Il focus di analisi del presente lavoro è incentrato sui Monti di Pietà, quale istituzione benefica prima e bancaria poi, in grado di caratterizzare gli ultimi 400 anni di storia dello sviluppo economico sociale italiano. In effetti è plausibile affermare che il Monte di Pietà ha rappresentato la soluzione più efficace per fronteggiare il dilagante fenomeno dell'usura che attanagliava i ceti meno abbienti. I promotori di tale istituto furono i Frati Francescani dell'ordine dei Minori Osservanti i quali condussero una dura battaglia, religiosa e morale, contro gli usurai in nome della Carits Christiana. Essi decisero di seguire il modello dei banchi di prestito, fondati dagli ebrei, con la sostanziale differenza di erogare denaro ai poveri acondizioni più favorevoli. Si optò, dunque, per il credito su pegno quale operazione più indcata per soddisfare la rilevante domanda di denaro a prestito indotta dalle pessime condizioni economiche in cui versavano le classi sociali meno agiate. Il lavoro è stato strutturato illustrando le procedure e le implicazioni operative del credito su pegno sia le tappe salienti della evoluzione storica dei Monti di Pietà, focalizzando l'attenzione principalmente sul Monte si Pietà di Foggia, fondato nel 1587 da Rosa del Vento. Tale filo conduttore è stato forbito di importanti riferimenti di carattere economico e sociale della Capitanata, in quanto indispensabili per cogliere i momenti peculiari dell'operatività del medesimo Monte. A tal proposito sono state analizzate le fonti statutarie ed amministrative disponibili negli archivi dell'attuale fondazione bancaria, al fine di analizzare sia la governance delle diverse epoche storiche, sia l'informativa esterna prevista dalle vigenti normative del tempo.

L’evoluzione del credito su pegno in Capitanata dal 1500 al secolo scorso, in cultura aziendale e professionale tra passato e futuro.

VIOLA, Carmine
2005-01-01

Abstract

Il focus di analisi del presente lavoro è incentrato sui Monti di Pietà, quale istituzione benefica prima e bancaria poi, in grado di caratterizzare gli ultimi 400 anni di storia dello sviluppo economico sociale italiano. In effetti è plausibile affermare che il Monte di Pietà ha rappresentato la soluzione più efficace per fronteggiare il dilagante fenomeno dell'usura che attanagliava i ceti meno abbienti. I promotori di tale istituto furono i Frati Francescani dell'ordine dei Minori Osservanti i quali condussero una dura battaglia, religiosa e morale, contro gli usurai in nome della Carits Christiana. Essi decisero di seguire il modello dei banchi di prestito, fondati dagli ebrei, con la sostanziale differenza di erogare denaro ai poveri acondizioni più favorevoli. Si optò, dunque, per il credito su pegno quale operazione più indcata per soddisfare la rilevante domanda di denaro a prestito indotta dalle pessime condizioni economiche in cui versavano le classi sociali meno agiate. Il lavoro è stato strutturato illustrando le procedure e le implicazioni operative del credito su pegno sia le tappe salienti della evoluzione storica dei Monti di Pietà, focalizzando l'attenzione principalmente sul Monte si Pietà di Foggia, fondato nel 1587 da Rosa del Vento. Tale filo conduttore è stato forbito di importanti riferimenti di carattere economico e sociale della Capitanata, in quanto indispensabili per cogliere i momenti peculiari dell'operatività del medesimo Monte. A tal proposito sono state analizzate le fonti statutarie ed amministrative disponibili negli archivi dell'attuale fondazione bancaria, al fine di analizzare sia la governance delle diverse epoche storiche, sia l'informativa esterna prevista dalle vigenti normative del tempo.
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