Il clima, le scarse precipitazioni meteoriche, la modesta rete idrografica superficiale e, soprattutto, la struttura geologica del Salento, oltre ad influire sulla distribuzione degli insediamenti, sulle tipologie delle dimore rurali e l’organizzazione socio-produttiva, hanno determinato anche un complesso sistema idrografico sotterraneo costituito dalla falda sia freatica, sia di fondo. Da ciò derivano le difficoltà incontrate dalle popolazioni locali nella ricerca dell’acqua. Per soddisfare le esigenze vitali e affrontare i lunghi periodi siccitosi (da luglio a settembre), le comunità ricorrevano, pertanto, a serbatoi ipogei intonacati col bolo o semplicemente scavati sia nel calcare compatto. In alcuni centri della Greczà Salentina (isola ellenofona della provincia centro-orientale di Lecce), inoltre, essi venivano realizzati nelle depressioni del terreno e assumevano il nome di pozzelle. Profonde mediamente da 3 a 6 m, potevano essere sia private che di proprietà demaniale ed avevano la tipica forma a campana e pareti “incamiciate” con pietre informi disposte a secco in cerchi concentrici (onde evitare l'eventuale smottamento delle rocce friabili e consentire la compenetrazione dell'acqua che, in questo modo, si arricchiva di minerali) fino all'imboccatura (coincidente con il piano di campagna), protetta abitualmente da un blocco calcareo di forma circolare o quadrangolare, forato al centro (vera) per rendere possibile l'emungimento.
Acqua e siccità in una comunità contadina del Mezzogiorno: recupero, valorizzazione e rispetto delle identità locali nella Grecìa Salentina
QUARANTA, Adele
2006-01-01
Abstract
Il clima, le scarse precipitazioni meteoriche, la modesta rete idrografica superficiale e, soprattutto, la struttura geologica del Salento, oltre ad influire sulla distribuzione degli insediamenti, sulle tipologie delle dimore rurali e l’organizzazione socio-produttiva, hanno determinato anche un complesso sistema idrografico sotterraneo costituito dalla falda sia freatica, sia di fondo. Da ciò derivano le difficoltà incontrate dalle popolazioni locali nella ricerca dell’acqua. Per soddisfare le esigenze vitali e affrontare i lunghi periodi siccitosi (da luglio a settembre), le comunità ricorrevano, pertanto, a serbatoi ipogei intonacati col bolo o semplicemente scavati sia nel calcare compatto. In alcuni centri della Greczà Salentina (isola ellenofona della provincia centro-orientale di Lecce), inoltre, essi venivano realizzati nelle depressioni del terreno e assumevano il nome di pozzelle. Profonde mediamente da 3 a 6 m, potevano essere sia private che di proprietà demaniale ed avevano la tipica forma a campana e pareti “incamiciate” con pietre informi disposte a secco in cerchi concentrici (onde evitare l'eventuale smottamento delle rocce friabili e consentire la compenetrazione dell'acqua che, in questo modo, si arricchiva di minerali) fino all'imboccatura (coincidente con il piano di campagna), protetta abitualmente da un blocco calcareo di forma circolare o quadrangolare, forato al centro (vera) per rendere possibile l'emungimento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.