La risposta alla perenne domanda dell’uomo circa il destino dell’umanità è oggi più che mai esposta alla possibilità dell’errore o dell’illusione: le prospettive della storia risultano molteplici e complesse per non dire aleatorie e drammatiche. I catastrofisti si chiedono se ci sarà ancora un futuro per il genere umano, denunciano gli esiti dell’inquinamento, delle guerre, dei genocidi, delle carestie, degli squilibri climatici e descrivono lo scenario del ‘day after’, gli ottimisti perseguono l’idea dello sviluppo compatibile, della fiducia nella scienza e nelle possibilità di una tecnica al servizio di un progresso a misura d’uomo. Il saggio, considerate le diverse teorie per il loro valore di denuncia e/o di proposta, propone l’assunzione di un sano realismo critico, di una flessibile ragionevolezza e di nuovi criteri pedagogici per: - affrontare l’incertezza ed il rischio - imparare a governare il complesso - apprendere dall’errore – poter credere nel futuro del mondo - far vivere l’utopia dell’educazione senza cadere nell’illusione. Viene evidenziato che quando si affida all’educazione il compito di conseguire queste mete e si parla di educazione al futuro e alla mondialità sin dall’infanzia, ponendo l’accento sull’esigenza di preparare al cosmopolitismo e di far acquisire attitudini interculturali, occorre, tener presenti alcuni ineludibili parametri del divenire educativo: -la necessità di una dimensione di senso - le nuove prospettive dello sviluppo cognitivo - l’esperienza del bambino - i saperi necessari ed i compiti dell’educazione per il futuro. La loro centralità, nel discorso sull’educazione dell’infanzia, può garantire dai rischi della illusione e della delusione cui cognitivismo, sociologismo, psicologismo oggi, sempre più spesso, ci espongono. A questo punto, swi propone che anche il concetto di educazione integrale della persona venga rivisitato e ridisegnato nella nuova dimensione delle esperienze, dei saperi e del convivere in un mondo complesso nel quale si richiede a ciascuno di possedere una forte identità, una mente plurale, una capacità di leggere le altre menti e di negoziare i significati che la proposta educativa tradizionale non è più in grado di garantire. La disattivazione della volontà di significato sembra essere il sintomo di disagio più diffuso nella società postmoderna, in cui la complessità dei sistemi e delle strategie di adattamento alla realtà richiedono nuove capacità di accomodamento creativo per superare il vuoto esistenziale, Nel saggio si considerano i fattori che consentono a ciascuno di trovare, non soltanto nella prospettiva del ‘per sé’, la via del senso di un esistere carico della memoria del passato e della responsabilità del futuro.

L’educazione dell’infanzia e il futuro del mondo, ISBN: 88-8066-244-9

PERUCCA, Angela
2005-01-01

Abstract

La risposta alla perenne domanda dell’uomo circa il destino dell’umanità è oggi più che mai esposta alla possibilità dell’errore o dell’illusione: le prospettive della storia risultano molteplici e complesse per non dire aleatorie e drammatiche. I catastrofisti si chiedono se ci sarà ancora un futuro per il genere umano, denunciano gli esiti dell’inquinamento, delle guerre, dei genocidi, delle carestie, degli squilibri climatici e descrivono lo scenario del ‘day after’, gli ottimisti perseguono l’idea dello sviluppo compatibile, della fiducia nella scienza e nelle possibilità di una tecnica al servizio di un progresso a misura d’uomo. Il saggio, considerate le diverse teorie per il loro valore di denuncia e/o di proposta, propone l’assunzione di un sano realismo critico, di una flessibile ragionevolezza e di nuovi criteri pedagogici per: - affrontare l’incertezza ed il rischio - imparare a governare il complesso - apprendere dall’errore – poter credere nel futuro del mondo - far vivere l’utopia dell’educazione senza cadere nell’illusione. Viene evidenziato che quando si affida all’educazione il compito di conseguire queste mete e si parla di educazione al futuro e alla mondialità sin dall’infanzia, ponendo l’accento sull’esigenza di preparare al cosmopolitismo e di far acquisire attitudini interculturali, occorre, tener presenti alcuni ineludibili parametri del divenire educativo: -la necessità di una dimensione di senso - le nuove prospettive dello sviluppo cognitivo - l’esperienza del bambino - i saperi necessari ed i compiti dell’educazione per il futuro. La loro centralità, nel discorso sull’educazione dell’infanzia, può garantire dai rischi della illusione e della delusione cui cognitivismo, sociologismo, psicologismo oggi, sempre più spesso, ci espongono. A questo punto, swi propone che anche il concetto di educazione integrale della persona venga rivisitato e ridisegnato nella nuova dimensione delle esperienze, dei saperi e del convivere in un mondo complesso nel quale si richiede a ciascuno di possedere una forte identità, una mente plurale, una capacità di leggere le altre menti e di negoziare i significati che la proposta educativa tradizionale non è più in grado di garantire. La disattivazione della volontà di significato sembra essere il sintomo di disagio più diffuso nella società postmoderna, in cui la complessità dei sistemi e delle strategie di adattamento alla realtà richiedono nuove capacità di accomodamento creativo per superare il vuoto esistenziale, Nel saggio si considerano i fattori che consentono a ciascuno di trovare, non soltanto nella prospettiva del ‘per sé’, la via del senso di un esistere carico della memoria del passato e della responsabilità del futuro.
2005
8880662449
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