Il volume abbraccia un lungo periodo (1954-2005) che va dal romanzo Ville cruelle dello scrittore camerunese Mongo Beti, a Verre Cassé, quinto romanzo dellos scrittore nero-africano Alain Mabanckou. Cinquant’anni anni ricchi, tumultuosi, densi di passioni politiche e, al contempo, di disillusioni e inquietudini che separano il primo romanzo del 1954 (Ville cruelle) da Verre Cassé del 2005. Ma questi romanzi consentono di misurare sia la vastità di una creazione ininterrotta che la forza di rinnovamento tematica e stilistica. Da Mondo Beti ad Alain Mabanckou si passa dal romanzo politico, di impegno sociale, radicato in una realtà storico-antropologica e totalmente inserito nel quadro di un’estetica realista a tutt’altra concezione della narrativa romanzesca, una concezione votata all’autoriflessività, al gioco ironico, inserita totalmente nel suo proprio universo di finzioni. Fra questi due poli (dalla scrittura militante al virtuosismo agnostico del racconto che aprono e chiudono il volume) il testo di Calì ci parla di numerose altre voci africane e ciò rende il suo lavoro un piccolo panorama, completo ma non esaustivo (e come potrebbe esserlo!!) delle scritture e degli scrittori nero-africani all’indomani del secondo conflitto mondiale.
Etudes sur le roman négro-africain
CALI', Andrea
2010-01-01
Abstract
Il volume abbraccia un lungo periodo (1954-2005) che va dal romanzo Ville cruelle dello scrittore camerunese Mongo Beti, a Verre Cassé, quinto romanzo dellos scrittore nero-africano Alain Mabanckou. Cinquant’anni anni ricchi, tumultuosi, densi di passioni politiche e, al contempo, di disillusioni e inquietudini che separano il primo romanzo del 1954 (Ville cruelle) da Verre Cassé del 2005. Ma questi romanzi consentono di misurare sia la vastità di una creazione ininterrotta che la forza di rinnovamento tematica e stilistica. Da Mondo Beti ad Alain Mabanckou si passa dal romanzo politico, di impegno sociale, radicato in una realtà storico-antropologica e totalmente inserito nel quadro di un’estetica realista a tutt’altra concezione della narrativa romanzesca, una concezione votata all’autoriflessività, al gioco ironico, inserita totalmente nel suo proprio universo di finzioni. Fra questi due poli (dalla scrittura militante al virtuosismo agnostico del racconto che aprono e chiudono il volume) il testo di Calì ci parla di numerose altre voci africane e ciò rende il suo lavoro un piccolo panorama, completo ma non esaustivo (e come potrebbe esserlo!!) delle scritture e degli scrittori nero-africani all’indomani del secondo conflitto mondiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.