Il lavoro si articola intorno al confronto che Gadamer istituisce con la cultura estetica giungendo nella denuncia di quell’operazione di astrazione, propria della coscienza estetica romantica ed esito della soggettivazione dell’esperienza, che prende il nome di “differenziazione estetica”. La differenziazione tra forma e contenuto, tra rappresentazione e rappresentato, compiuta in nome della purezza dell’arte, ha come base e, conseguenza il fatto che attraverso la “differenziazione estetica”, l’opera perde il suo posto e il mondo al quale appartiene, giacché viene ad appartenere alla coscienza estetica. Alla differenziazione estetica, Gadamer oppone il concetto di “non–differenziazione estetica” come reinserimento dell’arte nell’ambito dei suoi rapporti vitali. Questo reinserimento dell’esperienza dell’arte al centro del farsi storico del senso, deve significare anche il riconoscimento del legame inscindibile tra arte e tecnica ― tecnologia. La conclusione a cui si perviene è che l’arte, non più regione autonoma e distaccata, deve essere così collocata al centro della riflessione sulle nuove tecnologie. Si schiude un nuovo orizzonte di pensiero quello del legame tra arte e tecnologia: nel quadro di riferimento teorico della “non–differenziazione estetica” l’arte non può essere oltrepassata, in quanto essa è già sempre passato. Perciò conclude Gadamer: «la tesi hegeliana del carattere di passato dell’arte non vuol dire tanto che l’arte non abbia futuro, quanto che essa, per quanto possa continuare a prosperare in futuro, è essenzialmente già passata» . Il rapporto tra arte e tecnologia non ricalca affatto quello tra arte e filosofia così come posto da Georg WIlhelm Friedrich Hegel: come l’arte ha il suo prima nella natura e nella sfera finita della vita, così ha pure un dopo, cioè un ambito che a sua volta oltrepassa il suo modo di concepire e manifestare l’assoluto. Infatti l’arte ha ancora in se stessa un limite e passa quindi a forme più alte della co-scienza. L’ambito successivo che sorpassa il regno dell’arte è quello della religione, la terza forma, infine, dello spirito assoluto è la filosofia; nella filosofia sono unificati i due lati dell’arte e della religione: l’oggettività dell’arte, che qui ha certamente perduto la sensibilità esterna, ma ha trovato il compenso nella forma suprema dell’oggettivo, nella forma del pensiero, e la soggettività della religione, che è purificata a soggettività del pensiero.

La fenomenologia della percezione estetica nel nuovo panorama multimediale

DE LEO, DANIELA
2007-01-01

Abstract

Il lavoro si articola intorno al confronto che Gadamer istituisce con la cultura estetica giungendo nella denuncia di quell’operazione di astrazione, propria della coscienza estetica romantica ed esito della soggettivazione dell’esperienza, che prende il nome di “differenziazione estetica”. La differenziazione tra forma e contenuto, tra rappresentazione e rappresentato, compiuta in nome della purezza dell’arte, ha come base e, conseguenza il fatto che attraverso la “differenziazione estetica”, l’opera perde il suo posto e il mondo al quale appartiene, giacché viene ad appartenere alla coscienza estetica. Alla differenziazione estetica, Gadamer oppone il concetto di “non–differenziazione estetica” come reinserimento dell’arte nell’ambito dei suoi rapporti vitali. Questo reinserimento dell’esperienza dell’arte al centro del farsi storico del senso, deve significare anche il riconoscimento del legame inscindibile tra arte e tecnica ― tecnologia. La conclusione a cui si perviene è che l’arte, non più regione autonoma e distaccata, deve essere così collocata al centro della riflessione sulle nuove tecnologie. Si schiude un nuovo orizzonte di pensiero quello del legame tra arte e tecnologia: nel quadro di riferimento teorico della “non–differenziazione estetica” l’arte non può essere oltrepassata, in quanto essa è già sempre passato. Perciò conclude Gadamer: «la tesi hegeliana del carattere di passato dell’arte non vuol dire tanto che l’arte non abbia futuro, quanto che essa, per quanto possa continuare a prosperare in futuro, è essenzialmente già passata» . Il rapporto tra arte e tecnologia non ricalca affatto quello tra arte e filosofia così come posto da Georg WIlhelm Friedrich Hegel: come l’arte ha il suo prima nella natura e nella sfera finita della vita, così ha pure un dopo, cioè un ambito che a sua volta oltrepassa il suo modo di concepire e manifestare l’assoluto. Infatti l’arte ha ancora in se stessa un limite e passa quindi a forme più alte della co-scienza. L’ambito successivo che sorpassa il regno dell’arte è quello della religione, la terza forma, infine, dello spirito assoluto è la filosofia; nella filosofia sono unificati i due lati dell’arte e della religione: l’oggettività dell’arte, che qui ha certamente perduto la sensibilità esterna, ma ha trovato il compenso nella forma suprema dell’oggettivo, nella forma del pensiero, e la soggettività della religione, che è purificata a soggettività del pensiero.
2007
9788860813107
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/326255
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