Questo volume presenta il pensiero di Maurice Merleau-Ponty (1908-1961), uno dei maggiori esponenti della “filosofia dell’esistenza” in Francia, attraverso una via poco praticata: le narrazione che egli fa di se stesso e del proprio pensiero. Egli scriveva: “È dunque vero contemporaneamente che la vita d’un autore non ci insegna niente e che, se sapessimo leggerla, vi troveremmo tutto, poiché è aperta sull’opera”. Si tratta, quindi, di tornare alla vita, al vissuto dell’autore-filosofo per coglierne ulteriori sensi: tra l’altro, proprio quei sensi che il singolo autore può ritenere fondamentali, talvolta non incontrando analogo parere nel lettore. Ma cosa possono dare ancora la filosofia e le procedure dell’argomentazione, attraverso il dialogo del filosofo con se stesso e il nostro dialogo virtuale col filosofo, se non l’ingresso di una piccola luce nell’oscurità dell’esistenza interiore? Anche nel caso di Merleau-Ponty, colloqui, dialoghi interiori, narrazione e autonarrazioni servono a dipanare il chiasma di raison e déraison, i cui confini sono, secondo la sua definizione, sempre impercettibili.
Merleau-Ponty par lui-même. Una pratica filosofica della narrazione di sé
INVITTO, Giovanni
2010-01-01
Abstract
Questo volume presenta il pensiero di Maurice Merleau-Ponty (1908-1961), uno dei maggiori esponenti della “filosofia dell’esistenza” in Francia, attraverso una via poco praticata: le narrazione che egli fa di se stesso e del proprio pensiero. Egli scriveva: “È dunque vero contemporaneamente che la vita d’un autore non ci insegna niente e che, se sapessimo leggerla, vi troveremmo tutto, poiché è aperta sull’opera”. Si tratta, quindi, di tornare alla vita, al vissuto dell’autore-filosofo per coglierne ulteriori sensi: tra l’altro, proprio quei sensi che il singolo autore può ritenere fondamentali, talvolta non incontrando analogo parere nel lettore. Ma cosa possono dare ancora la filosofia e le procedure dell’argomentazione, attraverso il dialogo del filosofo con se stesso e il nostro dialogo virtuale col filosofo, se non l’ingresso di una piccola luce nell’oscurità dell’esistenza interiore? Anche nel caso di Merleau-Ponty, colloqui, dialoghi interiori, narrazione e autonarrazioni servono a dipanare il chiasma di raison e déraison, i cui confini sono, secondo la sua definizione, sempre impercettibili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.