Nel corso del mese di luglio 2011, è stato svolto un breve intervento nel Fondo Melliche, in un’area sottoposta a piano di lottizzazione. Qui, da alcuni anni (v. schede 2008-2010), si indaga un settore dell’insediamento messapico di Vaste riguardante, in particolare, la fase di frequentazione dell’età del Ferro: è infatti attestato in questa zona un complesso cultuale riferibile all’VIII-VII sec. a.C. L’ultimo intervento è stato effettuato nei lotti 10 e 11, ubicati nell’angolo sud-orientale del settore. I due lotti furono già interessati, nei precedenti interventi, dallo scavo di una trincea esplorativa che non aveva consentito di rilevare livelli significativi. E’ stata quindi avviata un’indagine stratigrafica in estensione ai fini di una più completa lettura di eventuali depositi archeologici. Al di sotto dello strato di terreno agricolo superficiale, sono state intercettate e messe in luce una serie di buche, circa venti, di varia grandezza, scavate in parte all’interno di un terreno bruno-rossiccio ed in parte nella roccia di base. Come nelle precedenti indagini, si tratta di fosse riempite con materiali databili all’età del Ferro (VIII – VII sec. a.C.): notevole la presenza di ceramica iapigia, riferibile in particolare al Subgeometrico del Salento, e di vasi ad impasto, accompagnati in misura minore da frammenti di ceramica di importazione corinzia e a fasce greco-orientale, e da contenitori da trasporto di fabbrica greca (anfore corinzie di tipo A). All’interno delle buche erano presenti anche ossa animali e frammenti di concotto appartenenti a fornelli. La quasi totalità delle buche, di tipologia simile a quelle scavate negli anni precedenti, appare riferibile al medesimo impianto cultuale. Si tratta, dunque, di depositi di materiali legati allo svolgimento di attività sacre, come già rilevato nell’area contigua. Fanno eccezione solo due fosse (UU.SS. 315, 333), che sono probabilmente databili alla fase arcaica. La situazione emersa conferma dunque la lettura dell’area, già proposta sulla base delle altre evidenze. Data la minore concentrazione di depositi votivi, e l’assenza di altri elementi connotanti l’area sacra, è forse possibile ipotizzare che la zona in questione sia marginale rispetto al nucleo centrale dell’impianto, da identificarsi nell’area immediatamente a nord.

Ricerche archeologiche a Vaste, Fondo Melliche

D'ANDRIA, Francesco
2011-01-01

Abstract

Nel corso del mese di luglio 2011, è stato svolto un breve intervento nel Fondo Melliche, in un’area sottoposta a piano di lottizzazione. Qui, da alcuni anni (v. schede 2008-2010), si indaga un settore dell’insediamento messapico di Vaste riguardante, in particolare, la fase di frequentazione dell’età del Ferro: è infatti attestato in questa zona un complesso cultuale riferibile all’VIII-VII sec. a.C. L’ultimo intervento è stato effettuato nei lotti 10 e 11, ubicati nell’angolo sud-orientale del settore. I due lotti furono già interessati, nei precedenti interventi, dallo scavo di una trincea esplorativa che non aveva consentito di rilevare livelli significativi. E’ stata quindi avviata un’indagine stratigrafica in estensione ai fini di una più completa lettura di eventuali depositi archeologici. Al di sotto dello strato di terreno agricolo superficiale, sono state intercettate e messe in luce una serie di buche, circa venti, di varia grandezza, scavate in parte all’interno di un terreno bruno-rossiccio ed in parte nella roccia di base. Come nelle precedenti indagini, si tratta di fosse riempite con materiali databili all’età del Ferro (VIII – VII sec. a.C.): notevole la presenza di ceramica iapigia, riferibile in particolare al Subgeometrico del Salento, e di vasi ad impasto, accompagnati in misura minore da frammenti di ceramica di importazione corinzia e a fasce greco-orientale, e da contenitori da trasporto di fabbrica greca (anfore corinzie di tipo A). All’interno delle buche erano presenti anche ossa animali e frammenti di concotto appartenenti a fornelli. La quasi totalità delle buche, di tipologia simile a quelle scavate negli anni precedenti, appare riferibile al medesimo impianto cultuale. Si tratta, dunque, di depositi di materiali legati allo svolgimento di attività sacre, come già rilevato nell’area contigua. Fanno eccezione solo due fosse (UU.SS. 315, 333), che sono probabilmente databili alla fase arcaica. La situazione emersa conferma dunque la lettura dell’area, già proposta sulla base delle altre evidenze. Data la minore concentrazione di depositi votivi, e l’assenza di altri elementi connotanti l’area sacra, è forse possibile ipotizzare che la zona in questione sia marginale rispetto al nucleo centrale dell’impianto, da identificarsi nell’area immediatamente a nord.
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