Il Museo Diffuso di Cavallino, inaugurato il 21 dicembre 2003, rappresenta un progetto pilota per la valorizzazione del paesaggio culturale del Salento a cui si stanno ispirando altre realtà archeologiche nazionali. L’intervento proposto a inteso contestualizzare il dato archeologico come espressione del tempo, dall’antichità ad oggi: la lettura che offre si estende da epoche antiche, percorre i secoli ed arriva al presente attraverso una rappresentazione museale dello spazio nel quale i resti dell’insediamento antico con le case, le strade, le fortificazioni, ma anche le cave, la vegetazione, le specchie, le doline, le casedde e li pariti - tipiche costruzioni in pietre a secco del Salento - costituiscono il palinsesto del paesaggio culturale locale. L’approccio metodologico intrapreso ha permesso infatti di cogliere appieno l’interazione tra i dati urbanistici, archeologici e ambientali del territorio e allo stesso tempo di sottrarre un importante insediamento antico al degrado ambientale ed allo sviluppo urbano incontrollato. Pertanto l’esperienza progettuale è stata indirizzata ad enfatizzare la particolarità del luogo nel suo valore figurato. Il paesaggio, il costruito, le emergenze archeologiche sono gli elementi considerati quale palinsesto tridimensionale sul quale tutte le attività antropiche e naturali hanno lasciato tracce da mettere in evidenza e trasmettere come conoscenza al pubblico.

Museo Diffuso di Cavallino

D'ANDRIA, Francesco
2003-01-01

Abstract

Il Museo Diffuso di Cavallino, inaugurato il 21 dicembre 2003, rappresenta un progetto pilota per la valorizzazione del paesaggio culturale del Salento a cui si stanno ispirando altre realtà archeologiche nazionali. L’intervento proposto a inteso contestualizzare il dato archeologico come espressione del tempo, dall’antichità ad oggi: la lettura che offre si estende da epoche antiche, percorre i secoli ed arriva al presente attraverso una rappresentazione museale dello spazio nel quale i resti dell’insediamento antico con le case, le strade, le fortificazioni, ma anche le cave, la vegetazione, le specchie, le doline, le casedde e li pariti - tipiche costruzioni in pietre a secco del Salento - costituiscono il palinsesto del paesaggio culturale locale. L’approccio metodologico intrapreso ha permesso infatti di cogliere appieno l’interazione tra i dati urbanistici, archeologici e ambientali del territorio e allo stesso tempo di sottrarre un importante insediamento antico al degrado ambientale ed allo sviluppo urbano incontrollato. Pertanto l’esperienza progettuale è stata indirizzata ad enfatizzare la particolarità del luogo nel suo valore figurato. Il paesaggio, il costruito, le emergenze archeologiche sono gli elementi considerati quale palinsesto tridimensionale sul quale tutte le attività antropiche e naturali hanno lasciato tracce da mettere in evidenza e trasmettere come conoscenza al pubblico.
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