Già a partire dalla seconda metà del Cinquecento (ma con un processo che tocca il suo apice in concomitanza con le rivolte sociali del 1647-48) si assiste nel Salento a un diffuso fenomeno di trasformazione dei vecchi manieri con significativi interventi di "restyling". L’obiettivo primario è esibire, attraverso le credenziali fornite dall’architettura, la posizione raggiunta all’interno di una società popolata da baroni, da marchesi, da conti. Il castello è, per il suo aspetto imponente, una fra le strutture abitative più ambite. Nel momento in cui i feudatari cessano di essere i signori della guerra e i fortilizi non assolvono più a una funzioni difensive, si provvede a ristrutturarli rivestendoli dei panni di una dimora affrancata dalle funzioni proprie dell’architettura militare. In quest’ottica il palazzo diventa un’architettura parlante, con la retorica delle sue epigrafi e con la presenza, in facciata o all’interno, di busti di uomini illustri. Il saggio prende in esame le varie modalità di intervento ma anche il rapporto fra palazzo e contesto urbano (la piazza in particolare), fra palazzo e Matrice, soffermandosi su alcuni significativi casi di contemporaneità fra interventi sui palazzi baronali e altre operazioni architettoniche e urbanistiche all’interno di uno stesso centro promosse dai feudatari.
Dal castello al palazzo baronale. Fenomenologia degli interventi nelle residenze nobiliari del Salento
CAZZATO, Vincenzo
2009-01-01
Abstract
Già a partire dalla seconda metà del Cinquecento (ma con un processo che tocca il suo apice in concomitanza con le rivolte sociali del 1647-48) si assiste nel Salento a un diffuso fenomeno di trasformazione dei vecchi manieri con significativi interventi di "restyling". L’obiettivo primario è esibire, attraverso le credenziali fornite dall’architettura, la posizione raggiunta all’interno di una società popolata da baroni, da marchesi, da conti. Il castello è, per il suo aspetto imponente, una fra le strutture abitative più ambite. Nel momento in cui i feudatari cessano di essere i signori della guerra e i fortilizi non assolvono più a una funzioni difensive, si provvede a ristrutturarli rivestendoli dei panni di una dimora affrancata dalle funzioni proprie dell’architettura militare. In quest’ottica il palazzo diventa un’architettura parlante, con la retorica delle sue epigrafi e con la presenza, in facciata o all’interno, di busti di uomini illustri. Il saggio prende in esame le varie modalità di intervento ma anche il rapporto fra palazzo e contesto urbano (la piazza in particolare), fra palazzo e Matrice, soffermandosi su alcuni significativi casi di contemporaneità fra interventi sui palazzi baronali e altre operazioni architettoniche e urbanistiche all’interno di uno stesso centro promosse dai feudatari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.