Le attività della Missione Archeologica Italiana a Hierapolis sono proseguite nei mesi di luglio, agosto e settembre 2004, con lo studio e la valorizzazione dei monumenti ubicati lungo i due percorsi di visita: A) dalla porta di Frontino al teatro; B) dal teatro al Martyrion di San Filippo. Nel primo itinerario (A) si sono eseguiti interventi di restauro nel Ninfeo dei Tritoni (ricomposizione di due colonne con capitelli) e nella cattedrale (restauro e anastilosi di due colonne e sistemazione del portale di ingresso in marmo. I lavori si sono concentrati sul II itinerario dove si è aperto il percorso dello stenopos 13 fino alla porta di S. Filippo, aperta nelle mura di V sec.d.C. In questo modo si sta realizzando la scoperta dell’antica via processionale che portava alla collina sulla quale venne costruito l’ottagono sulla tomba dell’apostolo di Gesù. Lo scavo si è concentrato nel canalone in cui sono crollati i blocchi del ponte che portava alla gradonata lungo il pianoro della collina. Lo studio di questa parte del percorso permetterà di elaborare un progetto di ricostruzione del ponte e di ripristino dell’antica via dei pellegrini. La realizzazione di questo itinerario permetterà di valorizzare un monumento eccezionale della città, sinora trascurato, e di attivare un turismo di qualità che contrasti le negative manifestazioni del turismo di massa. Sulla gradonata protobizantina si è scavata una torre di avvistamento di età selgiuchide (XIII sec.) con interessanti ceramiche invetriate verde-blu e con una iscrizione incisa su un blocco, forse in lettere cufiche. Nell’ottagono piccolo, subito dopo il ponte, si è continuato lo scavo mettendo in evidenza una pianta molto complessa articolata in vani absidati. L’altro obiettivo della Missione Archeologica è quello di creare un polo di visita articolato , in un percorso che, dal santuario di Apollo, attraverso le case dell’insula 104, giunge al teatro. Nel santuario di Apollo si è definitivamente accertato che era disposto su quattro terrazzi. Sul secondo terrazzo si disponevano 3 edifici in marmo: a sud l’oracolo con l’ingresso al plutonio, al centro dominava il tempio del dio, ionico esastilo, con splendidi capitelli di finissima decorazione, a nord di esso è venuto alla luce quest’anno un terzo edificio di marmo costituito da un colonnato ionico intorno ad un ambiente sotterraneo con volta a botte, forse un secondo Plutonio, collegato con le cavità del sottosuolo. I capitelli ionici presentano una decorazione originale a foglie di mirto e sono un esempio unico non attestato altrove. In casa bizantina dell’insula 104, abitata da una famiglia di alto livello sociale, si è scoperta una stanza con una nicchia su un lato. Lungo tutte le pareti era dipinta una iscrizione, in rosso e nero, su tre righi separati da fasce con lettere alte 12 cm. Il contesto archeologico permette una datazione alla prima metà del VI sec.d.C. La stanza era usata per riunioni di preghiera infatti l’iscrizione è stata decifrata e corrisponde ad un salmo del re Salomone in cui si chiede a Dio il perdono dei peccati. L’iscrizione apre nuove prospettive di ricerca sulle prime manifestazioni del cristianesimo in Asia Minore nei suoi rapporti con la cultura giudaica.
Ricerche Archeologiche a Hierapolis di Frigia - Turchia
D'ANDRIA, Francesco
2004-01-01
Abstract
Le attività della Missione Archeologica Italiana a Hierapolis sono proseguite nei mesi di luglio, agosto e settembre 2004, con lo studio e la valorizzazione dei monumenti ubicati lungo i due percorsi di visita: A) dalla porta di Frontino al teatro; B) dal teatro al Martyrion di San Filippo. Nel primo itinerario (A) si sono eseguiti interventi di restauro nel Ninfeo dei Tritoni (ricomposizione di due colonne con capitelli) e nella cattedrale (restauro e anastilosi di due colonne e sistemazione del portale di ingresso in marmo. I lavori si sono concentrati sul II itinerario dove si è aperto il percorso dello stenopos 13 fino alla porta di S. Filippo, aperta nelle mura di V sec.d.C. In questo modo si sta realizzando la scoperta dell’antica via processionale che portava alla collina sulla quale venne costruito l’ottagono sulla tomba dell’apostolo di Gesù. Lo scavo si è concentrato nel canalone in cui sono crollati i blocchi del ponte che portava alla gradonata lungo il pianoro della collina. Lo studio di questa parte del percorso permetterà di elaborare un progetto di ricostruzione del ponte e di ripristino dell’antica via dei pellegrini. La realizzazione di questo itinerario permetterà di valorizzare un monumento eccezionale della città, sinora trascurato, e di attivare un turismo di qualità che contrasti le negative manifestazioni del turismo di massa. Sulla gradonata protobizantina si è scavata una torre di avvistamento di età selgiuchide (XIII sec.) con interessanti ceramiche invetriate verde-blu e con una iscrizione incisa su un blocco, forse in lettere cufiche. Nell’ottagono piccolo, subito dopo il ponte, si è continuato lo scavo mettendo in evidenza una pianta molto complessa articolata in vani absidati. L’altro obiettivo della Missione Archeologica è quello di creare un polo di visita articolato , in un percorso che, dal santuario di Apollo, attraverso le case dell’insula 104, giunge al teatro. Nel santuario di Apollo si è definitivamente accertato che era disposto su quattro terrazzi. Sul secondo terrazzo si disponevano 3 edifici in marmo: a sud l’oracolo con l’ingresso al plutonio, al centro dominava il tempio del dio, ionico esastilo, con splendidi capitelli di finissima decorazione, a nord di esso è venuto alla luce quest’anno un terzo edificio di marmo costituito da un colonnato ionico intorno ad un ambiente sotterraneo con volta a botte, forse un secondo Plutonio, collegato con le cavità del sottosuolo. I capitelli ionici presentano una decorazione originale a foglie di mirto e sono un esempio unico non attestato altrove. In casa bizantina dell’insula 104, abitata da una famiglia di alto livello sociale, si è scoperta una stanza con una nicchia su un lato. Lungo tutte le pareti era dipinta una iscrizione, in rosso e nero, su tre righi separati da fasce con lettere alte 12 cm. Il contesto archeologico permette una datazione alla prima metà del VI sec.d.C. La stanza era usata per riunioni di preghiera infatti l’iscrizione è stata decifrata e corrisponde ad un salmo del re Salomone in cui si chiede a Dio il perdono dei peccati. L’iscrizione apre nuove prospettive di ricerca sulle prime manifestazioni del cristianesimo in Asia Minore nei suoi rapporti con la cultura giudaica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.