Nell’Adriatico, insieme spartiacque e sutura dei due Mediterranei, il Salento si caratterizza per il suo privilegiato e costante rapporto con la pars orientalis . Lo dimostra il quadro delle produzioni anforarie orientali, che costituiscono il flusso ‘dominante’ delle importazioni: ne offriamo una prima bozza, delineata con i significativi dati degli scavi pressoché inediti di Brindisi-v. S. Chiara (1985) e di S. Foca, Lecce (1974 – 75), insieme a quelli di altri contesti pubblicati e dei rinvenimenti subacquei, estrapolati dalla Forma Maris del Salento. Dopo una premessa di carattere metodologico (riflessione sulle difficoltà di identificazione, derivanti dal livello non sempre puntuale delle pubblicazioni; problematiche relative ai criteri di quantificazione adottati; limiti della carte tematiche elaborate, per il campione inquinato e parziale mutuabile dall’edito; problema della visibilità e riconoscibilità di queste produzioni, ecc.), si offre una prima analisi – con dati quantitativi e quadro comparativo degli indici di presenza dei due contesti principali - per aree di produzioni : l’Egeo insulare, Creta, l’Asia Minore, l’Egeo settentrionale e il Ponto, e, infine, l’ambito egeo in generale per i tipi che sfuggono ad una più precisa identificazione circa la provenienza. Si passa quindi alla rassegna delle varie presenze nel Salento con la discussione delle forme e dei tipi, la sintesi dello stato delle conoscenze e l’aggiunta di precisazioni derivanti dall’analisi morfologica e degli impasti. Quest’ultima parte è integrata da carte di distribuzione, sia del Mediterraneo che della penisola salentina.
Importazioni di anfore orientali nel Salento tra primo e medio Impero
AURIEMMA, Rita;
2006-01-01
Abstract
Nell’Adriatico, insieme spartiacque e sutura dei due Mediterranei, il Salento si caratterizza per il suo privilegiato e costante rapporto con la pars orientalis . Lo dimostra il quadro delle produzioni anforarie orientali, che costituiscono il flusso ‘dominante’ delle importazioni: ne offriamo una prima bozza, delineata con i significativi dati degli scavi pressoché inediti di Brindisi-v. S. Chiara (1985) e di S. Foca, Lecce (1974 – 75), insieme a quelli di altri contesti pubblicati e dei rinvenimenti subacquei, estrapolati dalla Forma Maris del Salento. Dopo una premessa di carattere metodologico (riflessione sulle difficoltà di identificazione, derivanti dal livello non sempre puntuale delle pubblicazioni; problematiche relative ai criteri di quantificazione adottati; limiti della carte tematiche elaborate, per il campione inquinato e parziale mutuabile dall’edito; problema della visibilità e riconoscibilità di queste produzioni, ecc.), si offre una prima analisi – con dati quantitativi e quadro comparativo degli indici di presenza dei due contesti principali - per aree di produzioni : l’Egeo insulare, Creta, l’Asia Minore, l’Egeo settentrionale e il Ponto, e, infine, l’ambito egeo in generale per i tipi che sfuggono ad una più precisa identificazione circa la provenienza. Si passa quindi alla rassegna delle varie presenze nel Salento con la discussione delle forme e dei tipi, la sintesi dello stato delle conoscenze e l’aggiunta di precisazioni derivanti dall’analisi morfologica e degli impasti. Quest’ultima parte è integrata da carte di distribuzione, sia del Mediterraneo che della penisola salentina.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.