La ricognizione delle problematiche socio culturali, giuridiche, filosofiche, psicologiche e pedagogiche implicate nel discorso sulle nuove prospettive dell’educazione alla convivenza civile mette in evidenza la complessità dei fenomeni, delle condotte, delle dimensioni etiche e sociali ad esso correlate. Di fronte alla crisi del legame sociale che sembra connotare l’evolversi dei sistemi di appartenenza, l’impegno per una educazione alla convivenza civile non può prescindere dalla considerazione dei diversi livelli di contesto ambientale: quello locale, ma anche quello internazionale e globale, in cui le forme sociali di convivenza sono coinvolte. Questo comporta la necessità di superare il recinto del nostro concetto di convivenza civile per accedere a quello ben più ampio di convivenza umana. Il concetto di ‘convivenza civile’ talvolta può risultare troppo legato alle dimensioni del nostro vivere nella ‘civiltà occidentale’; partire dal concetto di ‘convivenza umana’ consente di verificare quanto di ‘incivile’ v’è nelle nostre comunità urbane e quanto di pienamente umano si può riscontrare in quelle che riteniamo società in via di sviluppo. Si considera quali dimensioni di convivenza umana o disumana si trovano nelle periferie delle nostre metropoli o nella civile corsa al profitto delle nostre city iper tecnologizzate; quanto v’è di umano nella emarginazione dei diseredati, così frequente nelle nostre comunità; quanto di umano nella corsa alla competizione ed alla meritocrazia cui sottoponiamo i nostri bambini, quanto di umano o disumano negli spettacoli della nostra televisione per ragazzi e nei comportamenti che essa suggerisce. Nell’ambito della riflessione pedagogica, l’attenzione ai problemi dell’educazione alla convivenza conduce a considerare, che molte condotte che non violano norme giuridiche, ma che segnano i limiti della dimensione umana del convivere, non ricevono la necessaria attenzione. Con riferimento alla letteratura scientifica ed alla ricerca sociologica si evince che la costruzione della convivenza non poggia più su una educazione condivisa e fondata sulla storia comune, sulla partecipazione ad un’unica cultura e alla vita di un particolare territorio, si articola su sempre nuove strutture di senso e di giudizio, si evolve in rapporto alla percezione degli eventi, non soltanto di quelli locali, ma anche di quelli globali, si struttura in ordine a criteri di vita e di sopravvivenza correlati alle esigenze di adeguamento continuo al mutamento. Si considera inoltre che la struttura dinamica delle relazioni urbane, gli equilibri di agglomerazione e di disgregazione, le logiche abitative, il rapporto fra centro e periferie, forse più che le norme giuridiche o le iniziative politiche e culturali definiscono lo spazio di intervento educativo. Ne consegue che: l’educazione alla convivenza civile non può essere chiusa nei confini dell’educazione civica con riferimento ai diritti e ai doveri del cittadino ed ai criteri di legalità di un particolare paese, ma trova, nelle dimensioni della ‘cittadinanza terrestre’ e nella partecipazione allo sviluppo nuovi riferimenti di pensiero, di identità e di appartenenza.

Convivenza civile e convivenza umana

PERUCCA, Angela
2007-01-01

Abstract

La ricognizione delle problematiche socio culturali, giuridiche, filosofiche, psicologiche e pedagogiche implicate nel discorso sulle nuove prospettive dell’educazione alla convivenza civile mette in evidenza la complessità dei fenomeni, delle condotte, delle dimensioni etiche e sociali ad esso correlate. Di fronte alla crisi del legame sociale che sembra connotare l’evolversi dei sistemi di appartenenza, l’impegno per una educazione alla convivenza civile non può prescindere dalla considerazione dei diversi livelli di contesto ambientale: quello locale, ma anche quello internazionale e globale, in cui le forme sociali di convivenza sono coinvolte. Questo comporta la necessità di superare il recinto del nostro concetto di convivenza civile per accedere a quello ben più ampio di convivenza umana. Il concetto di ‘convivenza civile’ talvolta può risultare troppo legato alle dimensioni del nostro vivere nella ‘civiltà occidentale’; partire dal concetto di ‘convivenza umana’ consente di verificare quanto di ‘incivile’ v’è nelle nostre comunità urbane e quanto di pienamente umano si può riscontrare in quelle che riteniamo società in via di sviluppo. Si considera quali dimensioni di convivenza umana o disumana si trovano nelle periferie delle nostre metropoli o nella civile corsa al profitto delle nostre city iper tecnologizzate; quanto v’è di umano nella emarginazione dei diseredati, così frequente nelle nostre comunità; quanto di umano nella corsa alla competizione ed alla meritocrazia cui sottoponiamo i nostri bambini, quanto di umano o disumano negli spettacoli della nostra televisione per ragazzi e nei comportamenti che essa suggerisce. Nell’ambito della riflessione pedagogica, l’attenzione ai problemi dell’educazione alla convivenza conduce a considerare, che molte condotte che non violano norme giuridiche, ma che segnano i limiti della dimensione umana del convivere, non ricevono la necessaria attenzione. Con riferimento alla letteratura scientifica ed alla ricerca sociologica si evince che la costruzione della convivenza non poggia più su una educazione condivisa e fondata sulla storia comune, sulla partecipazione ad un’unica cultura e alla vita di un particolare territorio, si articola su sempre nuove strutture di senso e di giudizio, si evolve in rapporto alla percezione degli eventi, non soltanto di quelli locali, ma anche di quelli globali, si struttura in ordine a criteri di vita e di sopravvivenza correlati alle esigenze di adeguamento continuo al mutamento. Si considera inoltre che la struttura dinamica delle relazioni urbane, gli equilibri di agglomerazione e di disgregazione, le logiche abitative, il rapporto fra centro e periferie, forse più che le norme giuridiche o le iniziative politiche e culturali definiscono lo spazio di intervento educativo. Ne consegue che: l’educazione alla convivenza civile non può essere chiusa nei confini dell’educazione civica con riferimento ai diritti e ai doveri del cittadino ed ai criteri di legalità di un particolare paese, ma trova, nelle dimensioni della ‘cittadinanza terrestre’ e nella partecipazione allo sviluppo nuovi riferimenti di pensiero, di identità e di appartenenza.
2007
9788835021469
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