L’archivio personale dell’uomo politico e ministro Vito Giuseppe Galati, prima popolare con Sturzo e poi democristiano con De Gasperi, ha permesso di cogliere lo spessore di quello che è stato il suo atteggiamento e giudizio critico nei confronti del fascismo. Soprattutto durante l’occupazione nazista di Roma fu il punto di riferimento di numerosi studenti - di cui uno morì alle Fosse Ardeatine - che si ritrovarono quasi clandestinamente in casa sua a parlare e riflettere su argomenti che non si potevano trattare altrove. «La mia modesta camera – ricordava – fu luogo di continue riunioni di giovani e di amici antifascisti». Il suo fu un antifascismo del cuore e dell’intelletto, un antifascismo militante anche senza imbracciare il fucile e ritirarsi sui monti, o prendere la via dell’esilio o passare da un’aula di tribunale.
L'antifascismo di Vito Giuseppe Galati
DE MARCO, Vittorio
2010-01-01
Abstract
L’archivio personale dell’uomo politico e ministro Vito Giuseppe Galati, prima popolare con Sturzo e poi democristiano con De Gasperi, ha permesso di cogliere lo spessore di quello che è stato il suo atteggiamento e giudizio critico nei confronti del fascismo. Soprattutto durante l’occupazione nazista di Roma fu il punto di riferimento di numerosi studenti - di cui uno morì alle Fosse Ardeatine - che si ritrovarono quasi clandestinamente in casa sua a parlare e riflettere su argomenti che non si potevano trattare altrove. «La mia modesta camera – ricordava – fu luogo di continue riunioni di giovani e di amici antifascisti». Il suo fu un antifascismo del cuore e dell’intelletto, un antifascismo militante anche senza imbracciare il fucile e ritirarsi sui monti, o prendere la via dell’esilio o passare da un’aula di tribunale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.