La personalità di Filippo Briganti (1725-1804) con le sue opere di giurista ed economista si presentava di ben sicura rilevanza e rinviava anche al padre Tommaso (1688-1762), illustre giureconsulto, cui era stata già dedicata positiva attenzione da precedenti studi. Nei due Briganti e nell’ampia rete dei loro rapporti (anche familiari) poteva cogliersi lungo l’intero secolo lo svolgersi, anche nel succedersi generazionale, della cultura dei Lumi nel Salento con le forti e dipendenti connessioni con le vicende politiche civili e intellettuali della capitale Napoli, caratterizzate da un tenace spirito giurisdizionalistico in un ambiente gremito di magistrati e avvocati, impegnati nella costante conflittualità tra potere civile e potere ecclesiastico, tra il ‘trono e l’altare’. Conflitti in cui si scontravano interessi e poteri economico-politici di grande consistenza e lo scontro giurisdizionalistico era nettamente orientato a ridurre gli smisurati privilegi ecclesiastici. Ma erano conflitti tra le filosofie e le scienze moderne che rifiutavano la tradizione aristotelico-scolastica, difesa talvolta da esponenti molto combattivi e informati: si pensi al dotto gesuita Gianbattista de Benedictis (Ostuni 1622 – Roma 1706), che insegnò anche nel collegio gesuitico di Lecce e fu poi a Napoli protagonista di acerrime polemiche contro illustri rappresentanti della vita culturale e civile napoletana, quali Francesco d’Andrea, Lionardo di Capua, il giovane e valente Costantino Grimaldi. Fu costretto ad allontanarsi da Napoli, passò prima in Sicilia e infine si ritirò a Roma.

Filippo Briganti l’età dei Lumi nel Salento, introduzione di Mario Agrimi, Convegno di studi (Lecce-Gallipoli, 5-6-7 dicembre 2005)

BARBAGALLO, Salvatore
2010-01-01

Abstract

La personalità di Filippo Briganti (1725-1804) con le sue opere di giurista ed economista si presentava di ben sicura rilevanza e rinviava anche al padre Tommaso (1688-1762), illustre giureconsulto, cui era stata già dedicata positiva attenzione da precedenti studi. Nei due Briganti e nell’ampia rete dei loro rapporti (anche familiari) poteva cogliersi lungo l’intero secolo lo svolgersi, anche nel succedersi generazionale, della cultura dei Lumi nel Salento con le forti e dipendenti connessioni con le vicende politiche civili e intellettuali della capitale Napoli, caratterizzate da un tenace spirito giurisdizionalistico in un ambiente gremito di magistrati e avvocati, impegnati nella costante conflittualità tra potere civile e potere ecclesiastico, tra il ‘trono e l’altare’. Conflitti in cui si scontravano interessi e poteri economico-politici di grande consistenza e lo scontro giurisdizionalistico era nettamente orientato a ridurre gli smisurati privilegi ecclesiastici. Ma erano conflitti tra le filosofie e le scienze moderne che rifiutavano la tradizione aristotelico-scolastica, difesa talvolta da esponenti molto combattivi e informati: si pensi al dotto gesuita Gianbattista de Benedictis (Ostuni 1622 – Roma 1706), che insegnò anche nel collegio gesuitico di Lecce e fu poi a Napoli protagonista di acerrime polemiche contro illustri rappresentanti della vita culturale e civile napoletana, quali Francesco d’Andrea, Lionardo di Capua, il giovane e valente Costantino Grimaldi. Fu costretto ad allontanarsi da Napoli, passò prima in Sicilia e infine si ritirò a Roma.
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