L’indagine intende analizzare le funzioni sia di operatore sociale che di operatore economico che ebbero a svolgere le opere pie laicali nella provincia di Terra d’Otranto nel tumultuoso periodo che dal riformismo settecentesco, attraverso il Decennio francese, approda fino alla caduta del Regno borbonico. In questa prima fase (che procede mediante l’individuazione di campioni rappresentativi dei vari centri sia urbani che rurali dell’antica provincia), il tentativo di tracciare un’analisi storica delle attività degli enti caritativi e assistenziali, nella loro vasta e articolata rete di relazioni di natura giuridica e sociale, ha portato a concentrare la ricerca sui risvolti essenzialmente economici, dato il peculiare contesto socio-economico della Terra d’Otranto. Per quanto riguarda il Regno di Napoli e la Puglia in particolare, infatti, il ruolo degli istituti caritativi e assistenziali va considerato in relazione al complesso di un’economia priva di grandi imprese industriali, mercantili e creditizie, in cui i beni di confraternite e opere pie, affiancandosi a quelli dei feudatari, della Chiesa, degli Ordini religiosi e dei Monasteri, occupavano il territorio in un fitto reticolo caratterizzato da una varietà di contratti particolari (enfiteusi, censi perpetui, affitti in denaro o in generi, censi bollari) Attraverso lo spoglio delle platee, del catasto, degli statuti, e altre fonti documentarie (registri parrocchiali, visite pastorali, atti notarili, ecc.), l’indagine è rivolta a rilevare, in rapporto alla consistenza patrimoniale delle confraternite esaminate, in quale misura siano intervenute a sostegno dell’economia della provincia (oltre il loro tradizionale ruolo di dispensatrici di elemosina) mediante il piccolo credito esercitato nel corso del XVIII e del XIX secolo.

Note su carità e assistenza in Terra d'Otranto tra Sette e Ottocento: alcuni casi di studio

BARBAGALLO, Salvatore;MINECCIA, Francesco
2009-01-01

Abstract

L’indagine intende analizzare le funzioni sia di operatore sociale che di operatore economico che ebbero a svolgere le opere pie laicali nella provincia di Terra d’Otranto nel tumultuoso periodo che dal riformismo settecentesco, attraverso il Decennio francese, approda fino alla caduta del Regno borbonico. In questa prima fase (che procede mediante l’individuazione di campioni rappresentativi dei vari centri sia urbani che rurali dell’antica provincia), il tentativo di tracciare un’analisi storica delle attività degli enti caritativi e assistenziali, nella loro vasta e articolata rete di relazioni di natura giuridica e sociale, ha portato a concentrare la ricerca sui risvolti essenzialmente economici, dato il peculiare contesto socio-economico della Terra d’Otranto. Per quanto riguarda il Regno di Napoli e la Puglia in particolare, infatti, il ruolo degli istituti caritativi e assistenziali va considerato in relazione al complesso di un’economia priva di grandi imprese industriali, mercantili e creditizie, in cui i beni di confraternite e opere pie, affiancandosi a quelli dei feudatari, della Chiesa, degli Ordini religiosi e dei Monasteri, occupavano il territorio in un fitto reticolo caratterizzato da una varietà di contratti particolari (enfiteusi, censi perpetui, affitti in denaro o in generi, censi bollari) Attraverso lo spoglio delle platee, del catasto, degli statuti, e altre fonti documentarie (registri parrocchiali, visite pastorali, atti notarili, ecc.), l’indagine è rivolta a rilevare, in rapporto alla consistenza patrimoniale delle confraternite esaminate, in quale misura siano intervenute a sostegno dell’economia della provincia (oltre il loro tradizionale ruolo di dispensatrici di elemosina) mediante il piccolo credito esercitato nel corso del XVIII e del XIX secolo.
2009
9788884228741
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