Come è noto, il gruppo liberalsocialista pugliese si caratterizza per la radice intellettuale crociana e salveminiana, e l'intreccio fra liberalismo e democrazia, meridionalismo ed europeismo, meridionalismo ed autonomismo con forte senso dello Stato, cioè per un ordinamento statuale federalistico e democratico. Vale la pena di ricordare che l'attivo rapporto di continuità con "Quarto Stato", come precedente della teoria del "socialismo liberale" (e di Tommaso Fiore, l'antico collaboratore di Rosselli che sulla rivista rosselliana aveva intrapreso la revisione della prassi socialista, di un socialismo serio e umano, concreto e positivo), è un po' il problema centrale delle analisi degli antifascisti pugliesi ed è quello che le rende di tanto interesse e di tanta importanza (basti pensare che bisogna aspettare gli anni sessanta perché il dibattito su "Quarto Stato" sia riaperto). Mi pare che il meridionalista Tommaso Fiore rappresenti il collegamento del meglio de "La Voce" con Salvemini, con Gobetti e Rosselli, e che egli giunga al Partito d'Azione lungo questa strada. Stabilito il rapporto con la revisione liberale del socialismo, con l'interventismo democratico del'14-'15 (ma in senso decisamente antinazionalistico), con il liberalismo rivoluzionario di Gobetti, Fiore giunge a questo dopoguerra e trova che due cose aspetta l'Italia, libertà e giustizia sociale e bisogna sintetizzarle; questa "continuità ideale" consente al pugliese di non smarrire il legame del "nuovo" antifascismo dalla "prima" Resistenza degli anni 1919-1926, quella delle riviste primo-novecentesche, sul modello dell'Unità di Salvemini, che dirigevano l'opinione pubblica e che hanno contribuito "a formare l'ossatura del paese". In riferimento al movimento liberalsocialista pugliese, risulta sempre più evidente il ruolo centrale e risolutore assunto da Croce, sin dai primi anni Trenta, nei rapporti con l'antifascismo a Parigi, da Rosselli a Salvemini e il rapporto di continuità e interscambio culturale, attraverso il filosofo napoletano, con il gruppo torinese (Leone Ginzburg, Augusto Monti), ampiamente documentato in precedenti lavori. Chiara è la preoccupazione di Fiore, erede della tradizione del meridionalismo salveminiano, di porsi lungo la linea Salvemini-Gobetti-Rosselli-Croce. Il problema dei rapporti di Carlo Rosselli con i collaboratori pugliesi di "Quarto Stato" (Fiore e Antonio Lucarelli) è quello che pone il maggior numero di problemi.

Per una storia dell'Italia ignorata

NASSISI, Cosima
2008-01-01

Abstract

Come è noto, il gruppo liberalsocialista pugliese si caratterizza per la radice intellettuale crociana e salveminiana, e l'intreccio fra liberalismo e democrazia, meridionalismo ed europeismo, meridionalismo ed autonomismo con forte senso dello Stato, cioè per un ordinamento statuale federalistico e democratico. Vale la pena di ricordare che l'attivo rapporto di continuità con "Quarto Stato", come precedente della teoria del "socialismo liberale" (e di Tommaso Fiore, l'antico collaboratore di Rosselli che sulla rivista rosselliana aveva intrapreso la revisione della prassi socialista, di un socialismo serio e umano, concreto e positivo), è un po' il problema centrale delle analisi degli antifascisti pugliesi ed è quello che le rende di tanto interesse e di tanta importanza (basti pensare che bisogna aspettare gli anni sessanta perché il dibattito su "Quarto Stato" sia riaperto). Mi pare che il meridionalista Tommaso Fiore rappresenti il collegamento del meglio de "La Voce" con Salvemini, con Gobetti e Rosselli, e che egli giunga al Partito d'Azione lungo questa strada. Stabilito il rapporto con la revisione liberale del socialismo, con l'interventismo democratico del'14-'15 (ma in senso decisamente antinazionalistico), con il liberalismo rivoluzionario di Gobetti, Fiore giunge a questo dopoguerra e trova che due cose aspetta l'Italia, libertà e giustizia sociale e bisogna sintetizzarle; questa "continuità ideale" consente al pugliese di non smarrire il legame del "nuovo" antifascismo dalla "prima" Resistenza degli anni 1919-1926, quella delle riviste primo-novecentesche, sul modello dell'Unità di Salvemini, che dirigevano l'opinione pubblica e che hanno contribuito "a formare l'ossatura del paese". In riferimento al movimento liberalsocialista pugliese, risulta sempre più evidente il ruolo centrale e risolutore assunto da Croce, sin dai primi anni Trenta, nei rapporti con l'antifascismo a Parigi, da Rosselli a Salvemini e il rapporto di continuità e interscambio culturale, attraverso il filosofo napoletano, con il gruppo torinese (Leone Ginzburg, Augusto Monti), ampiamente documentato in precedenti lavori. Chiara è la preoccupazione di Fiore, erede della tradizione del meridionalismo salveminiano, di porsi lungo la linea Salvemini-Gobetti-Rosselli-Croce. Il problema dei rapporti di Carlo Rosselli con i collaboratori pugliesi di "Quarto Stato" (Fiore e Antonio Lucarelli) è quello che pone il maggior numero di problemi.
2008
9788876002670
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/333237
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact