nello spirito di una collaborazione internazionale che ha segnato il progresso degli studi cartesiani negli ultimi decenni.

Immagini dell'uomo e concezioni della natura: Descartes e l'età cartesiana. Edizioni di testi e studi storici.

BELGIOIOSO, Giulia
2005-01-01

Abstract

La base di partenza dell’Unità di Lecce è da individuarsi in quella linea di approccio scientifico e di metodologia dell’indagine storiografica che priviliegia la lettura diretta dei testi, l’analisi concettuale legata all’analisi lessicale, la considerazione di una prospettiva evolutiva interna del pensiero cartesiano: la bibliografia degli ultimi decenni circa gli studi cartesiani attesta con chiarezza la portata decisiva dell’impiego di strumenti quali indici e concordanze che hanno permesso di comprendere allo stesso tempo la vicinanza e la distanza di Descartes non solo dalla scolastica, ma dalla stessa filosofia cartesiana quale venne a svilupparsi nella seconda metà del Seicento. Presupposto storiografico e metodologico del programma dell’Unità di Lecce è perciò la considerazione del cartesianesimo nella sua complessità: esso si presenta come un fenomeno dai contorni sfumati e non è possibile concepire una fedeltà a Descartes come mera ripetizione o assunzione acritica delle tesi veicolate nelle sue opere. Dalla scolastica cartesiana nederlandese sino alle discussioni delle accademie napoletane, le opere cartesiane incontrano culture diverse, con esiti speculativi non comprensibili a prescindere da un preciso contesto culturale e civile. Contro una concezione a-storica e ipostatica della ragione cartesiana – concezione che ha portato a cogliere rigidamente ed in aperta opposizione al rinascimento il pensiero di Descartes – l’Unità di Lecce si propone un’indagine che restituisca la complessità del rapporto tra Descartes e la tradizione tardo-rinascimentale e scolastica in merito al tema ‘uomo e natura’. Se, in effetti, il pensiero di Descartes si presenta come un superamento del vitalismo e del naturalismo rinascimentali, ciò non deve nascondere che di tale tradizione l’autore del Discours de la méthode ebbe conoscenza diretta, soprattutto nel periodo di soggiorno in Germania che, proprio recentemente, è stato oggetto di rinnovata attenzione da parte della storiografia (cfr. in particolare E. Mehl, Descartes en Allemagne). Elementi di continuità che, anche per quanto riguarda la tradizione scolastica, vennero recepiti dai ‘cartesiani’ che accolsero la fisica cartesiana, soprattutto nelle Provincie Unite, adattandola all’insegnamento universitario. Per quanto attiene il tema complesso del rapporto tra ‘uomo e natura’ va rilevato come, in primo luogo, la letteratura critica abbia spesso considerato il pensiero cartesiano nella prospettiva dell’affermarsi del meccanicismo. Sin dagli studi pioneristici di R. Lenoble, ma anche dalle opere più recenti di B. Tocanne, la concezione cartesiana della natura sarebbe completamente assorbita dalla spiegazione dei fenomeni naturali mediante una composizione di estensione e movimento. La natura non sarebbe quindi altro che un insieme di oggetti e fenomeni perfettamente traducibili nei termini delle idee chiare e distinte dell’intelletto. Dalla perfetta trasparenza della natura seguirebbe la possibilità del dominio dell’uomo su di essa. Questa linea di lettura ha portato ad accentuare, pur sottolineando la convenienza di Descartes col pensiero baconiano, la distanza del pensiero cartesiano dalle correnti del naturalismo e del sensismo tardo-rinascimentali. Anche in questo caso, e soprattutto forse in questo, Descartes si presenterebbe come l’inizio radicale della filosofia moderna, attuando un distacco deciso e netto dalla tradizione precedente. Tuttavia, la più recente letteratura critica ha mostrato quanto la fisica cartesiana sia lontana da una perfetta trasparenza e quanto in essa si conservi delle tradizioni che Descartes conobbe ma da cui prese consapevolmente le distanze: gli studi di F. de Buzon su ‘simpatia e antipatia’, quelli di Oeing-Hanoff sull’abbandono del lessico rinascimentale dell’anima a profitto di quello della mens o di M. Schneider sul meccanicismo cartesiano mostrano quanto sia complesso il rapporto con la tradizione rinascimentale, soprattutto in relazione alla nozione di natura ed al rapporto uomo-natura. Lo studio del lessico di Descartes e segnatamente la considerazione della corrispondenza saranno oggetto di studio da parte dell’Unità di Lecce mettendo il luce l’evoluzione interna e la presenza di molteplici ed articolati percorsi di lettura all’interno dell’opera cartesiana. Questo non certo per misconoscere le teorie maggiori o i punti d’approdo della filosofia di Descartes, ma tentando di riannodare le fila complesse che legano l’autore del Discours alla tradizione. D’altra parte, sul piano della letteratura critica degli ultimi anni, ricognizioni puntuali sul lessico cartesiano (cfr. ad esempio le puntuali ricognizioni proposte ai convegni del Lessico Intellettuale Europeo, o gli indici delle Regulae, del Discours e dei Principia) e nuove edizioni dei testi cartesiani (come ad esempio l’edizione critica delle Regulae ad opera di G. Crapulli – L’Aia 1966 - o quella de «La recherche de la vérité», a cura di E. Lojacono, con la collaborazione di E.-J. Bos, F. A. Meschini e F. Saita, Milano 2002) hanno permesso di cogliere in maniera più dinamica ed articolata l’evoluzione interna del pensiero di Descartes, la cui opera si presenta, nel suo complesso, come un campo aperto di discussione, flessibile e duttile nella sua capacità di incontrare e penetrare in differenti contesti culturali. I lavori di Paul Dibon (cfr. l’imponente raccolta Regards sur la Hollande du Siècle d’Or, Napoli 1990) e di Theo Verbeek (cfr. Descartes and the Dutch, Carbonsdale-Edwardsville 1992) hanno ad esempio indagato il formarsi di una scolastica cartesiana a partire dalle discussioni prodottesi nelle Università nederlandesi: in tale contesto le opere cartesiane vengono organizzate e proposte in compendi ed edizioni che forniscono già specifiche chiavi di lettura (cfr. a questo proposito il saggio sulle edizioni delle Opera philosophica cartesiane che introduce l’edizione italiana delle Opere filosofiche di Descartes a cura di E. Lojacono). Analogamente, gli studi che si sono occupati della Francia e dell’Italia hanno mostrato come il testo cartesiano divenga il luogo a partire da cui si pensano problemi e questioni che Descartes stesso ha contribuito a sollevare ma che non ha mai affrontato direttamente. Non possiamo qui dettagliare ulteriormente l’ampiezza di questo panorama degli studi: resta però ancora da chiarire quali siano i presupposti sui cui l’Unità di Lecce ritiene di poter affrontare un tema così vasto ed articolato. La prospettiva storiografica e metodologica che abbiamo evocato è condivisa da tutti i membri dell’Unità, che partecipano alle attività del ‘Centro interdipartimentale di Studi su Descartes e il Seicento’ dell'Università di Lecce, diretto da Giulia Belgioioso. Principalmente impegnato nella pubblicazione di testi e nella ricerca storiografica, il Centro ha favorito una consuetudine di ricerca e di metodo, che permette oggi la progettazione di un ampio programma. Stretta è inoltre la collaborazione con importanti centri di ricerca, quali il ‘Centre d’Études cartésiennes’ della Sorbonne (Paris IV) ed il ‘Center for 17th & 18th Century Studies’ (UCLA) con i quali è in atto una collaborazione istituzionale ed il ‘Midwest Seminar in the History of Modern Philosophy’ (University of Chicago). Nella direzione di una collaborazione attiva e partecipativa agli studi cartesiani nel campo internazionale si colloca, inoltre, la collaborazione alla redazione del Bulletin cartésien che ormai da diversi anni è pubblicato congiuntamente dal Centro leccese e dal Centre parigino. Altro punto qualificante la direzione delle ricerche del Centro leccese è quello delle ristampe anastatiche delle opere di Descartes presso l’editore Conte di Lecce: corredate da introduzioni che ne sottolineano la storia editoriale, le pubblicazioni presentano anche testi che non figurano nell’edizione AT (per esempio l’edizione latina delle Passiones animae). Il Centro di Lecce ha inoltre promosso (2003) la pubblicazione della Bibliografia relativa agli studi su Descartes ed il cartesianesimo per gli anni 1960-1996, che ha visto la diretta partecipazione di M. Savini e G. Belgioioso, e che si propone di continuare idealmente la bibliografia di G. Sebba. L’Unità di ricerca ha inoltre da diversi anni promosso lo studio del cartesianesimo con particolare attenzione alle singole realtà regionali, nella convinzione che non sia possibile comprendere tale fenomeno solo a partire da una rigida ripetizione delle opere cartesiane: menzioniamo a titolo d’esempio il volume di Ettore Lojacono che ricostruisce l’impatto e la prima diffusione del pensiero cartesiano in Italia («Immagini di Renè Descartes nella cultura napoletana», Conte, Lecce). Per un altro versante, invece, le numerose ricerche di Carlo Borghero permettono di cogliere in maniera dinamica i problemi relativi ai processi di integrazione del pensiero cartesiano tanto in Francia quanto in Olanda. Il progetto dell’Unità di Lecce prosegue quindi ricerche svolte con continuità e competenza su Descartes e la ricezione della sua filosofia in Europa, nello spirito di una collaborazione internazionale che ha segnato il progresso degli studi cartesiani negli ultimi decenni.
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