V. Gioia, Conoscenza sociale e riformismo nel pensiero utopico tra il 1789 e il 1848, in S. Noto ( a cura), Il Ferro e il Buon governo, Musumeci Editore, Quart, Valle d’Aosta 2007 (pp. 29-73) ISBN 88-7032-755-8 Il pensiero utopico della prima metà dell’Ottocento è stato sempre considerato come un universo variegato e pieno di contraddizioni , caratterizzato da ipotesi e progetti politici astratti e fondati su letture inadeguate della società e dell’uomo. Il discorso si è generalmente incentrato sul divario tra le analisi emergenti dai vari orientamenti del pensiero utopico e quelle prodotte dall’economia politica, dalla neonata sociologia e dalle altre scienze sociali. Si sottolinea soprattutto l’inefficacia esplicativa delle teorie elaborate dai rappresentanti del pensiero utopico nei riguardi dei processi di profonda trasformazione della realtà economica dell’Ottocento e la loro incapacità di adeguare categorie ed apparati analitici alle rilevanti innovazioni epistemologiche del tempo. Come tenteremo di dimostrare, i giudizi critici espressi nel corso del XIX secolo sono il risultato di alcune rilevanti semplificazioni: per un verso, viene eliminato il riferimento al contesto entro cui nacquero molti dei problemi e delle ipotesi di lavoro su cui ci si affaticò all’interno del variegato universo del pensiero utopico; per un altro verso, si trascura la peculiare dimensione teorica entro cui molti rappresentanti del cosiddetto “pensiero utopico” hanno lavorato, sulla base delle ricche concezioni ereditate dalle riflessioni illuministiche. In questo lavoro, pur consapevoli della parzialità della nostra interpretazione, ci soffermeremo prevalentemente sulla comparazione tra gli sviluppi teorici del pensiero utopico nella prima metà dell’Ottocento e taluni orientamenti maturati nel corso dell’Illuminismo, intendendo sottolineare non solo la contiguità tra Illuminismo e pensiero utopico, ma anche la circostanza che molti delle questioni poste dagli utopisti vanno lette in riferimento al modo in cui essi fecero i conti con l’eredità illuministica.

Conoscenza sociale e riformismo nel pensiero utopico tra il 1789 e il 1848

GIOIA, Vitantonio
2007-01-01

Abstract

V. Gioia, Conoscenza sociale e riformismo nel pensiero utopico tra il 1789 e il 1848, in S. Noto ( a cura), Il Ferro e il Buon governo, Musumeci Editore, Quart, Valle d’Aosta 2007 (pp. 29-73) ISBN 88-7032-755-8 Il pensiero utopico della prima metà dell’Ottocento è stato sempre considerato come un universo variegato e pieno di contraddizioni , caratterizzato da ipotesi e progetti politici astratti e fondati su letture inadeguate della società e dell’uomo. Il discorso si è generalmente incentrato sul divario tra le analisi emergenti dai vari orientamenti del pensiero utopico e quelle prodotte dall’economia politica, dalla neonata sociologia e dalle altre scienze sociali. Si sottolinea soprattutto l’inefficacia esplicativa delle teorie elaborate dai rappresentanti del pensiero utopico nei riguardi dei processi di profonda trasformazione della realtà economica dell’Ottocento e la loro incapacità di adeguare categorie ed apparati analitici alle rilevanti innovazioni epistemologiche del tempo. Come tenteremo di dimostrare, i giudizi critici espressi nel corso del XIX secolo sono il risultato di alcune rilevanti semplificazioni: per un verso, viene eliminato il riferimento al contesto entro cui nacquero molti dei problemi e delle ipotesi di lavoro su cui ci si affaticò all’interno del variegato universo del pensiero utopico; per un altro verso, si trascura la peculiare dimensione teorica entro cui molti rappresentanti del cosiddetto “pensiero utopico” hanno lavorato, sulla base delle ricche concezioni ereditate dalle riflessioni illuministiche. In questo lavoro, pur consapevoli della parzialità della nostra interpretazione, ci soffermeremo prevalentemente sulla comparazione tra gli sviluppi teorici del pensiero utopico nella prima metà dell’Ottocento e taluni orientamenti maturati nel corso dell’Illuminismo, intendendo sottolineare non solo la contiguità tra Illuminismo e pensiero utopico, ma anche la circostanza che molti delle questioni poste dagli utopisti vanno lette in riferimento al modo in cui essi fecero i conti con l’eredità illuministica.
2007
8870327558
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