Vincenza Cerati Rivolta, nata nel 1905, è stata protagonista, per oltre settant’anni, della vita musicale milanese; la sua volontà fu quella di inserire utilmente la musica classica nel processo di formazione dei giovani, affinché gli stessi potessero farne un uso appropriato nel contesto sociale divenendo “attori” e non “spettatori” del proprio futuro. La musicista porta avanti un’intensa attività (a cominciare dal compimento dei quindici anni), impegnandosi, dalla fine degli anni Venti del Novecento, in attività di promozione e divulgazione delle attività musicali, in genere, da lei considerate quale mezzo più idoneo di riscatto soprattutto tra i giovanissimi dei borghi popolari milanesi. Da qui l’intensa organizzazione di eventi artistici, dove principe fosse la musica (in asili, scuole, oratori, scuole del dopolavoro) sul territorio cittadino e provinciale, animata da finalità prevalentemente filantropica. Decisiva, su tali orientamenti, l’influenza del nonno materno F. Saverio De Dominicis; egli, noto filosofo e pedagogista, crea l’imprinting della nipote sotto il profilo della maturazione ideologica (di chiara derivazione umanistica). Ciò che per lei conta è promuovere l’inclinazione musicale che, erroneamente è considerata privilegio per pochi. Convinta, infatti, che il temperamento musicale si manifestasse in maniera spontanea e precoce, già in età infantile, ma che, a volte, fosse anche latente, si pone quale primo obiettivo dell’esistenza sua intera quello di far scoprire, suscitare e, in taluni casi, anche far “sbocciare” il temperamento musicale, ai fini della costruzione armonica del soggetto da un punto di vista fisiologico e psicologico. Per poter meglio sopperire a tale scopo, intorno agli inizi degli anni Cinquanta fonda il Giardino Musicale: libera associazione di musicisti e musicofili, aperta soprattutto ai giovani e basato sul volontariato, la cui finalità ispiratrice è culturale, spesso benefica, mai a scopo di lucro. Obiettivo di questo lavoro è quello di far emergere le note di attualità delle teorie pedagogiche di questo modello femminile che, pur richiamandosi fortemente alle tradizioni ideologiche inculcatele dal De Dominicis, le rivisita in chiave di lettura moderna, perché influenzata sicuramente dai nuovi orientamenti ideologici affermatisi fino agli anni Cinquanta del Novecento. La forte personalità e lo spiccato senso di ambizione l’hanno condotta ad appoggiare l’idea dell’introduzione di una disciplina, come la musica, nei programmi ministeriali delle scuole popolari, riconoscendone finanche il valore terapeutico. Intuizione, questa, che, poi, ha tracciato la strada alle nuove metodologie basate sull’utilizzo dell’arte musicale (musicoterapia e metodo Benenzon), per la cura dei ragazzi con disagi di diversa origine.
Vincenza Cerati Rivolta. Un modello educativo nel tempo
COLACI, Anna Maria
2012-01-01
Abstract
Vincenza Cerati Rivolta, nata nel 1905, è stata protagonista, per oltre settant’anni, della vita musicale milanese; la sua volontà fu quella di inserire utilmente la musica classica nel processo di formazione dei giovani, affinché gli stessi potessero farne un uso appropriato nel contesto sociale divenendo “attori” e non “spettatori” del proprio futuro. La musicista porta avanti un’intensa attività (a cominciare dal compimento dei quindici anni), impegnandosi, dalla fine degli anni Venti del Novecento, in attività di promozione e divulgazione delle attività musicali, in genere, da lei considerate quale mezzo più idoneo di riscatto soprattutto tra i giovanissimi dei borghi popolari milanesi. Da qui l’intensa organizzazione di eventi artistici, dove principe fosse la musica (in asili, scuole, oratori, scuole del dopolavoro) sul territorio cittadino e provinciale, animata da finalità prevalentemente filantropica. Decisiva, su tali orientamenti, l’influenza del nonno materno F. Saverio De Dominicis; egli, noto filosofo e pedagogista, crea l’imprinting della nipote sotto il profilo della maturazione ideologica (di chiara derivazione umanistica). Ciò che per lei conta è promuovere l’inclinazione musicale che, erroneamente è considerata privilegio per pochi. Convinta, infatti, che il temperamento musicale si manifestasse in maniera spontanea e precoce, già in età infantile, ma che, a volte, fosse anche latente, si pone quale primo obiettivo dell’esistenza sua intera quello di far scoprire, suscitare e, in taluni casi, anche far “sbocciare” il temperamento musicale, ai fini della costruzione armonica del soggetto da un punto di vista fisiologico e psicologico. Per poter meglio sopperire a tale scopo, intorno agli inizi degli anni Cinquanta fonda il Giardino Musicale: libera associazione di musicisti e musicofili, aperta soprattutto ai giovani e basato sul volontariato, la cui finalità ispiratrice è culturale, spesso benefica, mai a scopo di lucro. Obiettivo di questo lavoro è quello di far emergere le note di attualità delle teorie pedagogiche di questo modello femminile che, pur richiamandosi fortemente alle tradizioni ideologiche inculcatele dal De Dominicis, le rivisita in chiave di lettura moderna, perché influenzata sicuramente dai nuovi orientamenti ideologici affermatisi fino agli anni Cinquanta del Novecento. La forte personalità e lo spiccato senso di ambizione l’hanno condotta ad appoggiare l’idea dell’introduzione di una disciplina, come la musica, nei programmi ministeriali delle scuole popolari, riconoscendone finanche il valore terapeutico. Intuizione, questa, che, poi, ha tracciato la strada alle nuove metodologie basate sull’utilizzo dell’arte musicale (musicoterapia e metodo Benenzon), per la cura dei ragazzi con disagi di diversa origine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.