Il progetto riguarda la figura e l’operato del Duca De Luynes, poliedrica figura di studioso e di mecenate, membro fondatore dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma e membro dell’Académie des Inscriptions et Belle-Lettres. Discendente da una famiglia aristocratica passata sostanzialmente indenne attraverso le vicende della Rivoluzione Francese, il Duca De Luynes iniziò la sua carriera come Direttore Aggiunto al Museo Charles X del Louvre, dove curò l’allestimento delle antichità greche ed egizie. L’abbandono dell’incarico ricoperto nel Museo del Louvre diede inizio ad una lunga e proficua attività di ricerca principalmente rivolta allo studio dell’arte greca (in particolare alla numismatica e alla pittura vascolare) e proseguita fino alla sua morte. Nel 1828, in occasione del viaggio in Italia effettuato in compagnia dell’architetto F. Delbacq egli intraprese scavi, presto interrotti a causa dell’affioramento della falda idrica, nell’area del santuario urbano di Apollo a Metaponto, riconoscibile grazie alla presenza di blocchi architettonici ancora in situ ma “enseveli…sous un epaisse couche de limon solide” . I risultati delle sue ricerche, pubblicate in un volume edito nel 1833 , ebbero ampia eco, soprattutto grazie alla scoperta di terrecotte architettoniche con tracce di colore che fornirono la prova della presenza di policromia nell’architettura antica. Alcuni dei materiali rinvenuti nel corso degli scavi confluirono nella pregevole e variegata collezione raccolta dal Duca e donata nel 1862 al Cabinet des médailles di Parigi, dove essa è tutt’ora conservata. La collezione costituisce uno specchio fedele degli interessi culturali e scientifici del Duca: oltre alla sezione numismatica , essa si componeva, infatti, di vasi figurati . Lo spirito che informa la selezione è ben espresso nell’introduzione al volume destinato alla pubblicazione di una parte della collezione stessa (Description de quelques vases peintes,étrusques, italiotes, siciliens et grecs, Paris Firmin Didot, 1840): “En formant la petite collection que je publie, je ne me proposais pas un but scientifique: l’experience m’avait montré que les vases, portant de sujets curieux, finissent par devenir communs, tandisque ceux dont le dessin est pur, noble et vrai, resteront toujours rares et admirés. Je ne me flattais pas d’en réunir un grand nombre; je n’en ai rencontré moins que je ne l’espérais. Quelques vases, singuliers par leur fabrique ou par leurs sujets, sont venus se ranger auprés des premieres ; je les ai fait graver ensemble, les uns pour la science, les autres pour l’art dont ils montrent quelle dut être la perfection dans les pays où de simples potiers décoraient de si élégantes compositions les nombreux produits de leur industrie ». L’interesse dell’approccio alla ceramica da parte del Duca e il superamento della prospettiva antiquaria che caratterizza la sua ricerca è ben illustrato nell’articolo De la poterie antique, apparso negli Annali dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica del 1832, dove, accanto ad una proposta di ricostruzione delle linee di sviluppo generali della ceramografia antica, egli analizza in dettaglio le tecniche di produzione della ceramica antica facendo tesoro delle sue conoscenze nell’ambito della chimica, tradottesi anche in sperimentazioni condotte nel suo castello di Dempierre per comprende i procedimenti che portavano alla creazione dei rivestimenti delle ceramiche antiche. Il progetto di ricerca è nell’ambito del programma Histoire de la connaissance des vases grecs coordinato da M. Denoyelle; esso si inserisce nella preparazione del convegno previsto all'INHA nel 2012 sull’archeologia francese nel Mezzogiorno, storia e attualità si articola lungo le seguenti direttrici: 1) Il Duca De Luynes e Metaponto: Una prima parte del progetto riguarda l’analisi della produzione scientifica del Duca de Luynes riguardante Metaponto, in modo da valutare criticamente il lavoro in relazione al background culturale in cui egli si trovava a lavorare e l’apporto del suo metodo, fortemente innovativo soprattutto per quanto riguarda l’attenzione rivolta all’esatta illustrazione dei rinvenimenti per garantire una maggiore diffusione delle conoscenze in ambito scientifico. Un secondo elemento di interesse del volume è costituito dalla presenza di numerose indicazioni topografiche e di osservazioni relative all’ambiente, che ci descrivono la situazione anteriore alla consistente attività di spoliazione che i monumenti metapontini hanno conosciuto dopo la visita di De Luynes e fino al 1965. Esse necessitano di un attento riesame svolto alla luce delle più recenti acquisizioni relative alla topografia della colonia di Metaponto. L’estrema rarità del volume ne ha, infatti, reso difficile la consultazione e le citazioni presenti nella bibliografia più recente sembrano tutte essere di seconda mano. La consultazione dei documenti inediti conservati negli archivi parigini (Bibliothéque de l’institute de France e Bibliothéque Nationale de France) e nella Biblioteca del DAI di Roma potrebbe apportare ulteriori informazioni. 2) La collezione De Luynes al Cabinet des Médailles di Parigi: la presenza di materiale metapontino nella collezione donata dal Duca De Luynes al Cabinet des Médailles può costituire lo spunto per un lavoro di studio complessivo della collezione, costituita da monete, cammei, gioielli, vasi figurati e altri oggetti, delle modalità della sua acquisizione, dell’impatto e dell’influenza che essa ha avuto nella storia della cultura e della conoscenza, secondo le linee guida metodologiche delineate dal Progetto Lasimos. 3) Inserimento nel database del Progetto Lasimos, Histoire de la connaissance des vases grecs del volume di Honoré Théodoric Paul Joseph d'Albert Luynes, Description de quelques vases peints étrusques, italiotes, siciliens et grecs, Paris, Firmin-Didot, 1840 conservato presso la Bibliothèque Centrale des Musées Nationaux, Louvre. Il volume, composto di 25 pagine di testo corredato da 45 tavole, presenta 33 vasi tra cui la celebre anfora a collo distinto firmata da Amasis . I vasi sono in parte confluiti nei due CVA del Cabinet des Médailles e compaiono nell’Archivio Beazley, dove tuttavia solo in quattro casi è citata l’originaria appartenenza alla Collezione De Luynes. Oltre al lavoro di aggiornamento bibliografico e alla ricostruzione della storia dei singoli vasi, talvolta provenienti da collezioni più antiche, una particolare attenzione sarà riservata alle letture iconografiche proposte dal De Luynes e al metodo ad esse sotteso. Il progetto nel suo complesso è diretto da MNartine Denoyelle; la parte relativa al Duca De Luyines è coordinata da Francesca Silvestrelli.

Il Duca De Luynes e Metaponto

SILVESTRELLI, Francesca
2010-01-01

Abstract

Il progetto riguarda la figura e l’operato del Duca De Luynes, poliedrica figura di studioso e di mecenate, membro fondatore dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica di Roma e membro dell’Académie des Inscriptions et Belle-Lettres. Discendente da una famiglia aristocratica passata sostanzialmente indenne attraverso le vicende della Rivoluzione Francese, il Duca De Luynes iniziò la sua carriera come Direttore Aggiunto al Museo Charles X del Louvre, dove curò l’allestimento delle antichità greche ed egizie. L’abbandono dell’incarico ricoperto nel Museo del Louvre diede inizio ad una lunga e proficua attività di ricerca principalmente rivolta allo studio dell’arte greca (in particolare alla numismatica e alla pittura vascolare) e proseguita fino alla sua morte. Nel 1828, in occasione del viaggio in Italia effettuato in compagnia dell’architetto F. Delbacq egli intraprese scavi, presto interrotti a causa dell’affioramento della falda idrica, nell’area del santuario urbano di Apollo a Metaponto, riconoscibile grazie alla presenza di blocchi architettonici ancora in situ ma “enseveli…sous un epaisse couche de limon solide” . I risultati delle sue ricerche, pubblicate in un volume edito nel 1833 , ebbero ampia eco, soprattutto grazie alla scoperta di terrecotte architettoniche con tracce di colore che fornirono la prova della presenza di policromia nell’architettura antica. Alcuni dei materiali rinvenuti nel corso degli scavi confluirono nella pregevole e variegata collezione raccolta dal Duca e donata nel 1862 al Cabinet des médailles di Parigi, dove essa è tutt’ora conservata. La collezione costituisce uno specchio fedele degli interessi culturali e scientifici del Duca: oltre alla sezione numismatica , essa si componeva, infatti, di vasi figurati . Lo spirito che informa la selezione è ben espresso nell’introduzione al volume destinato alla pubblicazione di una parte della collezione stessa (Description de quelques vases peintes,étrusques, italiotes, siciliens et grecs, Paris Firmin Didot, 1840): “En formant la petite collection que je publie, je ne me proposais pas un but scientifique: l’experience m’avait montré que les vases, portant de sujets curieux, finissent par devenir communs, tandisque ceux dont le dessin est pur, noble et vrai, resteront toujours rares et admirés. Je ne me flattais pas d’en réunir un grand nombre; je n’en ai rencontré moins que je ne l’espérais. Quelques vases, singuliers par leur fabrique ou par leurs sujets, sont venus se ranger auprés des premieres ; je les ai fait graver ensemble, les uns pour la science, les autres pour l’art dont ils montrent quelle dut être la perfection dans les pays où de simples potiers décoraient de si élégantes compositions les nombreux produits de leur industrie ». L’interesse dell’approccio alla ceramica da parte del Duca e il superamento della prospettiva antiquaria che caratterizza la sua ricerca è ben illustrato nell’articolo De la poterie antique, apparso negli Annali dell’Istituto di Corrispondenza Archeologica del 1832, dove, accanto ad una proposta di ricostruzione delle linee di sviluppo generali della ceramografia antica, egli analizza in dettaglio le tecniche di produzione della ceramica antica facendo tesoro delle sue conoscenze nell’ambito della chimica, tradottesi anche in sperimentazioni condotte nel suo castello di Dempierre per comprende i procedimenti che portavano alla creazione dei rivestimenti delle ceramiche antiche. Il progetto di ricerca è nell’ambito del programma Histoire de la connaissance des vases grecs coordinato da M. Denoyelle; esso si inserisce nella preparazione del convegno previsto all'INHA nel 2012 sull’archeologia francese nel Mezzogiorno, storia e attualità si articola lungo le seguenti direttrici: 1) Il Duca De Luynes e Metaponto: Una prima parte del progetto riguarda l’analisi della produzione scientifica del Duca de Luynes riguardante Metaponto, in modo da valutare criticamente il lavoro in relazione al background culturale in cui egli si trovava a lavorare e l’apporto del suo metodo, fortemente innovativo soprattutto per quanto riguarda l’attenzione rivolta all’esatta illustrazione dei rinvenimenti per garantire una maggiore diffusione delle conoscenze in ambito scientifico. Un secondo elemento di interesse del volume è costituito dalla presenza di numerose indicazioni topografiche e di osservazioni relative all’ambiente, che ci descrivono la situazione anteriore alla consistente attività di spoliazione che i monumenti metapontini hanno conosciuto dopo la visita di De Luynes e fino al 1965. Esse necessitano di un attento riesame svolto alla luce delle più recenti acquisizioni relative alla topografia della colonia di Metaponto. L’estrema rarità del volume ne ha, infatti, reso difficile la consultazione e le citazioni presenti nella bibliografia più recente sembrano tutte essere di seconda mano. La consultazione dei documenti inediti conservati negli archivi parigini (Bibliothéque de l’institute de France e Bibliothéque Nationale de France) e nella Biblioteca del DAI di Roma potrebbe apportare ulteriori informazioni. 2) La collezione De Luynes al Cabinet des Médailles di Parigi: la presenza di materiale metapontino nella collezione donata dal Duca De Luynes al Cabinet des Médailles può costituire lo spunto per un lavoro di studio complessivo della collezione, costituita da monete, cammei, gioielli, vasi figurati e altri oggetti, delle modalità della sua acquisizione, dell’impatto e dell’influenza che essa ha avuto nella storia della cultura e della conoscenza, secondo le linee guida metodologiche delineate dal Progetto Lasimos. 3) Inserimento nel database del Progetto Lasimos, Histoire de la connaissance des vases grecs del volume di Honoré Théodoric Paul Joseph d'Albert Luynes, Description de quelques vases peints étrusques, italiotes, siciliens et grecs, Paris, Firmin-Didot, 1840 conservato presso la Bibliothèque Centrale des Musées Nationaux, Louvre. Il volume, composto di 25 pagine di testo corredato da 45 tavole, presenta 33 vasi tra cui la celebre anfora a collo distinto firmata da Amasis . I vasi sono in parte confluiti nei due CVA del Cabinet des Médailles e compaiono nell’Archivio Beazley, dove tuttavia solo in quattro casi è citata l’originaria appartenenza alla Collezione De Luynes. Oltre al lavoro di aggiornamento bibliografico e alla ricostruzione della storia dei singoli vasi, talvolta provenienti da collezioni più antiche, una particolare attenzione sarà riservata alle letture iconografiche proposte dal De Luynes e al metodo ad esse sotteso. Il progetto nel suo complesso è diretto da MNartine Denoyelle; la parte relativa al Duca De Luyines è coordinata da Francesca Silvestrelli.
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