Ferentino (FR) sorge su uno sperone calcareo dei Monti Ernici e domina la valle del fiume Sacco, percorsa dalla antica via Latina. La città, insieme ad Alatri, Veroli ed Anagni, faceva parte della confederazione ernica; dopo il 306 a.C. e fino alla Guerra Sociale (90 a.C.), mantenne la propria condizione di città libera. Molto dibattuto il problema della datazione delle mura, che si adattano all’orografia dell’altura e sono realizzate con due diverse tecniche costruttive: opera poligonale nella parte inferiore e opera quadrata superiormente. Studi recenti consentono di affermare che la costruzione delle mura, inquadrabile nel corso del III sec. a.C., è dovuta ad una unitaria idea progettuale che prevedeva l’uso integrato di due differenti tecniche costruttive: l’opera poligonale di “IV maniera” in calcare scistoso nella parte inferiore e l’opera quadrata nella parte sovrastante. Soltanto in alcuni settori, dove affiora il banco di calcare compatto, si nota l’uso dell’opera poligonale di “III maniera”. L’altura dell’acropoli venne monumentalizzata con imponenti muri di sostruzione in opera poligonale di “IV maniera” in calcare scistoso, nella parte inferiore, e in opera quadrata di travertino superiormente; alla metà del II sec. a.C., nell’angolo Sud, venne realizzato il cd. “avancorpo”, costituito da uno zoccolo in opera poligonale di IV maniera su cui si innalza una struttura in cementizio con paramento in opera quadrata di travertino: in alto, finestre a bocca di lupo illuminano un corridoio con volta a botte in cementizio. Una lunga iscrizione corre sul lato Sud ed è ripetuta anche sul lato Est: ricorda la costruzione del monumento ad opera dei censori A. Hirtius e M. Lollius.

Ferentino

VALCHERA, Adriana
2009-01-01

Abstract

Ferentino (FR) sorge su uno sperone calcareo dei Monti Ernici e domina la valle del fiume Sacco, percorsa dalla antica via Latina. La città, insieme ad Alatri, Veroli ed Anagni, faceva parte della confederazione ernica; dopo il 306 a.C. e fino alla Guerra Sociale (90 a.C.), mantenne la propria condizione di città libera. Molto dibattuto il problema della datazione delle mura, che si adattano all’orografia dell’altura e sono realizzate con due diverse tecniche costruttive: opera poligonale nella parte inferiore e opera quadrata superiormente. Studi recenti consentono di affermare che la costruzione delle mura, inquadrabile nel corso del III sec. a.C., è dovuta ad una unitaria idea progettuale che prevedeva l’uso integrato di due differenti tecniche costruttive: l’opera poligonale di “IV maniera” in calcare scistoso nella parte inferiore e l’opera quadrata nella parte sovrastante. Soltanto in alcuni settori, dove affiora il banco di calcare compatto, si nota l’uso dell’opera poligonale di “III maniera”. L’altura dell’acropoli venne monumentalizzata con imponenti muri di sostruzione in opera poligonale di “IV maniera” in calcare scistoso, nella parte inferiore, e in opera quadrata di travertino superiormente; alla metà del II sec. a.C., nell’angolo Sud, venne realizzato il cd. “avancorpo”, costituito da uno zoccolo in opera poligonale di IV maniera su cui si innalza una struttura in cementizio con paramento in opera quadrata di travertino: in alto, finestre a bocca di lupo illuminano un corridoio con volta a botte in cementizio. Una lunga iscrizione corre sul lato Sud ed è ripetuta anche sul lato Est: ricorda la costruzione del monumento ad opera dei censori A. Hirtius e M. Lollius.
2009
9788849216899
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