Scopo dello Studio Abbiamo valutato se lo spessore del grasso perirenale (PRFD), un parametro dell’obesità centrale, è collegato con l’indice di resistenza dell’arteria oftalmica (OARI), indice di malattia occlusiva del- l’arteria carotica. Il PRFD potrebbe essere un indice predittivo precoce di aterosclerosi in pazienti HIV-1+ che ricevono la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART). Metodi 144 oggetti successivi sono stati arruolati in quattro gruppi: pazienti HIV+ con obesità centrale (gruppo A, n = 38), pazienti HIV+ senza obesità centrale (gruppo B, n = 50), pazienti HIV-1 ne- gativi con obesità centrale (gruppo C, n = 30) ed individui sani (gruppo D, n = 30). La diagnosi di obesità centrale è stata basata sul rapporto di PRFD/BMI > 0.22 secondo i nostri dati recente- mente pubblicati. OARI è stato misurato usando un esame ecografico con sonda lineare da 7.5 megahertz. L’analisi di regressione logistica è stata usata per valutare l’associazione indipendente fra l’OARI e il PRFD. Risultati La media di OARI negli oggetti con obesità centrale era considerevolmente superiore a quella negli soggetti senza (0.73±0.04, gruppo A; 0.69±0.03, gruppo B; 0.74±0.04, gruppo C; 0.68±0.04, gruppo D) senza riguardo alla positività per HIV. Abbiamo dimostrato una correlazione positive tra OARI e PRFD (r = +0.52, p<0.0001). Uti- lizzando la media di OARI come variabile dipendente, l’età (Odds Ratio 1.13, 95%CI 1.04 to 1.23) ed il PRFD (Odds Ratio 1.44, 95%CI 1.12 to 1.85) sono risultati essere fattori indipendenti associati ad OARI. Conclusioni I nostri dati preliminari indicano che la valutazione ultrasonografica di PRFD può avere un indice predittive precoce di danno endoteliale con un coinvolgimento specifico del distretto vascolare oftalmico. Di conseguenza, una selezione periodica per l’obesità viscerale dovrebbe essere con- siderata obbligatoria nei pazienti di HIV-1+ che ricevono HAART, con l’obiettivo di identificare i pazienti a maggior rischio di sviluppare malattia cardiovascolari.

Correlazione tra adiposità centrale ed indice di resistenza dell’arteria oftalmica in pazienti HIV+ in terapia antiretrovirale.

GUIDO, Marcello;
2009-01-01

Abstract

Scopo dello Studio Abbiamo valutato se lo spessore del grasso perirenale (PRFD), un parametro dell’obesità centrale, è collegato con l’indice di resistenza dell’arteria oftalmica (OARI), indice di malattia occlusiva del- l’arteria carotica. Il PRFD potrebbe essere un indice predittivo precoce di aterosclerosi in pazienti HIV-1+ che ricevono la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART). Metodi 144 oggetti successivi sono stati arruolati in quattro gruppi: pazienti HIV+ con obesità centrale (gruppo A, n = 38), pazienti HIV+ senza obesità centrale (gruppo B, n = 50), pazienti HIV-1 ne- gativi con obesità centrale (gruppo C, n = 30) ed individui sani (gruppo D, n = 30). La diagnosi di obesità centrale è stata basata sul rapporto di PRFD/BMI > 0.22 secondo i nostri dati recente- mente pubblicati. OARI è stato misurato usando un esame ecografico con sonda lineare da 7.5 megahertz. L’analisi di regressione logistica è stata usata per valutare l’associazione indipendente fra l’OARI e il PRFD. Risultati La media di OARI negli oggetti con obesità centrale era considerevolmente superiore a quella negli soggetti senza (0.73±0.04, gruppo A; 0.69±0.03, gruppo B; 0.74±0.04, gruppo C; 0.68±0.04, gruppo D) senza riguardo alla positività per HIV. Abbiamo dimostrato una correlazione positive tra OARI e PRFD (r = +0.52, p<0.0001). Uti- lizzando la media di OARI come variabile dipendente, l’età (Odds Ratio 1.13, 95%CI 1.04 to 1.23) ed il PRFD (Odds Ratio 1.44, 95%CI 1.12 to 1.85) sono risultati essere fattori indipendenti associati ad OARI. Conclusioni I nostri dati preliminari indicano che la valutazione ultrasonografica di PRFD può avere un indice predittive precoce di danno endoteliale con un coinvolgimento specifico del distretto vascolare oftalmico. Di conseguenza, una selezione periodica per l’obesità viscerale dovrebbe essere con- siderata obbligatoria nei pazienti di HIV-1+ che ricevono HAART, con l’obiettivo di identificare i pazienti a maggior rischio di sviluppare malattia cardiovascolari.
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