Il contributo si occupa del processo di adeguamento dell’ordinamento tributario interno ai principi comunitari. Essendo estremamente numerosi i settori della fiscalità italiana che pongono rilevanti problemi di compatibilità rispetto agli ordinamenti degli altri Stati membri, la relazione si concentra su tre aspetti. Il primo approfondimento riguarda le principali soluzioni legislative dichiaratamente connotate dall’obiettivo di adeguare l’ordinamento tributario interno ai principi vigenti in sede europea. La legge delega n. 80 del 7 aprile 2003 si pone come finalità quella di armonizzare il sistema fiscale italiano con i Paesi membri dell’Unione europea. Vengono quindi analizzati alcuni istituti che possono influenzare il raggiungimento di questa finalità (la participation exemption, la nozione di stabile organizzazione, la thin capitalisation rule, la disciplina del consolidato nazionale e mondiale, la tassazione dei dividendi nei rapporti tra società madre e figlia, la tassazione dei redditi da risparmio, gli interessi e royalties). Il secondo aspetto analizzato riguarda il tentativo di armonizzare le basi imponibili per le società operanti in più Stati membri. Il dibattito dottrinale ha evidenziato la possibilità che questa armonizzazione possa avvenire attraverso due metodi: la Home State taxation (HST) che prevede che tutte le società operanti in diversi Stati membri siano tassate in base alle regole dello Stato della società madre, indipendentemente dal loro Paese di residenza; e la Common Consolidates Tax Base (CCTB), che comporta, in via opzionale, la definizione di una base consolidata a livello comunitario e l’applicazione delle aliquote d’imposta vigenti nello Stato di residenza della capogruppo. Infine è analizzata la controversia dinanzi alla Corte di Giustizia riguardante la compatibilità dell’IRAP rispetto all’art. 33, n. 1, della VI Direttiva Iva. Le conclusioni di tali analisi evidenziano come, nonostante i recenti tentativi di natura legislativa, l’ordinamento tributario italiano presenta ancora rilevanti settori della fiscalità nei quali il processo di armonizzazione deve considerarsi tutt’altro che concluso.
L'armonizzazione del sistema tributario nazionale rispetto al diritto tributario europeo: l'esperienza italiana.
PAPARELLA, Franco
2006-01-01
Abstract
Il contributo si occupa del processo di adeguamento dell’ordinamento tributario interno ai principi comunitari. Essendo estremamente numerosi i settori della fiscalità italiana che pongono rilevanti problemi di compatibilità rispetto agli ordinamenti degli altri Stati membri, la relazione si concentra su tre aspetti. Il primo approfondimento riguarda le principali soluzioni legislative dichiaratamente connotate dall’obiettivo di adeguare l’ordinamento tributario interno ai principi vigenti in sede europea. La legge delega n. 80 del 7 aprile 2003 si pone come finalità quella di armonizzare il sistema fiscale italiano con i Paesi membri dell’Unione europea. Vengono quindi analizzati alcuni istituti che possono influenzare il raggiungimento di questa finalità (la participation exemption, la nozione di stabile organizzazione, la thin capitalisation rule, la disciplina del consolidato nazionale e mondiale, la tassazione dei dividendi nei rapporti tra società madre e figlia, la tassazione dei redditi da risparmio, gli interessi e royalties). Il secondo aspetto analizzato riguarda il tentativo di armonizzare le basi imponibili per le società operanti in più Stati membri. Il dibattito dottrinale ha evidenziato la possibilità che questa armonizzazione possa avvenire attraverso due metodi: la Home State taxation (HST) che prevede che tutte le società operanti in diversi Stati membri siano tassate in base alle regole dello Stato della società madre, indipendentemente dal loro Paese di residenza; e la Common Consolidates Tax Base (CCTB), che comporta, in via opzionale, la definizione di una base consolidata a livello comunitario e l’applicazione delle aliquote d’imposta vigenti nello Stato di residenza della capogruppo. Infine è analizzata la controversia dinanzi alla Corte di Giustizia riguardante la compatibilità dell’IRAP rispetto all’art. 33, n. 1, della VI Direttiva Iva. Le conclusioni di tali analisi evidenziano come, nonostante i recenti tentativi di natura legislativa, l’ordinamento tributario italiano presenta ancora rilevanti settori della fiscalità nei quali il processo di armonizzazione deve considerarsi tutt’altro che concluso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.