Questo contributo è la prima presentazione dei dati della ricerca condotta nell’ambito del Progetto transfrontaliero (Interreg) Italia-Slovenia “AltoAdriatico” sul paesaggio costiero antico, dalle foci del Timavo alle saline di Sicciole, Pirano. Il Progetto è nato da una prospettiva nuova della ricerca, che è anche una prospettiva nuova della conservazione, della valorizzazione e della fruizione dei giacimenti archeologici: la landscape archaeology, l’archeologia dei paesaggi, in questo caso costieri, per restituire agli stessi l’integrità e la comune identità. L’unico studio complessivo su questo comparto litoraneo fu condotto nel secolo scorso da Attilio Degrassi con dedizione e rigore scientifico eccezionali , seppur con metodologie e strumentazioni tradizionali che, ovviamente, non consentirono una mappatura completa dei giacimenti subacquei né l’analisi puntuale delle tipologie edilizie e delle tecniche costruttive. Anche negli ultimi decenni, nonostante l’incremento delle conoscenze tecnologiche, nessun sito della Provincia di Trieste era stato indagato con i moderni mezzi dell’archeologia subacquea; in territorio sloveno, invece, alcune di queste evidenze (S. Simone e Villisano) erano state oggetto di indagini subacquee. I dati nuovi scaturiti dal Progetto riguardano il numero dei siti, maggiore di quanto inizialmente supposto, la tipologia delle evidenze, che rispecchia una notevole varietà, le tecniche costruttive, caratterizzate da interessanti peculiarità, e, soprattutto, la valutazione delle modificazioni del profilo costiero e dell’innalzamento del livello del mare. Infatti, oltre che ai fini della ricostruzione storica di questi paesaggi, queste strutture sommerse hanno un importante significato dal punto di vista geoarcheologico e paleoclimatico: misurare la profondità alla quale giacciono significa valutare l’innalzamento relativo del livello del mare negli ultimi due o tre millenni, comprendere di conseguenza scelte e modalità dell’insediamento antico e il rapporto tra uomo e ambiente, e concorrere, infine, a definire la vulnerabilità di queste aree costiere nel prossimo futuro. In corrispondenza dei punti strategici a mare sono state selezionate delle aree-campione estese dalla costa all’interno, oggetto di rilievi e ricognizioni di superficie, che hanno fornito importanti indicazioni sui modi e sulle fasi del popolamento costiero nell’antichità.

Strutture portuali minori in area altoadriatica. Il Progetto Interreg Italia - Slovenija "AltoAdriatico".

AURIEMMA, Rita;
2007-01-01

Abstract

Questo contributo è la prima presentazione dei dati della ricerca condotta nell’ambito del Progetto transfrontaliero (Interreg) Italia-Slovenia “AltoAdriatico” sul paesaggio costiero antico, dalle foci del Timavo alle saline di Sicciole, Pirano. Il Progetto è nato da una prospettiva nuova della ricerca, che è anche una prospettiva nuova della conservazione, della valorizzazione e della fruizione dei giacimenti archeologici: la landscape archaeology, l’archeologia dei paesaggi, in questo caso costieri, per restituire agli stessi l’integrità e la comune identità. L’unico studio complessivo su questo comparto litoraneo fu condotto nel secolo scorso da Attilio Degrassi con dedizione e rigore scientifico eccezionali , seppur con metodologie e strumentazioni tradizionali che, ovviamente, non consentirono una mappatura completa dei giacimenti subacquei né l’analisi puntuale delle tipologie edilizie e delle tecniche costruttive. Anche negli ultimi decenni, nonostante l’incremento delle conoscenze tecnologiche, nessun sito della Provincia di Trieste era stato indagato con i moderni mezzi dell’archeologia subacquea; in territorio sloveno, invece, alcune di queste evidenze (S. Simone e Villisano) erano state oggetto di indagini subacquee. I dati nuovi scaturiti dal Progetto riguardano il numero dei siti, maggiore di quanto inizialmente supposto, la tipologia delle evidenze, che rispecchia una notevole varietà, le tecniche costruttive, caratterizzate da interessanti peculiarità, e, soprattutto, la valutazione delle modificazioni del profilo costiero e dell’innalzamento del livello del mare. Infatti, oltre che ai fini della ricostruzione storica di questi paesaggi, queste strutture sommerse hanno un importante significato dal punto di vista geoarcheologico e paleoclimatico: misurare la profondità alla quale giacciono significa valutare l’innalzamento relativo del livello del mare negli ultimi due o tre millenni, comprendere di conseguenza scelte e modalità dell’insediamento antico e il rapporto tra uomo e ambiente, e concorrere, infine, a definire la vulnerabilità di queste aree costiere nel prossimo futuro. In corrispondenza dei punti strategici a mare sono state selezionate delle aree-campione estese dalla costa all’interno, oggetto di rilievi e ricognizioni di superficie, che hanno fornito importanti indicazioni sui modi e sulle fasi del popolamento costiero nell’antichità.
2007
9788888018744
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