Il saggio, maturato nell’ambito di un’esperienza di ricerca PRIN, consta di due diverse sezioni. Nella prima sezione si svolgono delle considerazioni di ordine metodologico circa l’utilità sul piano conoscitivo della cartografia storica di tipo informatico (intesa come costruzione di mappe informatiche di carattere storico), e si avanzano nel contempo delle osservazioni circa le grandi potenzialità euristiche dei GIS (Geographic Information Systems) di argomento storico. A tele proposito vengono in particolare sviluppati alcuni argomenti a sostegno del fatto che questo particolare strumento informatico sembra offrire la possibilità per gli storici di superare alcuni degli ostacoli – di ordine pratico non meno che concettuale – che in passato hanno di fatto impedito o fortemente condizionato la realizzazione al di fuori di un contesto prettamente divulgativo di una seria cartografia storica di tipo scientifico. I GIS, infatti, essendo uno strumento di lavoro emendabile all’infinito, liberano di fatto lo studioso (e l’utente) dalla pretesa e dall’angoscia di dover pensare ad una cartografia che debba essere necessariamente considerata “definitiva”. Inoltre, essendo fondati sulla possibilità di far interagire tra loro un livello potenzialmente infinito, di strati (layers) informativi, i GIS offrono la possibilità per un verso di realizzare mappe che esprimano un singolo e determinato punto di vista (per esempio quello fornito da una singola e fonte storica) e per un altro verso di far interagire fra loro strati diversi. La seconda parte del saggio cercando di offrire alcuni esempi di queste potenzialità mostra alcune prime ipotesi cartografiche (realizzate in ambito GIS) relative ad una realtà territoriale che mai in precedenza era stata “cartografata”: quella dei domini dei principi di Taranto alla fine del Medioevo (al tempo cioè in cui questo vasto aggregato di feudi si ritrovò ad essere nelle mani della casa dei principi Orsini del Balzo). La serie di 6 mappe che corredano il saggio, e che si riferiscono al periodo 1399-1465, rappresentano in effetti una rappresentazione del tutto inedita della realtà storica del più grande complesso feudale del Regno di Napoli della fine del Medio Evo e mettono a disposizione della comunità scientifica uno strumento di raffigurazione di cui a tutt’oggi non si disponeva.
Mappe informatiche e storia. Considerazioni metodologiche e pirme ipotesi cartografiche sui domini orsiniani
SOMAINI, Francesco;
2009-01-01
Abstract
Il saggio, maturato nell’ambito di un’esperienza di ricerca PRIN, consta di due diverse sezioni. Nella prima sezione si svolgono delle considerazioni di ordine metodologico circa l’utilità sul piano conoscitivo della cartografia storica di tipo informatico (intesa come costruzione di mappe informatiche di carattere storico), e si avanzano nel contempo delle osservazioni circa le grandi potenzialità euristiche dei GIS (Geographic Information Systems) di argomento storico. A tele proposito vengono in particolare sviluppati alcuni argomenti a sostegno del fatto che questo particolare strumento informatico sembra offrire la possibilità per gli storici di superare alcuni degli ostacoli – di ordine pratico non meno che concettuale – che in passato hanno di fatto impedito o fortemente condizionato la realizzazione al di fuori di un contesto prettamente divulgativo di una seria cartografia storica di tipo scientifico. I GIS, infatti, essendo uno strumento di lavoro emendabile all’infinito, liberano di fatto lo studioso (e l’utente) dalla pretesa e dall’angoscia di dover pensare ad una cartografia che debba essere necessariamente considerata “definitiva”. Inoltre, essendo fondati sulla possibilità di far interagire tra loro un livello potenzialmente infinito, di strati (layers) informativi, i GIS offrono la possibilità per un verso di realizzare mappe che esprimano un singolo e determinato punto di vista (per esempio quello fornito da una singola e fonte storica) e per un altro verso di far interagire fra loro strati diversi. La seconda parte del saggio cercando di offrire alcuni esempi di queste potenzialità mostra alcune prime ipotesi cartografiche (realizzate in ambito GIS) relative ad una realtà territoriale che mai in precedenza era stata “cartografata”: quella dei domini dei principi di Taranto alla fine del Medioevo (al tempo cioè in cui questo vasto aggregato di feudi si ritrovò ad essere nelle mani della casa dei principi Orsini del Balzo). La serie di 6 mappe che corredano il saggio, e che si riferiscono al periodo 1399-1465, rappresentano in effetti una rappresentazione del tutto inedita della realtà storica del più grande complesso feudale del Regno di Napoli della fine del Medio Evo e mettono a disposizione della comunità scientifica uno strumento di raffigurazione di cui a tutt’oggi non si disponeva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.