Lo studio mette in evidenza alcuni aspetti della microstoria e in particolare alcune figure che hanno inciso in maniera significativa sulla vita sociale, politica e religiosa dei luoghi in cui essi vivevano. La ricerca si occupa di un personaggio la cui figura può essere delineata grazie all'Archio della Diocesi di Oria e di Brindisi. si tratta del canonico salentino Gaspare Messerquà Papatodero, il quale pur vivendo in pieno Settecento, non può essere considerato uno studioso di un nuovo tempo. Egli era un umanista che affondava le sue radici e le sue convinzioni culturali nel XV-XVI e XVII secolo. Delle suggestioni illuministe francesi (peraltro troppo lontane dal Salento) e dei sussurri della Rivoluzione partenopea del 1799 non percepì, ma ancor più certo, non volle percepire nulla. La sua opera principale “Della Fortuna di Oria città di provincia d’Otranto” (ad Oria è conservata l’unica copia manoscritta oltre che una copia a stampa del 1858 contenente un’introduzione del canonico e Teologo Quinto Mario Corrado junore,) è divisa in tre dissertazioni e nulla recepisce della nuova storiografia illuminista staccata sia dalle corti che dalla chiesa, dove gli aspetti politici, antiquari, religiosi ecc. erano declassati a semplice cornice di un quadro il cui contenuto era rappresentato dalla vita economica, sociale e culturale non delle singole realtà territoriali ma soprattutto dai grandi stati e continenti.
“Della Fortuna di Oria” di Gaspare Messerquà Papatodero. Vita e opera di un canonico salentino alla fine del Settecento.
PATISSO, GIUSEPPE
2006-01-01
Abstract
Lo studio mette in evidenza alcuni aspetti della microstoria e in particolare alcune figure che hanno inciso in maniera significativa sulla vita sociale, politica e religiosa dei luoghi in cui essi vivevano. La ricerca si occupa di un personaggio la cui figura può essere delineata grazie all'Archio della Diocesi di Oria e di Brindisi. si tratta del canonico salentino Gaspare Messerquà Papatodero, il quale pur vivendo in pieno Settecento, non può essere considerato uno studioso di un nuovo tempo. Egli era un umanista che affondava le sue radici e le sue convinzioni culturali nel XV-XVI e XVII secolo. Delle suggestioni illuministe francesi (peraltro troppo lontane dal Salento) e dei sussurri della Rivoluzione partenopea del 1799 non percepì, ma ancor più certo, non volle percepire nulla. La sua opera principale “Della Fortuna di Oria città di provincia d’Otranto” (ad Oria è conservata l’unica copia manoscritta oltre che una copia a stampa del 1858 contenente un’introduzione del canonico e Teologo Quinto Mario Corrado junore,) è divisa in tre dissertazioni e nulla recepisce della nuova storiografia illuminista staccata sia dalle corti che dalla chiesa, dove gli aspetti politici, antiquari, religiosi ecc. erano declassati a semplice cornice di un quadro il cui contenuto era rappresentato dalla vita economica, sociale e culturale non delle singole realtà territoriali ma soprattutto dai grandi stati e continenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.